
da elbareport
PORTOFERRAIO. Pieno successo dell'iniziativa che si è svolta al teatro dei Vigilanti, voluta dall'assessorato alla cultura diretto da Antonella Giuzio, che ha visto coinvolta lunedì 13 la fondazione Caponnetto, davanti a centinaia di studenti delle scuole superiori isolane. L'impegno, curato da Ida Goglia, ruotava intorno alla rappresentazione scenica, prodotta da Sicilia Teatro, intitolata “Per non morire di mafia” scritta da Pietro Grasso ex procuratore nazionale antimafia, ora candidato per le elezioni nelle file del Pd. Un monologo interpretato magistralmente da Sebastiano Lo Monaco, il quale si era esibito anche domenica sera davanti ad un folto pubblico entusiasta, tanto che al termine della performance l'attore ha dovuto interrompere il fiume di applausi ringraziando. La drammatizzazione ripercorrere la vita e la carriera del magistrato Grasso, che passò dal maxi processo di Palermo, fino alle tristemente note stragi di mafia di Falcone e Borsellino.
“Notevole l'interesse dimostrato dagli studenti - ha commentato Domenico Bilotta architetto e editore, delegato nazionale del settore scuola della Caponnetto – hanno potuto avere testimonianze importanti con questo incontro, compreso il messaggio lanciato da Angelo Corbo, agente della scorta di Giovanni Falcone, sopravvissuto alla strage di Capaci del 1992. Il futuro, non facile, dovrà vedere impegnati i giovani, insieme alle istituzioni, per riuscire ad estirpare il male che tormenta la società, vale a dire le mafie, che sono ovunque”.
La Fondazione, ha mosso i primi passi dal 2003 proprio sull'isola, quando si impegnò nell’Osservatorio antimafie e negli incontri con il mondo della scuola per l’educazione alla legalità, con "La Giornata della scuola", sempre presente Elisabetta Baldi, la moglie del giudice scomparso nel 2002, forzatamente assente a questo incontro per problemi di salute. Le attività isolane del passato erano seguite anche dal compianto delegato della Fondazione Fulvio Montauti, mentre nel 2006, sempre grazie alla “Caponnetto” guidata dal presidente Salvatore Calleri, furono intestate, con una intesa col Comune campese, le vie di Pianosa alle vittime della mafia, presente Grasso e il sindaco Antonio Galli. L’amministrazione locale attribuì alla professoressa Baldi anche la cittadinanza onoraria e dedicò una piazza alla memoria di Antonino Caponnetto.
Ora il sodalizio vuole tornare ad essere attivo su lo Scoglio: “La mafia è purtroppo ancora attiva sull'isola- ha detto Renato Scalia, consigliere della Fondazione, Ispettore capo della polizia nella divisione investigativa Antimafia di Firenze- certe bruciate che sono avvenute di recente fanno pensare a questo, quindi vogliamo tornare a essere presenti di nuovo”. Sulla stessa onda Bilotta . “Nel 2003 venimmo con Pietro Grasso al De Laugier col progetto “Elba isola della legalità”- dice l'editore- non intervenne quasi nessuno. Ci ritenevano dei matti a parlare di mafia sull'isola ma poi ci furono gli episodi di camorra fino all'arresto di Marandino”. I rappresentanti della Caponnetto, hanno avuto un incontro anche con il sindaco Roberto Peria e dal meeting è scaturita una unità di intenti per favorire il progetto “Sentinelle della legalità” da svolgersi nelle scuole, d'intesa proprio con l'amministrazione comunale e i delegati della Fondazione.
sb

2006 cittadinanza onoraria campese a ELISABETTA BALDI CAPONNETTO

"nonna" Betta e Fulvio Montauti compianto delegato elbano della Fondazione

da sin Montauti, Caponnetto, Grasso, Galli a Pianosa 2006
da facebook
A teatro di legalità
Partecipazione attenta e commossa da parte degli studenti del nostro Istituto ITCG Cerboni allo spettacolo al Teatro dei Vigilanti “Per non morire di mafia” di Piero Grasso, il magistrato che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la criminalità organizzata e che è stato anche Procuratore Nazionale Antimafia.
In un monologo di un’ora il bravo attore Sebastiano Lo Monaco ha ripercorso le principali tappe della vita professionale e umana del magistrato, soffermandosi particolarmente sul sodalizio con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e sugli episodi più emblematici del maxiprocesso contro Cosa nostra, reso possibile dalle dichiarazioni del pentito Tommaso Buscetta, che squarciò per primo la congiura dell’omertà, dopo che nella seconda guerra di mafia, chiamata per la sua ferocia Mattanza, i corleonesi, rivali della sua fazione, gli avevano ucciso due figli, un fratello e numerosi altri familiari; con le sue rivelazioni a Falcone, il boss dei due mondi fece finalmente comprendere il funzionamento e l’organizzazione verticistica della cupola mafiosa e rese possibile e concreta la ferma risposta dello Stato con l’istruzione del primo grande processo alla mafia. Tale processo, frutto dell’immane lavoro della magistratura palermitana e che vedeva nel giovane Piero Grasso uno dei due giudici a latere della corte, presieduta da Alfonso Giordano, si svolse nell’aula bunker di Palermo tra il 1986 e il 1987 e comminò complessivamente duemilaseicentosessantacinque anni di carcere, fra cui diciannove ergastoli, ai trecentosessanta colpevoli
Particolarmente intense sono state le rievocazioni dell’impressionante attentato di Capaci, dove trovarono la morte Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta e dell’attentato di via D’Amelio, che costò la vita a Paolo Borsellino e a cinque agenti.
In questo adattamento per il palcoscenico tratto dalla biografia di Piero Grasso e autorizzato perché anche il teatro può aiutare a non morire di mafia, non manca, accanto al dramma e alla tragedia, il racconto di qualche episodio umoristico, specialmente a proposito delle severe restrizioni alla libertà personale di chi è costretto a vivere sotto scorta, con le conseguenti inevitabili peripezie che ne possono derivare.
Alla rappresentazione teatrale, applauditissima dagli studenti, è seguito l’incontro con Domenico Bilotta, editore e responsabile del Progetto Scuola della Fondazione Antonino Caponnetto, l’altro grande magistrato che ha dedicato la propria esistenza alla lotta antimafia; con Renato Scalia, Ispettore Capo della Polizia di Stato presso la divisione investigativa antimafia a Firenze, antiterrorismo, infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici e Consigliere della Fondazione Caponnetto e con Angelo Corbo, poliziotto, agente della scorta di Giovanni Falcone, sopravvissuto all’attentato di Capaci.
Tutti e tre gli ospiti hanno invitato i giovani ad essere sentinelle di legalità, a non ricercare falsi miti ma a considerare eroi le persone che hanno sacrificato la loro libertà e la loro vita per il bene della comunità. Particolarmente emozionante è stata la testimonianza di Angelo Corbo, che ha voluto ricordare anche il sacrificio degli agenti che mettono quotidianamente a repentaglio la loro sicurezza per la protezione dei magistrati. L’incontro si è concluso con la lettura di questo appello di Caponnetto ai giovani:
“Ragazzi godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, la resistenza dei valori, la resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli, che ribadiscono e sollecitano di diventare protagonisti e partecipi nella salvaguardia della comunità in cui vivono”.
L’ITC Cerboni partecipa con entusiasmo a iniziative come quella di stamani, e per la quale ringrazia la sensibilità del Comune di Portoferraio e dell’Assessorato alla Cultura, nella certezza che nel perseguire la legalità la scuola ha una funzione fondamentale.
Del resto, il nostro Istituto, nel tempo, grazie all’instancabile impegno di Annamaria Contestabile, docente di diritto, ha avuto l’onore di ospitare tra le sue mura la presenza e la testimonianza di Maria Falcone, sorella di Giovanni, del magistrato Pier Luigi Vigna, del giudice Giancarlo Caselli e di Giovanni Impastato, fratello di Peppino.
Quest’anno, poi, per volontà della dirigente scolastica Maria Grazia Battaglini, nella premessa del Piano dell’offerta formativa (POF), una speciale sottolineatura è stata dedicata proprio alla vocazione alla legalità della nostra scuola.
M. Gisella Catuogno