ECCO L'INTRODUZIONE AL NUOVO FORUM PROPOSTO DA VIRGINIA CAMPIDOGLIO. DECINE DI GUERRE PROSEGUONO SULL'ONDA ETERNA CHE TRASPORTA CONCETTI PRIMITIVI DI VIOLENZA. L'UOMO NON RIESCE A DIALOGARE E A VIVERE IN PACE: SEMINA MORTE E DISTRUZIONE. INTERVENITE PER DIRE IL VOSTRO PENSIERO SCRIVENDO A:
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“Guerra”, quante volte abbiamo sentito o pronunciato questa parola…
La guerra per qualcuno è un guadagno assicurato, per altri è solo una mossa politica, per altri ancora è un modo di vivere, ma per tutti gli altri è l’inferno sulla terra.
Le guerre nel mondo sono tante, troppe, ma conosciamo solo quelle che fanno notizia, come l’Iraq, la Libia e poche altre. In realtà ci sono persone che non sanno cosa sia la pace e hanno imparato a vivere nel pericolo, nella paura, nell’insicurezza di un futuro.
La domanda che sorge spontanea, a questo punto, è se saremmo mai capaci di vivere in un mondo senza guerra, in cui gli egoismi dell’uomo riusciranno a fermarsi davanti alla vita, davanti alla meraviglia di un bambino che guarda il mondo con stupore.
Parlare della guerra non è facile ma tutti abbiamo delle opinioni al riguardo quindi è questo quello che vi chiediamo:
Cosa pensate della guerra? E’ davvero un metodo di risoluzione? C’è un modo per porre fine all’uso della guerra?
SANDRO PERTINI, PASSATO ATTRAVERSO DUE GUERRE MONDIALI, PROPOSE LO SVILUPPO DI UNA COMUNITA’ MONDIALE EQUA E SOLIDALE, DA CREARE CON UN DISARMO PROGRESSIVO E CONTROLLATO
SINTESI DAL DISCORSO CHE TENNE A NEW YORK, COLUMBIA UNIVERSITY 1982
“Occorre moltiplicare a tutti i livelli le forme di contatto reciproco, per trarre il meglio dalle nostre comuni tradizioni e anche dalle nostre diversità….per il progresso e la pace di tutta l’umanità.
…..Occorre insomma, conoscerci meglio: Wolfang Goethe, in una mirabile poesia, narra di due viandanti che in una notte senza stelle vanno fianco a fianco e ognuno nasconde sotto l’ampio mantello una lucerna accesa, sicché l’uno avverte la presenza dell’altro, non dallo splendore della fiamma, ma dall’acre odore del fumo.
Così accade nella vita per i singoli e per i popoli, gli uni avvertono la presenza degli altri, solo attraverso il fumo acre delle polemiche e dei contrasti. Se invece l’uno aprisse il suo animo all’altro, tutti costaterebbero che hanno le stesse esigenze e quindi le stesse aspirazioni. Non estranei l’uno all’altro si sentirebbero o peggio nemici, ma legati tutti allo stesso destino.
Tutti i popoli della terra, affratellati, operino insieme per rendere la vita degna di essere vissuta. Esaltino la loro dignità nell’esaltazione della libertà e della pace.
DITE LA VOSTRA A
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10.3.2012
Per dare una risporsta alla domanda dobbiamo capire a che altezza ci alziamo per avere un quadro dello stato della situazione mondiale. A seconda della visione avremo una risposta diversa. Il pensiero di Pertini era Libero ed è evidente dalla semplicità con la quale si espresse, pensieri che sono al di fuori della divisione politica, della mentalità attuale di trarre un profitto da ogni cosa, pensieri che chiunque sposerebbe e sosterrebbe, aveva una visione della vita pulita, per le sue origini e per la vita che aveva vissuto. La mia risposta alla domanda? Si un giorno l'uomo fara' a meno della guerra! Quando si evolverà abbastanza da convogliare le proprie energie conoscenze per una crescita comune, quando cambiera' il sistema e il denaro sarà solo un valore di scambio per semplificare il baratto, quando l'etica avra' valore al pari di una moneta. Questo sistema è assurdo, tutti non lo vogliono ma tutti ne siamo schiavi. Piano piano le cose cambieranno e la guerra sarà soltanto una cosa assurda.
23.5.11
Barbara Nappini
La Pace è possibile ma solo attraverso la propria rivoluzione umana...poichè non esistono rivoluzioni permanenti eccetto quella morale, la nostra interiore umanità risulta essere l'unica chiave possibile per un serio cambiamento nella direz...ione della pace. "Una grande rivoluzione nel carattere di una sola persona permetterà di realizzare un cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine ad un cambiamento nel destino di tutta l'umanità" (Daisaku Ikeda).
Mauro Meoni
no perche'gli interessi economici prevalgono su tutto , anche sulla vita delle persone...e quindi in certe occasioni, vedi le ultime guerre in medio oriente, si trova la scusa del dittatore assassino per fare la guerra, toglierlo dal potere... e amministrare le ricchezze di questo paese, per la maggor parte petrolifere. la guerra è una scusa per il controllo economico, e se pensi che il controllo economico non cessera' mai, non cesseranno neanche le guerre
Claudia Cherici
non c'è confronto su questo tema dato che la risposta è una sola, non succederà mai che gli uomini smettano di farsi guerra e la storia ce lo dimostra a cominciare dalla conquista dei territori, dallo scontro religioso, dalla supremazia di ...una razza sulle altre per finire come dice giustamente Mauro agli interessi economici oggi giorno l'uomo ha sempre trovato un motivo per uccidere e massacrare è nella sua natura e purtroppo chi arriva a guidare una nazione di solito ci arriva proprio per un sogno di potere e che sia economico o di qualsiasi altra natura lo spingerà sempre a desiderare di più ed a ottenerlo a tutti i costi ed in tutti i modi possibili.
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3.5.2011
ecco il primo intevento del nostro inviato speciale in thailandia
19.4.2011
LA GUERRA MANTIENE IL DIVARIO TRA RICCHI E POVERI
La guerra e' un'aberrazione dell'organizzazione dell'uomo in societa'.
In questo senso forse hanno ragione gli anarchici che vogliono l'uomo libero, non inquadrato in uno stato che potrebbe anche chiedergli di uccidere.
Purtroppo la guerra e' il frutto di un sistema nel quale il profitto e la sopraffazione sono principi fondamentali.
Non puo' risolvere , ma puo' servire, a chi ha interesse a farlo, per mantenere le cose come stanno ed aumentare il divario fra ricchi e poveri, siano essi stati o persone.
Non ci sara' modo di togliere questa tragedia dalla storia futura dell'uomo fino a che la cooperazione non diventera' un imperativo e non un'affermazione di principio priva di concretezza nell'operare degli stati.
Qualcuno vede addirittura la guerra come necessaria per rinnovare la societa' mondiale, e' certamente delirante.
Alla domanda su come sarebbe stata condotta l'eventuale terza guerra mondiale Einstein (mi pare) rispose, non lo so, ma certamente la quarta sara' affrontata con pietre e bastoni...
Credo ci sia da ragionare su questo.
Ciao
Massimo Puccini
Continua la “mutazione antropologica”? Se è così, bisogna resistere.
Esprimo il mio dissenso nei confronti della scelta da parte italiana di partecipare attivamente ai bombardamenti in Libia. Non solo per il quadro confuso, ma anche perché la scelta contrasta con la risoluzione dell'Onu n.1973. Quest'ultima, a mio avviso non rispettata già in fase iniziale, è disattesa nel primo punto in cui si chiede a tutti di operare per “raggiungere l’immediato cessate il fuoco e la fine di tutte le violenze e gli attacchi contro i civili”. Da oltre un mese si sta parlando di tutto tranne che di politica. E dopo quaranta giorni di intervento militare, i libici continuano a subire i colpi del dittatore e della guerra. Giustamente la Tavola della Pace (luogo di incontro di numerose realtà organizzate, dell'associazionismo, del volontariato e degli enti locali) afferma: “Invece di partecipare ai bombardamenti, l’Italia dovrebbe mettere in campo una grande iniziativa diplomatica con tre obiettivi prioritari: fermare l’escalation della violenza per fermare la strage di civili, puntare a una tregua che consenta di portare aiuto immediato alla popolazione di Misurata e poi raggiungere il cessate il fuoco. Questo è il tempo di chiudere con i bombardamenti e inviare una vera e propria missione dell’Onu sotto la guida diretta del Segretario Generale in grado di proteggere realmente i civili. Perché non si è ancora attivata la missione europea EUFOR Libia?”. E conclude esortando ad un ruolo virtuoso del nostro Paese: “Per questo l’Italia dovrebbe diventare il crocevia dell’impegno europeo e internazionale per la pace e la sicurezza umana nel Mediterraneo. Ma per ottenere questo risultato servono credibilità, coraggio e lungimiranza. Doti più rare della pace che nessuno riesce più a invocare”.
A tutto questo si aggiunge la confessione del nostro capo del governo per il quale il programma di costruzione delle nuove centrali nucleari è solo temoporaneamente sospeso per evitare il referendum. Motivo in più, allora, per rafforzare l'impegno e la partecipazione ai referendum di giugno.
Un nonviolento storico come Beppe Sini scrive: “E' diritto e dovere di ogni istituzione legale, di ogni associazione democratica, di ogni persona decente insorgere con la scelta e la forza della nonviolenza per salvare delle vite umane, per difendere la legalita', la democrazia, la civilta' umana, i diritti umani di tutti gli esseri umani”.