VIRGINIA RESPONSABILE DEL FORUM
SPAZIO GIOVANI "LUANA ROVINI"
PER DIRE LA TUA SCRIVI A
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9.5.2010
PROSEGUE LA COLLABORAZIONE CON L'ITCG CERBONI DI PORTOFERRAIO GRAZIE ALLA PROF.A GISELLA CATUOGNO, NOSTRA SOCIA, NOTA POESTESSA E SCRITTRICE.
ECCO IL LORO PROGETTO D'ISTITUTO SUL TEMA INTEGRAZIONE E PENSIERI DEGLI ALUNNI
Istituto Tecnico Commerciale “G.Cerboni” Portoferraio
Progetto sulla Legalità e
l’Immigrazione
Classe IIIA Igea
Dirigente
Grazia Ceccherini
Docenti di riferimento
Anna Maria Contestabile
Maria Gisella Catuogno
Anno scolastico
2009-2010
Il barcone della nostra vergogna
Georges Simenon , nel suo Mediterraneo in goletta o Mare nostro, diario di bordo del 1934, si lambicca il cervello per dare una definizione esaustiva del Mediterraneo: lo definisce“tela dipinta di blu” e poi “viale” per il suo ruolo di crocevia di merci e di popoli; fino ad approdare alla conclusione che il Mediterraneo è… “un insieme di golfi”, dove Eolo, il dio del vento, detta legge e fa filare con le vele gonfie o inchiodare con la bonaccia, a seconda del suo capriccio, chi ha l’impudenza di affidarsi a lui, salvo poi offrirgli pietoso riparo in qualche rada o caletta protettive.
Oggi, forse, lo scrittore dovrebbe scervellarsi meno per definire il Mare nostro, perché esso, almeno in un suo tratto, quello tra l’Africa e i primi barlumi d’Europa, ossia la Sicilia e in particolare Lampedusa…è un cimitero.
Chi dal cuore del continente nero, o da altre parti martoriate del mondo, fugge dalla fame, dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla disperazione, dopo aver prosciugato tutti i propri risparmi e aver percorso una ad una tutte le stazioni della sua personale Via crucis, per poter lambire il tanto agognato Mediterraneo, che cosa trova ad attenderlo?
Il dramma di un viaggio in condizioni inenarrabili, stipato in un barcone schiena a schiena col proprio compagno; un sole feroce sopra la testa; i pochi viveri e l’acqua dolce che prestissimo finiscono; l’impotenza di assistere all’agonia di chi è meno resistente; lo strazio di buttare a mare chi non ce l’ha fatta, per sete, disidratazione, fame, ustioni, sfinimento: amico, marito, moglie, figlio, figlia.
E quel mare, senza un sussulto, inghiotte tutto, si chiude per sempre: su progetti, affetti, speranze, sull’insensibilità dei morti e l’angoscia dei vivi. E nel frattempo, mentre si consumano in quel miserevole spazio, simili tragedie, che cosa succede intorno? L’acqua è solcata da natanti di ogni tipo con vacanzieri spensierati a bordo, belli, abbronzati, noncuranti, indifferenti, cinici, disumani…Ci si diverte, ci si cosparge di crema, si fa il bagno; se si avvista qualcosa, e è impossibile evitarlo, si gira la testa altrove – chi ce lo fa fare? quante seccature! ma non è reato soccorrere clandestini!?-…
Non solo non si soccorrono gli affamati gli assetati, i bisognosi di misericordia ma nemmeno si avverte della loro presenza: Non si sa mai!!
E così, dei settantotto eritrei sfuggiti all’inferno, in diritto di chiedere asilo politico, se ne salvano cinque, che raccontano l’indifferenza verso la sofferenza e la morte.
Anche questa è l’Italia del 2009.
Persino la sacra legge del mare, antica di millenni, coeva all’inizio stesso della navigazione, che IMPONE IL SOCCORSO a chi si trova in difficoltà (poi, a terra, ci si confronterà con le leggi) è disattesa, così come l’umanità e la pietà
A questo è giunta la nostra deriva culturale e morale, il prevalere degli interessi sui valori, il consumismo, il velinismo, l’escortismo, accettati e praticati invece della solidarietà, della condivisione, dell’accoglienza, della carità cristiana.
Elbareport, agosto 2009
Il sogno di Titti
Titti è la sola donna sopravvissuta del barcone dei 78 migranti: viene dall’Eritrea, ha 28 anni, ha assistito alla morte di compagni e compagne. Giunta in Sicilia disidratata, è stata ricoverata all’ospedale Cervello di Palermo, dove le tempestive cure l’hanno salvata. A lei è dedicata la poesia che segue
Titti sognava l’Italia: era una soldatessa
in Eritrea e questo l’ha salvata:
la Sawa, durissima, l’ha temprata
l’ha resa forte come l’acciaio.
Ha imparato la fame e la sete
violenze d’ogni tipo e questo
l’ha salvata, quei ventun giorni in mare.
Forte come l’acciaio, scura come l’ebano
due laghi d’occhi che narrano l’orrore.
Titti sognava l’Italia e ce l’ha fatta.
La sola donna, non le tre compagne.
Loro portavano un bimbo in seno:
per questo venivano da noi.
Non guerre, non violenze, non patimenti
avevano promesso ai loro figli:
per questo venivano da noi.
La via crucis in Sudan e mesi in Libia
come e dove non si crederebbe: tutto
pur d’attraversare quel canale
e d’arrivare in Italia, antica madrepatria.
Azzurro il cielo, azzurro il mare:
calmo e accogliente, un olio quasi.
Ma anche l’azzurro può essere l’inferno
e il sole più spietato di quello del deserto.
Acqua e cibo solo per pochi giorni.
-Qualcuno ci soccorrerà
passano navi, passano barche
non possono non vederci…
Help, help, help…-
Non hanno più voce e braccia
e in cuore la speranza
comincia evaporare
come la pelle mangiata
dal sale e dal calore
come il cervello, che ha allucinazioni.
Quei tre bimbi, dentro il grembo
non ce la fanno più:
-E’ questo quel che ci promettete
o madri sciagurate?
Meglio il buio del sole che ci cuoce.
Vogliamo tornare a essere
grumi di sangue rappreso
e niente più-
-E noi con voi, poveri figli
perdonateci, non sapevamo…
V’avevamo promesso un Paese
più bello di quello delle fiabe…-
Titti non aveva figli in grembo
e di questo ringraziava Dio
con tutto il suo ardore.
Ha spinto nel mare le sue amiche
col loro sangue
coi loro sogni spenti.
Ha comandato al suo cuore
di non cedere, di non schiantarsi
e ai suoi occhi di mangiarsi le lacrime
perché doveva vivere, doveva raccontare.
Titti è arrivata, Titti ce l’ha fatta.
Maria Gisella Catuogno
Relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912.
“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti”.
“Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro”.
“I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”.
“Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia”.
“Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”
Il contributo dei migranti all'economia italiana: il 9,2% del Pil
di Eleonora Castagnone
"Più di un milione lavora nei servizi, 951.028 nell’industria, 196.932 nella pesca e nell’agricoltura e 199.259 nel commercio. Gli immigrati sono una risorsa per il sistema economico italiano”. Questo è il messaggio di una campagna di sensibilizzazione sulla migrazione lanciata dall’OIM (Organizzazione Internazionale delle Migrazioni) e diffusa in queste settimane su mezzi stampa locali e nazionali.
Secondo Unioncamere (2008) il 9,2% del Pil italiano viene prodotto proprio grazie agli immigrati, mentre il loro impatto sul pagamento delle tasse (versano 1,87miliardi) e il loro maggiore tasso di attività (supera di 12 punti quello degli italiani) (Caritas, 2007) li rendono una risorsa sempre più irrinunciabile per l’economia italiana. Si tratta di una risorsa indispensabile specie per il Nord (v 10,8% del valore aggiunto), il cui contributo si concentra in particolare nel settore delle costruzioni (20%), dell’agricoltura (13,4%) e dell’industria manifatturiera (10,7%). L’iniziativa dell’OIM nasce con l’obiettivo di proporre un’immagine lontana dai luoghi comuni offerti dai media, fotografando invece una realtà spesso dimenticata dal punto di vista mediatico: quella del fondamentale ruolo svolto dai migranti nel panorama economico e sociale italiano. Nella società dell’informazione i mezzi di comunicazione rivestono un ruolo chiave per l’inclusione sociale dei cittadini migranti, sia rispetto alla rappresentazione che essi offrono della moderna società multiculturale, sia nella loro capacità di favorire pari opportunità di accesso e spazi adeguati alla pluralità delle sue componenti. Il continente africano in particolare risulta, secondo uno studio effettuato dal COSPE (Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti), di gran lunga il più colpito da forme di razzismo mediatico. Seguono, fra i gruppi maggiormente oggetto di episodi di razzismo e discriminazione, i cittadini romeni, i rom ed i sinti, nei cui confronti è andando sviluppandosi un processo di criminalizzazione che ne ha fatto il bersaglio di parole e comportamenti razzisti da parte di singoli individui, partiti politici e media. Fra i testimonial della campagna dell’OIM c’è la dott.ssa Kyenge Kashetu, medico di origine congolese che effettivamente esercita la propria professione in Italia e che rappresenta quella maggioranza silenziosa di immigrati che contribuisce in modo rilevante al buon funzionamento del paese, della sua economia e dei suoi servizi. La Campagna OIM è scaricabile sul sito dell' OIM Italia.
(da Agorà blog de Il Sole 24 ore)
Le vostre dune e piste di deserto
(agli immigrati africani)
Le vostre dune e piste di deserto
i vostri alberi e erbe di savana
i vostri cieli di fuoco e d’ambra fusa
il vostro tamburo di sole sopra il capo:
questo vedo nel vostro sguardo perso
oltre il gran mare
che tanti ne ha inghiottito.
E le gazzelle in corsa
le mandrie incalzate dalla sete
il sangue che condisce il fango
dei villaggi sconvolti dalle guerre
e la fierezza
che vi è sorella
anche quando bussate
carichi di merce e di fatica
alle nostre case
calde e inospitali
e non vi lamentate:
questo grida il vostro sguardo
scuro come la notte e il dolore.
Maria Gisella Catuogno
Pensieri sull’emigrazione, tratti da componimenti dei ragazzi della IIIA Igea
Migrazione: un termine che l’Italia conosce bene già da un centinaio d’anni, quando, agli inizi del Novecento, moltissimi Italiani presero il largo, verso l’America, con valigie di cartone e vestiti maleodoranti, in cerca di una vita migliore… (Andrea Di Meglio)
Gli Americani descrivevano gli Italiani immigrati come vagabondi, criminali…come noi spesso descriviamo oggi gli immigrati che arrivano in Italia … (Andrea Carrari)
Visto che hanno già vissuto un’esperienza simile, gli Italiani dovrebbero evitare lo stesso errore degli Statunitensi (Aristo Behaj)
…imparare da quello che si è subito, dovrebbe servire a migliorarci…(Gianluca Congedo)
…trovandosi un immigrato davanti, un Italiano non riesce purtroppo a farsi tornare alla mente quando anche lui aveva avuto bisogno di scappare dal suo Paese…(Giulia Bigio)
Esauriscono tutto ciò che possiedono, andando anche incontro alla morte, e tutto questo per cercare una vita migliore, che valga la pena di essere vissuta (Ambra Vai)
Attraversano il Mediterraneo con imbarcazioni vecchie e rotte che, al primo soffio di vento o alla prima onda, vanno giù, come le monetine che buttiamo noi nelle fontane, per esprimere i nostri desideri…ma i loro però non sono proprio come i nostri…(Michele Marrazzo)
…si emigra per mancanza di lavoro o perché nel Paese di provenienza sono stati violati i propri diritti (Dylan Fiori)
Molti migranti sono bambini che con i propri genitori abbandonano la terra per fame, guerra, persecuzioni, disperazione (Marco Dellea)
Il loro viaggio è un viaggio di speranza, perché è proprio la speranza che queste persone vanno a cercare (Sara Trafeli)
…fanno più che altro lavori faticosi, che altri non farebbero, per uno scarso salario…per mantenere la famiglia (Daniela Sardi)
Essi molto spesso vengono sfruttati, perché sono impiegati in lavori molto faticosi e sono pagati molto poco, ma, nonostante tutto, non si lamentano mai di nulla (Natascia Rocchi)
La società li emargina, li discrimina, come è avvenuto a Rosarno, dove i datori di lavoro li trattavano come bestie e perciò essi si sono sfogati in maniera molto negativa (Fabrizio Infante)
…le donne fanno mestieri molto utili nella nostra società, come le badanti o le addette alle pulizie…in Italia c’è una lenta e difficile integrazione (Stefano Cunico)
Un aspetto positivo dell’immigrazione è che gli stranieri provvedono a risollevare la nostra ormai bassissima natalità grazie alla loro grande fertilità… (Luca Galli)
La gente ha molti pregiudizi su di loro perché alla TV o sui giornali se ne parla male…ma questi sono coloro che, essendo clandestini e non potendo lavorare regolarmente, vengono fatti lavorare da organizzazioni criminali (Massimiliano Pieruzzini)
…i Rom, i Romeni diventano bersaglio di comportamenti razzisti da parte dei singoli individui o dei media (Elisabetta Angeli)
Oggi in Italia si sta diffondendo l’opinione che le parole immigrato e clandestino equivalgano a delinquente, mentre immigrato è chi ha lasciato il suo paese d’origine per trasferirsi in un altro; clandestino è colui che si è imbarcato abusivamente, di nascosto; delinquente è chi delinque, compie cioè un reato. Questi significati sono molto diversi. (Claudia Coletti)
…per vedere il razzismo, basta andare allo stadio a vedere una partita di calcio, dove i giocatori di pelle nera sono bersagliati da cori razzisti e insulti…(Matteo Spinetti)
Oggi è inoltre diffuso tra la gente un altro grande problema, addirittura peggiore di ogni pregiudizio, l’indifferenza (Matteo Mazzei)
Bisogna allontanare le idee negative, dovute soprattutto ai media, verso gli immigrati, e guardare la realtà così com’è perché buoni e cattivi ci sono dappertutto (Ana Vartan)
Sono convinta che se tutti riuscissimo ad aiutarli, le cose andrebbero molto meglio perché coloro che arrivano ad essere delinquenti, lo fanno perché spinti dalla disperazione… (Valentina Costa)
Questi pensieri sono stati inviati al Forum del giovani Luana Rovini del sito www.circolopertinielba.org che da sempre si occupa delle tematiche dell’Immigrazione e dell’Integrazione e con il quale il nostro Istituto ha un attivo rapporto di collaborazione.
2.4.2010
RAZZISTI NEMICI DI TUTTI, A VOLTE ITALIANI PEGGIO DEGLI STRANIERI
L'Italia è diventata da anni paese di immigrazione ma da qualche tempo si registra un crescere di fenomeni di razzismo. Anche all'Isola d'Elba esiste questo fenomeno; io sono contrario al razzismo e ho anche molti amici che non sono italiani i quali, a volte, sono molto meglio di certi italiani. Conosco alcuni amici che sono razzisti e posso garantire che non sono mai stati dei veri amici nemmeno con le persone "della loro razza". Spero tantissimo che questo fenomeno sparisca e che al suo posto regni la pace e la fratellanza.
Andrea
3.2.2010
OGNUNO DI NOI E' UN PO' RAZZISTA, IO LO SONO CON GLI IMBECILLI
Si potrebbe cominciare da Balotelli. E' giovane. E' un calciatore
dell'Inter. E' italiano. E' incostante nel rendimento calcistico e
balzano nei comportamenti personali. Non rispetta le regole. E' nero.
Ho elencato un insieme di attributi ma quello che lo porta ad essere
contestato in tutti gli stadi italiani e non , è l'ultimo. Come
sappiamo, il pubblico italiano delle curve e anche delle tribune degli
stadi italiani, non brilla per democrazia e tolleranza. Lì, quasi
sempre, regnano gruppi di opinione e para militari dell'estrema
destra, tollerati dalle tv e dai presidenti delle società. Fanno
comodo e fa comodo che negli stadi italiani ci sia una terra di
nessuno dove questi signori si permettono comportamenti incivili
altrimenti ingiustificabili in qualsiasi altra parte dello Stato. In
questo sottobosco culturale, cresce " l'humus demente " che porta ad
atteggiamenti di protesta ogni volta che gioca un calciatore nero o
ebreo . Una buona parte dei media, ipocritamente e con la testa sotto
la sabbia, accetta la spiegazione che Balotelli viene contestato a
causa dei suoi atteggiamenti polemici e provocatori. Questa è una
piccola parte di verità. La verità più grande è che Balotelli è nero,
anzi , nerissimo e ad un nero, nell'Italia del 2010, non è consentito
di assumere comportamenti irriguardosi nei luoghi di divertimento
degli spettatori bianchi. Il messaggio che passa è questo:
" Sei nero? Sei stato adottato? Sei un calciatore? Allora stai in
silenzio, statene " bonino " che ti è già andata bene così. Non
rompere."
Se gli stessi atteggiamenti fossero fatti propri da un italiano bianco
( vedi Cassano ) al massimo si parlerebbe di genio e sregolatezza.
Quindi, giovani del Circolo Pertini di Portoferraio, non fatevi
fregare dalle chiacchiere e state attenti a ciò che ascoltate e
leggete e prestate attenzione anche alle idee, indotte, che vi
frullano per la testa: magari , senza accorgervene, siete un po'
razzisti anche voi . Io lo sono sicuramente: con gli imbecilli .
Adriano Pierulivo
25.1.2010
Un messaggio dal passato che fornì Don Lorenzo Milani (vedi il sito della Fodandazione Don MIlani)
“Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri. e se voi avete il diritto...di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. e almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto”.
don Lorenzo Milani
ALRTI DUE CONTRIBUTI AL TEMA, DAI RAGAZZI DELL'ITCG CERBONI DELLA PROF.A CATUOGNO CHE RIFLETTONO SU ROSARNO.
Commento sul razzismo circa l’episodio di Rosarno
DI ENRICO LUPI 5A IGEA
Sappiamo tutti cosa è avvenuto in questi giorni a Rosarno, in Calabria.
Gli immigrati si sono resi artefici di una manifestazione violenta che ha scatenato la reazione dei cittadini, i quali hanno condotto delle vere e proprie spedizioni punitive contro questi immigrati.
Il tutto è nato da un episodio che ha visto dei giovani sparare, da un’auto, contro degli stranieri.
Non voglio soffermarmi su questo fatto, la cui immoralità è palese, ma analizzare più a fondo il problema.
La sparatoria non è stato altro che la goccia che ha fatto traboccare il vaso, infatti questi immigrati vivono in condizioni disumane, sono sfruttati, lavorano al nero anche 12 ore al giorno per soli venti euro. La violenza che ne è scaturita è l’espressione del disagio e del malcontento di questa gente. Purtroppo non è stato fatto niente per integrarli, questo tipo di problemi viene semplicemente ignorato finchè non diventa talmente grande da farsi notare da sé.
Situazioni simili sono ormai diffuse in tutta la penisola, si rende necessario quindi un adeguato programma di regolarizzazione a partire dall’ambito del lavoro, perché non ci possiamo lamentare delle reazioni di chi vive in certe condizioni a causa dello sfruttamento esercitato da noialtri.
Infine volevo esprimere la mia opinione circa la risposta drastica dei cittadini di Rosarno nei confronti degli immigrati. Le azioni che sono state viste come atti di violenza razzista sono da interpretare sotto un altro aspetto, infatti anche qui ha avuto sfogo l’esasperazione dovuta alle difficoltà economiche del periodo di crisi nel quale ci troviamo.
Non è da escludere però la possibilità che gli atti violenti siano stati eseguiti da criminali con sfondo più o meno razzista, ma anche in questo caso stiamo parlando di criminali e non dell’opinione pubblica, la quale è ben lungi da approvare simili comportamenti
.
Riflessione sul razzismo
DI BENEDETTA BERTI 5A IGEA
Si parla di razzismo quando si afferma che esistono razze umane diverse e che alcune sono superiori ad altre.
Questo concetto ha portato a una differenziazione dei gruppi umani e ha contribuito alla discriminazione.
In ogni parte del mondo si manifestano degli atteggiamenti discriminatori, razzisti e spesso d’intolleranza verso persone che vengono identificate esclusivamente attraverso la religione professata, la cultura o la loro sessualità.
I problemi legati al razzismo ci sono sempre stati sin dai tempi antichi e comunque, in un passato che non è molto lontano, si sono verificati dei veri e propri genocidi.
Oggi assistiamo a frequenti episodi di razzismo contro i neri che per l’estrema povertà in cui vivono sono costretti a lasciare i loro stati di appartenenza e a trasferirsi altrove spesso in condizione di clandestinità.
In questi paesi gli immigrati si trovano a vivere in condizioni penose e vengono sfruttati nel lavoro in cambio di pochi soldi ma, nonostante questo, vengono accusati di rubare il lavoro ai cittadini.
Siamo nel ventunesimo secolo e purtroppo esistono ancora numerose forme di discriminazione razziale, ciò dimostra come la coscienza storica non aiuta ad evitare di commettere sempre gli stessi errori.
16.1.2010
UN PREZIOSO INTERVENTO DELLA NOSTRA SOCIA, DOCENTE DI LETTERE AL CERBONI, NONCHE' SCRITTRICE, GIORNALISTA E POETESSA, OLTRE CHE AMICA. (vedi nota 2 più sotto) SAREMO SEMPRE PIU' UNA SOCIETA' MULTICULTURALE |
di Maria Gisella CATUOGNO |
(*) L'OMAGGIO ALLO STUDENTE-UNA SERIE DI PUBBLICAZIONI- E' STATO OFFERTO DALL'APT DELL'ARCIPELAGO. PREMIO ANDATO ANCHE A CHIARA MAROTTI, ASSENTE ALL'INCONTRO PERCHE' IMPEGNATA IN ALTRA SEDE. L'INCONTRO VERRA' REPLICATO ALL'ISIS FORESI ENTRO MARZO . (SAMB) |
(nota 1)Notizie su Raffaello Ciucci, sociologo Unipi
Presidente del Consiglio Aggregato del Corso di Laurea di Scienze Sociali (durata anni) , Servizio Sociale (durata anni) , Sociologia (durata 2 anni) , Programmazione e Politica dei Servizi Sociali (durata 2 anni)
Vice Preside Facolta' di Scienze Politiche
DAL SITO
http://arp.unipi.it/listedoc.php?ide=009188&ord=C
-
Libro di ricerca
- Raffaello Ciucci,Generare e corrompere. Giovani e generazioni: materiali di ricerca e ipotesi interpretative,tot.pag. 148,edizione Pacini Fazzi,1996
- Raffaello Ciucci,Il nome e le domande. Luoghi della soggettività nella "modernità riflessiva".,tot.pag. 216,edizione Angeli,2000
- Raffaello Ciucci,La comunità inattesa,tot.pag. 172,edizione Servzio Editoriale Universitario,2005
Capitolo, parte o articolo in libro
- CIUCCI RAFFAELLO,Emarginazione e marginalità in Introduzione alla sociologia,pp 306, 324,tot.pag. 18,2006
Articolo, saggio o studio originale in volume
- Raffaello Ciucci,Introduzione in Disagio giovanile. Dalla conoscenza alla prevenzione, Marengo,tot.pag. 0,1996
- Raffaello Ciucci,Emarginazione e marginalità in Introduzione alla sociologia,pp 593, FrancoAngeli,tot.pag. 0,1996
- Raffaello Ciucci,Comunità e associazioni: tra pubblico e privato in Pubblico e privato. Italian and American Experiences,pp 193, 205, Ipermedium,tot.pag. 12,1998
- Raffaello Ciucci,Asimmetrie e conflitti tra le generazioni in Generazioni,pp 35, 59, Donzelli,tot.pag. 25,1998
- Raffaello Ciucci,Pluralismo, soggettività e orientamenti politici in Giovani e democrazia in Europa,pp 317, 349, Cedam,tot.pag. 32,1999
- Raffaello Ciucci,Youth an Subjectivity in Italy in Millenium Haze,pp 63, 73, Angeli,tot.pag. 11,2000
- Raffaello Ciucci,Introduzione in Città, cittadinanza e Welfare municipale,pp 11, 21, Baroni,tot.pag. 11,2001
- Raffaello Ciucci,Rischio, vulnerabilità, sicurezza in La sicurezza come sfida sociale,pp 19, 40, Angeli,tot.pag. 22,2004
- CIUCCI RAFFAELLO,Radicale ingratitudine in I conflitti,pp 132, 134,2009
Articolo, intervento o relazione in atti di congresso, rassegna e recensione critica
- Raffaello Ciucci,Adolescenza lunga: il caso della famiglia italiana, Un dialogo tra istituzioni, un dialogo tra generazioni, pp 43-60, Castiglioncello,vol. 158,2002
- Raffaello Ciucci,Ivan Illich. La profezia conviviale, I buoni maestri, pp 38-41,vol. 44,2003
Recensione, prefazione, voce enciclopedica, catalogo, carta geologica ufficiale, editorial board di riviste
- CIUCCI RAFFAELLO,Stati di pace, di Luc Boltanski, 119,2008
- CIUCCI RAFFAELLO,Carnevale come forma di identità collettiva, Cristina Gemignani, 31,2009
- (nota 2)
- Maria Gisella Catuogno è nata a Cavo (Isola d’Elba); dopo vari soggiorni in continente, abita stabilmente a Portoferraio da trent’anni, è sposata e ha tre figli.
Laureata in Lettere all’Università di Firenze, insegna Italiano e Storia in un Istituto Tecnico. Il suo rapporto con la scrittura è sempre stato rimandato, per impegni professionali e familiari, fino a cinque anni fa circa, quando è scattato l’impulso irresistibile di mettere finalmente mano alla penna e alla tastiera del computer. Ha così partecipato ad un concorso per la pubblicazione di una raccolta poetica e quasi contemporaneamente ha cominciato a pubblicare racconti e poesie in un sito di scrittura on line.
Da queste esperienze sono nati i suoi tre primi lavori: Parole per amore (Ed.Libroitaliano, Ragusa) Il mio Cavo tra immagini e memoria (autoedito, un omaggio al suo paese natale) e Mare, more e colibrì (Ed. Studio 64, Genova). Racconti e poesie sono stati pubblicati su varie antologie (Navigando nelle parole. Vol. 24, Ed. Il filo; Lo specchio, Ed. Liberodiscrivere; Antologia italiana, Libroitaliano; Pensieri d’autore (9) e L’amore, la guerra Ed. Ibiskos ecc). Ha ottenuto riconoscimenti e segnalazioni tra i quali primo premio di poesia Anna Maria Salerno, Roma, 2006 con Dal mare s’impara; primo premio di poesia Bartolommeo Sestini, Capoliveri, Isola d’Elba, 2006 con Sul mare di Lacona; finalista nell’ultima edizione di poesia Autori per l’Europa; primo premio di narrativa Gente di mare Viareggio aprile 2007; primo premio di poesia Montegrotto Terme con Stillano i giorni, settembre 2007.
Collabora al mensile L’isola di Capri Anacapri e costiere; e al trimestrale Lo scoglio dell’Isola d’Elba. Per definirsi, preferisce ricorrere a questi versi:
Gabbiani
Negli stormi dei gabbiani/ incombenti sulla marina,/nella loro perenne sospensione/tra finito e infinito,/
nell’orgoglioso sguardo/ specchio e memoria/ di sconfinati orizzonti/ placide bonacce/ rabbiosi fortunali,/ nell’inquieto cercare /e instabile sostare,/leggo la mia stessa natura:/la costanza irrequieta/ l’indagine perpetua/l’incapacità/ di voltarmi/ a guardare/appagata/ il volo già compiuto. - dal sito http://www.liberodiscrivere.it/autori/schedaautore.asp?AnagraficaID=18099&vedi=1
sabato 16 gennaio 2010 - 11.48
15.1.2010
Di particolare valore il meeting che abbiamo attuato oggi per rispondere alla domanda "L'Italia è razzista?" e di cui diciamo solo qualche cosa (poi daremo cronaca più dettagliata) tanto per evidenziare il successo dell'iniziativa, grazie alla disponibiltà del Cerboni guidato da Grazia Ceccherini, dei vari protagonisti intervenuti cone Barbetti della coop Arca, l'assessore Muti, Virginia che gestisce il forum Luana Rovini (presente la mamma Raffaella), diversi immigrati che sono intervenuti, docenti come Catuogno, Battini e altri e apppunto i tantissmi studenti. Presente anche la giornalista Valentina Landucci de Il Tirreno e il prof. Ciucci (Unipi) sociologo ha saputo dare input di valore sulla tematica, compresa una riflessione sugli episodi di Rosarno e tornerà per l'incontro con l'ISIS FORESI sul medesimo argomento.
Alle due scuole partecipanti (Itcg Cerboni e Media Pascoli, circa 160 studenti) sono stati consegnati gli opuscoli stampati dal "Pertini" con l'Elbaprint e che d'intesa con insegnanti e dirigenti saranno usati dagli studenti per fare ulteriori riflessioni sul tema del razzismo. Enrico Lupi 5 Igea è stato premiato con pubblicazioni offerte dall'Apt dell'Arcipelago, per la bontà del suo messaggio contenuto nel nostro forum.
Intanto pubblichiamo da LIBERA un intervento di Don Ciotti
Da Libera
Intervista a don Luigi Ciotti sulla rivolta a Rosarno
Don Luigi Ciotti e la «guerra» di Rosarno. «Libera», l'associazione nata per
combattere le mafie, ha un ruolo importante, in questo pezzo di Calabria dominato (in larga
parte) dalle famiglie dell'ndrangheta. «I miei ragazzi sono lì, queste persone vanno
difese...».Che fare, adesso? «Posso dire che a Rosarno è sempre stata attiva una diffusa
rete di solidarietà tra la popolazione locale e gli immigrati, le comunità cristiane
e non solo. C'è una cultura molto radicata tra la gente, quella di offrire aiuto, in modo
concreto...il cibo, i vestiti, il sostegno di ogni giorno. Ma ogni dettaglio dell'accoglienza, la
gestione del circuito perverso delle "assunzioni", dei rifugi in cui queste persone in cerca di
lavoro sono costrette a vivere è da sempre nelle mani della mafia. Il clima di violenza, la
ribellione che ne è seguita, nascono da qui».
Anche le reazioni degli immigrati sono state violente.
«Dobbiamo dirlo nel modo più chiaro possibile, la violenza va sempre respinta, anche se chi la
pratica, come in questa occasione, ha mille buone ragioni. Sì, hanno avuto una
reazione esagerata ma ora bisogna tentare di capire. Le mafia che controlla il territorio
sfrutta nel modo più crudele possibile gli immigrati. E lo fa con cinismo e con una spietata
determinazione. E con il ricatto. Mi sembra che le istituzioni si stiano muovendo in modo
corretto, offrendo anche garanzie e una prima forma di tutela. E' la direzione giusta, la
repressione, da sola, non serve».
Maroni ha individuato nella clandestinità dei caporali della mafia per tenere sotto
controllo i lavoratori-schiavi. E' d'accordo?
«Sì, perchè le menti criminali che gestiscono ogni minimo aspetto dello sfruttamento,
sanno che gli stranieri irregolari non possono neanche tentare di ribellarsi. Sono senza
documenti, senza nessuna tutela da parte dello Stato, la loro unica possibilità è quella di
subire, e di lavorare, per paghe misere. Trattati peggio delle bestie, provocati sistematicamente, privi di dignità e di ogni elementare diritto. E' quasi inevitabile che situazioni di questo genere, alla fine,
generino la violenza. Lo scontro in atto con la popolazione locale, con cui da anni s'era stabilito un
buon rapporto, è solo la causa diretta del modo di gestire il lavoro da parte delle
organizzazioni criminali».
Come intervenire?
«C'è una sola linea. Quella di liberare il territorio dalla criminalità organizzata,
sradicare le attività gestite dagli esponenti delle famiglie dell'ndrangheta. Per farlo, è
necessaria un'azione concorde di tutte le istituzioni dello Stato, non solo di segmenti isolati della
società civile. Non è una guerra, questa, che si combatte una tantum, sull'onda emotiva di un
fatto spiacevole o sanguinoso. L'eco della rivolta di Rosarno presto si spegnerà. Ecco.
L'azione di contrasto deve proseguire senza arrestarsi, sino a quando non saranno spazzati
via i caporali e chi li comanda».
I lavoratori stranieri, ultimo anello della catena. Come difenderli?
«Il racket, con loro, può esercitare il massimo livello di violenza e intimidazione. Anche
la sparatoria che ha innescato la rivolta va considerata come un messaggio preciso, per
intimidire chi non vuole rassegnarsi, chi tenta di ribellarsi ai soprusi. I lavoratori si
spostano da un territorio all'altro, seguendo i cicli delle stagioni e delle raccolte. E per questo
sono ancora più indifesi, veramente gli ultimi. Accettano ogni tipo di condizione, anche la
più iniqua, pur di sopravvivere. Potranno liberarsi dalla mafia solo attraverso la bonifica di
questi vasti territori. Distruggere il male alle radici. Togliere una volta per tutte alle cosche il
controllo delle attività economiche. Altro non c'è».
Massimo Numa su La Stampa |9 gennaio 2010
Dormitorio degli immigrati a Rosarno
12.1.2010
Il forum non è mai chiuso si diceva. Ecco purtroppo, dopo i fatti di Rosarno dove c'è stata la cosidetta "Rivolta degli schiavi", un altro episodio di violenza che potrebbe avere matrice razzista, ma non è certo. Rimane valido il concetto che la massa di italiani non è razzista, ma alcune minoranze senza dubbio esprimono contrasti verso il "diverso" e i media fanno da lente d'ingrandimento. Stiamo per attuare venerdì 15 l'incontro dibattito su questi temi, come detto in altra parte del sito. Ecco la notizia che viene da Firenze. (s.b)
11/01/2010
Immigrato dato a fuoco, De Zordo: "Condanna per l'atto, solidarietà per la vittima"
dal sito
http://press.comune.fi.it/hcm/hcm5353-1_2_1-Immigrato+dato+a+fuoco,+De+Zordo:+%22Condanna+per+l'.html?cm_id_details=48334&id_padre=4473
Questa è la notizia riportata dai giornalisti sull'accaduto. Come possiamo vedere, all'interno dell'articolo non ci sono elementi che spieghino perchè l'uomo ha reagito così o perchè fosse iniziata la lite. Il colore della pelle dei due uomini, e la loro nazionalità, è saltata agli occhi dei giornalisti ma ciò potrebbe non avere nessun legame con l'accaduto. Se fossero stati due bianchi o due persone di colore, la notizia avrebbe destato tanto scalpore? Sicuramente ogni atto di violenza va condannato e non può essere in alcun modo giustificato, ma bisogna riuscire ad estrarre quel poco di oggettivo che sta dietro ad ogni notizia senza correre inutilmente al riparo dal razzismo o da altri fenomeni quando, come in questo caso, si tratta solo di montature mediatiche e supposizioni.(VIRGINIA)
Virginia oltre la sua riflessione sul comunicato dell'assessore De Zordo, le ha scitto le sue osservazioni come vediamo qui sotto e De Zordo ha risposto.
Salve sig.ra De Zordo,
ho letto ciò che ha detto riguardo al fatto che si è consumato ieri in via della Chiesa e vorrei farLe presente che Lei ha affermato: "E' scioccante il ripetersi di questi atti violenti nella nostra città contro i soggetti più deboli, troppo spesso cittadini immigrati o comunque ritenuti "diversi", come omosessuali". Perciò Le chiedo: quali sono i dati oggettivi che dimostrano che questo atto di violenza fosse indirizzato verso un immigrato in quanto tale? L'uomo di cittadinanza italiana stava litigando con l'uomo di cittadinanza marocchina, ma non sono note le cause del litigio o del gesto dell'uomo. E perché definiamo gli immigrati e gli omosessuali più deboli? Sono persone come tutte le altre, la loro condizione (cittadinanza o preferenze sessuali) non prevede una disabilità.
Credo che sia giusto condannare qualsiasi atto di violenza e che non esista nessun tipo di giustificazione per un gesto simile, ma bisogna ricordare che è stato compiuto verso un altro essere umano e già questo è gravissimo. A meno che non esistano dati oggettivi per affermare che sia stato un atto razzista, questa è DISINFORMAZIONE.
Infine è discriminazione definire un immigrato o un omosessuale "soggetti più deboli" perché anche in questo non c'è niente di oggettivo.
La ringrazio per l'attenzione che sono certa mi dedicherà.
Distinti saluti,
Virginia Campidoglio.
Gent.Sig.ra Campidoglio,
ha ragione rispetto allo specifico: il comunicato voleva, nella sua genericità ,sottolineare un problema generale.
C'è un aumento di atti violenti che non necessariamente hanno nella diversa nazionalità o nelle abitudini sessuali dell'aggredito la propria motivazione, ma che nella degenarazione della rabbia vengono accompagnati da frasi razziste.
Questo pare sia accaduto in via della Chiesa, ed è certamente accaduto più di una volta nei confronti di persone omosessuali.
Quanto al ritenere coloro che vengono spesso percepiti come "diversi" soggetti deboli, è un dato di fatto che la loro debolezza non è certo di tipo fisico, ma sociale, sono persone che subiscono spesso, e non da ora, varie forme di discriminazione e non hanno adeguata rappresentanza.
Questo era il senso del comunicato, mi scuso se la forma si prestava a fraintendimenti e La ringrazio per l'attenzione.
Distinti saluti
Ornella De Zordo
1.1.2010
Il primo forum lo consideriamo "concluso" , ma come detto in altra parte del sito, per la verità nessuna tematica è mai definita, terminata. Il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha dato indicazioni che esprimono importanti concetti sul tema del razzismo in Italia. Ecco qua sotto una parte del discorso presidenziale:
Solidarietà significa anche comprensione e accoglienza verso gli stranieri che vengono in Italia, nei modi e nei limiti stabiliti, per svolgere un onesto lavoro o per trovare rifugio da guerre e da persecuzioni: le politiche volte ad affermare la legalità, e a garantire la sicurezza, pur nella loro severità, non possono far abbassare la guardia contro razzismo e xenofobia, non possono essere fraintese e prese a pretesto da chi nega ogni spirito di accoglienza con odiose preclusioni. Anche su questo versante va tutelata la coesione, e la qualità civile, della società italiana.
08/04/09
DAL BUDDISMO UNA SOLUZIONE AI PROBLEMI DEL MONDO
Carissimi giovani,
anche se vado per i 45 , vivo con apprensione la mancanza di stimoli , quali valore dei rapporti, rispetto e soprattutto educazione.
Ritengo che il razzismo sia dovuto all'ignoranza di percepire, che ogni persona è un universo meraviglioso, così come è , con le sue caratteristiche e diversità.
La filosofia che ho abbracciato , ormai da qualche anno, è il Buddismo di Nicheren Daishinin, in cui si percepisce la meravigliosa diversità e valore di ogni individuo proprio per la diversità mantenendo un cuore puro volto alla pace ed al rispetto.
La Soka Gakkai, l'associazione laica, non governativa che promuove questa educazione al valore dell'individuo, si batte per i diritti umani, con lo scopo di assicurare la pace mondiale, facendo mostre come quelle svoltesi a Portoferraio alla De Laugier, ed altre in tutto il mondo .
Con grande gioia invio il sito in cui è possibile vedere i giovani a lavoro.
Un grande in bocca al lupo
Federica
http://www.sgi-italia.org/cosa/mostre.html
03/04/09
E’ COLPA DEL CONTESTO SOCIALE
Personalmente penso che la crescente violenza e criminalità soprattutto a livello giovanile, derivi dalla mancanza di valori morali nella società e non dal razzismo, infatti non reputo l’Italia un paese razzista, altrimenti non potrebbe crescere così velocemente il numero di stranieri nel nostro paese.
Sia chiaro che dicendo questo non intendo dire che non accadano atti di razzismo in Italia, anzi, ritengo che fatti del genere debbano essere puniti severamente.
Ma tornando al primo discorso affrontato volevo aggiungere che oltre alla scadenza di valori morali va considerata anche la frustrazione dovuta al fatto che i media trasmettono continuamente notizie di crimini, creando così nell’opinione pubblica l’idea di vivere in un paese “malvagio”, cui si somma la rabbia per una deficienza di giustizia sociale. Tutto questo spinge molti a “giustificare” i criminali, in quanto vengono loro imposte pene ridicole, e alcuni addirittura a commettere reati.
(E.L.)
01/04/09
HO UNA RAGAZZA CROATA: NO AL RAZZISMO, SI' ALLA CAPACITA' DI CAMBIARE E DI CREDERE NELL'AMORE
A mio avviso il razzismo è la manifestazione della debolezza umana.
Credo che negli interventi che ho letto sul forum vi sia scandito molto bene il senso della mia frase, perciò non voglio essere ripetitivo e dilungarmi in cose già dette da altri. Qualcuno parla di malattia, qualcun'altro di natura e tanti altri modi per descrivere questo fenomeno molto bene. Io vorrei riflettere sul suo superamento, sulla sua scomparsa.
Per me il razzismo può essere superato e trasformato in convivenza serena e pacifica, e in taluni casi può dare un'occasione per creare una bella amicizia in armonia e in amore fraterno. Certamente occorre essere capaci di farlo, occorre credere nei valori del rispetto reciproco e dell'interesse per l'altro, altrimenti tutto diventerà vano e forzato, difficile da realizzare.
Le vecchie abitudini vanno sostituite con delle nuove, occorre soltanto abituarsi a cambiare e smettere di credere che il razzismo sia uno stato di fatto immodificabile. Col tempo tutto cambia. Ci credo fermamente.
Dico questo perché credo nella concezione dell'uomo inteso come una meraviglia della natura, qualsiasi siano le sue origini, il suo credo o la sua pelle. E credo che questa visione ha rispetto dell'altro come se fosse sé stesso.
Vivo giorno dopo giorno una bellissima relazione con una ragazza croata, e credo di essere cresciuto tantissimo in questi anni di relazione con lei. La diversità che ci ha distinto ci ha dato l'occasione per crescere reciprocamente.
Il razzismo subentra per paura dell'altro e per quello che questi ci chiede di cambiare in noi. L'altro è portatore di un cambiamento, di una crescita, di una domanda, di una riflessione, e se non siamo pronti a crescere allora reagiamo con paura e razzismo, è una debolezza umana, ma è sufficiente averne consapevolezza per provare a cambiarla in sicurezza e in maturità. Concludo dicendo che il razzismo può farci crescere e maturare, non perdiamo l'occasione per migliorarci.
Saluti agli elbani e ai lettori del forum. Davide Acciaroli
01/04/2009
FORME DI VIOLENZA GIA' NELL'INFANZIA, OCCORRONO PUNTI DI RIFERIMENTO VALIDI PER FAVORIRE LA CONVIVENZA CIVILE
Leggo con piacere l'iniziativa del forum di creare uno spazio di discussione per e dei giovani.
Se davvero si vogliono cambiare le cose nell'attuale società si deve dare voce ai giovani, ascoltando le loro idee e le loro riflessioni.
Lavorando con i bambini mi sono resa conto che purtroppo i fenomeni di violenza e di bullismo si stanno verificando anche tra i bambini delle scuole elementari e, se vogliamo, si possono scorgere anche delle avvisaglie tra i bambini della scuola dell'infanzia, sebbene siano gesti ancora inconsapevoli, che se non curati e corretti possono sfociare in situazioni poco piacevoli.
Ecco perchè credo che fin da piccoli si debbano abituare i bambini a comprendere quei gesti che possono compromettere la convivenza civile e in molti casi la loro crescita. Purtroppo i modelli proposti dai media e dalla società mostrano solo che vince il più forte e chi ha il predominio sull'altro, rendendo difficile qualsiasi azione educativa. Perchè ti senti rispondere che tanto "tutti fanno così, e quindi lo posso fare anche io!!"
A casa mia la legge del "lo fanno tutti" non ha mai funzionato. Le cose si fanno se si è convinti e se sono utili per la crescita. E devo dire che questo mi è servito: mi ha aiutato a scegliere tante volte, a costruirmi come persona e ad affrontare anche tante situazioni dove spesso ero la sola a non fare come gli altri.
E' sicuramente molto difficile andare contro corrente, ma se hai alle spalle valori in cui credere, che ti hanno sempre aiutato, da grande vedi tutto sotto un'altra luce.
I bambini hanno bisogno di punti di riferimento. Troppo spesso vediamo bambini piccoli allo sbando, bambini cresciuti nella sofferenza, bambini che non conoscono l'amore. Che cosa ci possiamo aspettare? Ecco allora che il compito più grande viene affidato alla scuola, una scuola che dove veramente il bambino sta bene e ci va volentieri, una scuola dove trova quella protezione e quel conforto che da altre parti non gli sono donati.
Una scuola finalmente a misura di bambino.
E' dall'esempio concreto che i bambini impareranno a comportarsi di conseguenza. Una scuola che affronta a 360° i problemi del quotidiano che propone soluzioni concrete che fanno crescere.
Mentre scrivo mi è torna alla mente una poesia che avevo trovato qualche anno fa e che mi farebbe piacere condividere con voi, perchè rappresenta la mia idea.
I bambini imparano
Se il bambino vive nella critica ,
impara a condannare.
Se vive nell’ostilità,
impara ad aggredire.
Se vive deriso,
impara la timidezza.
Se vive vergognandosi,
impara a sentirsi colpevole.
Se vive trattato con tolleranza,
impara ad essere paziente.
Se vive nell’incoraggiamento,
impara la fiducia.
Se vive nell’approvazione,
impara ad apprezzare.
Se vive nella lealtà,
impara la giustizia.
Se vive con sicurezza,
impara ad avere fede.
Se vive volendosi bene,
impara a trovare
amore ed amicizia nel mondo.
Vi ringrazio per questo spazio.
Chiara
31/03/09
UNA CLASSE RIFLETTE :PUNTARE SUL GIUSTO RUOLO DEI MEDIA, NON SIAMO RAZZISTI,
LE CULTURE DIVERSE ARRICCHISCONO, BISOGNO DI LEGALITA'
Carla Gagliardi, docente della media Pascoli ha fatto intervenire nel forum diversi ragazzi della sua classe.
Hanno fatto il classico tema; ecco dei flash estratti dai loro scritti.
Simone
Sento spesso pronunciare la frase : "L'Italia è sempre più un paese razzista", in particolare nei maggiori telegiornali. Secondo me l'Italia non è un paese razzista, anche se alcune persone mettono in atto cattive azioni, come l'emarginazione dei ragazzi di colore o verso i diversamente abili, per cui c'è violenza verso alcuni compagni e insulti ai non italiani. A mio parere gli immigrati in Italia dovrebbero avere un lavoro regolare, in modo che non abbiano bisogno di andare a rubare. Ci vogliono leggi più severe.
Sara
Molte volte gli italiani sono stati accusati di essere razzisti, ma secondo me non è così.
L'Italia è fatta di gente solare pronta ad accogliere tutti coloro che rispettano i nostri usi e costumi.
Molti italiani sono dovuti emigrare all'estero e hanno fatto i lavori più umili e faticosi e anche loro sono stati emarginati, discriminati. Oggi è aumentato però il divario tra i paesi poveri e quelli sviluppati e in molti hanno visto l'Italia come un paradiso venendo in massa, dal mare e per via terra, come rifugiati politici e persone in cerca di lavoro. Gli italiani sono un po' diffidenti, ma abbiamo sempre aiutato chi si è presentato per lavorare onestamente. C'è però un clima di precarietà dove tutto è possibile, tanto non c'è punizione e se c'è, è minima, e questo ha fatto venire delinquenti di mezza Europa da noi. Dobbiamo garantire casa, lavoro a chi viene nel nostro paese e non lasciarlo in strada, nelle mani della delinquenza. Negli asili e nelle scuole ci sono bambini di tante nazioni che arricchiscono con le loro culture diverse dalla nostra conoscenza.
Veronica
Secondo me non siamo realmente un paese di razzisti, anche se alcuni fatti portano le persone ad esserlo. Esistono pensieri razzisti e sinceramente un po' li condivido, non trovo giusto che debba rimetterci il nostro paese per questa situazione. Ma ci sono anche molti immigrati laureati che lavorano e sono la dimostrazione che non tutti sono uguali, che sono diversi dagli esempi negativi.
Andrea
Purtroppo il razzismo è una piaga sociale che non si può davvero trascurare.
Ogni nazione pensa di essere la migliore del mondo, con poche eccezioni, ognuno ama il luogo dove è nato o cresciuto e non vorrebbe mai lasciarlo, Ognuno cerca di essere il migliore, ma la storia, da sempre, ci insegna che ogni primato dura poco.
Diego
Nel mondo sta crescendo sempre più il razzismo e con questo anche l'emarginazione per le persone di colore, gli albanesi, i rumeni eccetera. Si sta tornando ai tempi del fascismo, quando ebrei e persone di altri luoghi o religioni venivano perseguitati. In Italia ci sono molti razzisti, ma buona parte delle persone cercano di far entrare ed integrare gli extracomunitari nel nostro paese.
Ilaria
Razzismo è quando si emarginano, si picchiano, si fanno violenze alle persone che hanno il colore della pelle, la religione e la nazionalità diversa dalla nostra. Io non penso che il nostro paese sia razzista. Delle persone dicono di non essere razziste, però appena vedono gente proveniente dal Marocco, dalla Romania le insultano anche se non hanno fatto niente di male. Poco tempo fa alla televisione hanno detto di essere intervenuti in un campo Rom, dove credevano di trovare tante persone ignoranti e invece hanno trovato persone laureate in ottime scuole. Bisogna accettare le persone considerate diverse e anche loro devono capire che non possono cambiare la nostra cultura.
Guido
Siamo tempestati tutti i giorni dalla televisione, dai giornali, da notizie di violenze, furti, stupri e così il nostro paese, che da almeno 15 anni è terra di immigrazione, viene messo in cattiva luce. Il problema sta in quelle persone irregolari, costrette allo sfruttamento, al lavoro nero e a condizioni di vita impossibile e c'è anche chi campa con mezzi illegali commettendo crimini. Noi italiani non abbiamo nessun tipo di avversione verso chi si è integrato in modo totale e anche verso chi non è regolare, ma vive onestamente. Non siamo razzisti, ma persone che non amano l'illegalità e la violenza.
Giulia
Le radici del razzismo sono antiche, un esempio di razzismo è la presunzione di superiorità della razza, affermata da Hitler. Il razzismo riguarda anche le differenze religiose, politiche, economiche e di sesso ed anche, talvolta, verso i disabili che sono considerati dei diversi. Da questo derivano comportamenti di intolleranza che avvengono in molte parti del mondo. Un ragazzo è stato bruciato da un gruppo di giovani, che non sapevano cosa altro fare; si parla di razzismo dicendo che non ci riguarda, ma siamo sicuri di essere aperti verso chiunque?
Cristina
In Italia c'è molta gente che considera le persone provenienti dall'Africa, dall'Albania, diverse sia per il colore della pelle, sia per la forma della faccia o per il modo di pensare e i genitori trasmettono ai figli questi pensieri, che arrivano anche attraverso il telegiornale e massi media, che parlano di attentati ai ragazzini. Quindi c'è chi cresce con odio e disprezzo verso questa gente. A mio parere non si deve giudicare un libro dalla copertina, ovvero non dobbiamo giudicare una persona da come si mostra, da come si veste, ma da quello che ha dentro.
Laura
L'emarginazione razziale è un argomento molto delicato di questi tempi. Infatti nel popolo italiano si sta diffondendo la xenofobia, la paura dello straniero. Questo a causa delle violenze da parte di alcuni extracomunitari, che sono avvenuti in questi ultimi mesi. Penso che se proseguono violenza di questo genere, l'Italia, prima o poi, diventerà un paese razzista, perché molte persone penseranno che tutti gli stranieri sono come quelli che hanno commesso quei reati.
Al telegiornale ho sentito dire che in politica stanno discutendo sulla parola extracomunitario e addirittura il termine è diventato una specie di insulto. Io invece penso sia una parola come le altre.
31/03/09
ARGINARE IL RAZZISMO DI CERTI VIGLIACCHI
Gli italiani non sono un popolo di razzisti, almeno non tutti. Purtroppo esiste una minoranza di persone che compie atti razzisti contro persone socialmente deboli, persone di colore o che non sanno parlare la lingua italiana.
Questi vigliacchi si difendono dicendo che erano sotto l'effetto di droghe o non avevano nulla da fare per passare il tempo. Io credo che se si continua di questo passo sarà impossibile vivere in Italia...
31/03/09
DAI MEDIA FORTI SEGNALI DI RAZZISMO
"3 ragazzi, 29 anni e 19 anni i più grandi, e 16 il più piccolo, hanno confessato di aver bruciato un barbone nella stazione di Nettuno. Dopo una notte di sballi, di alcol e droga, hanno avuto l'idea al distributore di benzina. Si sono procurati una tanica e sono andati in giro "alla ricerca di un barbone". "Ora sono accusati di tentato omicidio in concorso".
Ho voluto iniziare il mio commento riportando, in primo luogo, l'articolo che è stato pubblicato dalla Stampa, poiché è stato un fatto che sicuramente sarà difficile da dimenticare o comunque non si smetterà di rifletterci sopra, perché ci chiediamo come possono solo passarci per la mente simili "obbrobri".
La domanda che ci viene posta è: gli italiani sono un popolo di razzisti? La prima risposta che mi passa per la testa è sì; purtroppo, il 2009, anche se da poco iniziato, ha già riportato decine di fatti di violenze nel nostro Paese. A mio parere questi fatti succedono, forse perchè essendo queste persone straniere e quindi non sapendo bene la lingua italiana, avendo culture e colore di pelle diverse ecc ecc, rispetto a loro, gli italiani si sentono superiori e forse anche per paura del "diverso" succede tutto ciò. E' vero anche che noi italiani abbiamo pregiudizi sociali radicati. Posso solo sperare che andando avanti con il tempo questi fatti non si sentono più.
Flavia
3 B Igea ITC G. Cerboni
30/03/09
INCONTRO TRA PAESI DIVERSI COME ARRICCHIMENTO
Penso che nel nostro Paese, ma anche nella nostra piccola realtà che riguarda l'Isola d'Elba, ci siano comunque casi di razzismo, sia per quanto riguarda gli adulti che per noi giovani.
Nella mia esperienza di vita non ho mai incontrato problematiche riguardanti casi di razzismo tra adolescenti, anche se più volte ho visto e sentito discussioni tra italiani e extracomunitari.
Ma perchè non cercare di capire, di accettare persone che si distinguono da noi solamente per il colore della pelle, per la cultura, per il modo di essere?
Perchè non accettare tutto questo che si potrebbe trasformare in arricchimento per ciascuno di noi?
Io capisco che tra i tanti extracomunitari che sono presenti in Italia ce ne sia qualcuno che non rispetta il nostro ambiente e causa problemi all'intera Nazione, ma come possiamo negare che tra noi stessi cittadini italiani ce ne sia qualcuno che allo stesso modo non rispetta l'altro?
La soluzione per risolvere questi contrasti, queste problematiche non è troppo complicata, bisognerebbe semplicemente rimpatriare chi non sa comportarsi nel modo corretto e apprezzare, integrare completamente chi invece è disposto a lavorare o ad andare in cerca di lavoro che spesso molti italiano si rifiutano di fare.
30/03/09
VINCERE IGNORANZA E VACANZA DI VALORI
Purtroppo oggi, nel nostro Paese, si stanno verificando orribili episodi di violenza nei confronti dei barboni, degli stranieri e delle persone di colore. Sembrerà strano ma questi fatti accadono spesso anche tra noi ragazzi.
Io conosco fin da piccola un ragazzo della mia età, di colore, che alle scuole elementari è sempre stato emarginato da tutti e solo ora, con il passare del tempo, sta cominciando ad essere appezzato dai suoi compagni.
Tutti questi atti di razzismo, se così si può definire, successi tra noi giovani e nel resto d'Italia nel 2009, che non sono pochi, sono compiuti da persone ignoranti e con assoluta mancanza di valori.
Il verificarsi di questi frequenti episodi ci sta portando a credere che l'Italia, se continuerà in questo modo, in futuro diventerà un Paese razzista.
Melania
30/03/09
TESTIMONE DI RAZZISMO: SI PUO' VOLER BENE A CHIUNQUE
Quando ero alle elementari avevo un amico di colore, che si era appena trasferito dal centro America. Ricordo che i miei compagni di classe lo prendevano in giro per il colore della pelle e lo facevano piangere spesso, io ci stavo male vedendo quelle cose, perchè gli volevo bene, ma cosa potevo fare per difenderlo? Ero piccola, lo facevo notare alle maestre, ma ogni giorno che passava lui si sentiva diverso ed inferiore a noi!
Ma questa non è stata l'unica forma di razzismo a cui sono stata testimone, ho visto anche una scena nella quale ad un ragazzo sulla sedia a rotelle veniva fatto pesare questo suo handicap.
Queste sono cattiverie, verso persone meno fortunate di noi, che ci soffrono già da loro, figuriamoci se ci mettiamo a prenderli in giro anche noi!
Io non sono per niente razzista, tanto meno verso la gente di colore, ho molti amici neri e gli voglio bene quanto ne voglio ai miei amici del mio stesso colore, non faccio differenza, anzi mi piace confrontarmi con qualcuno diverso da me.
Spero solo che con il passare del tempo queste vicende diminuiscono!
Sara Ferrera
30/03/09
NON ITALIANI? VANNO GIUDICATI DOPO LA CONOSCENZA
Secondo me alla domanda "l'Italia è un popolo di razzisti ?" non si può rispondere con si o no, questo perchè non tutta la popolazione la pensa allo stesso modo e di sicuro è divisa fra chi è razzista e chi no.
Io personalmente non sono razzista, a patto che gli extracomunitari vengano nel nostro paese con buone intenzioni, come trovare lavoro ecc., e non per fare i delinquenti, e non trovo giusto pensare che se una persona è extracomunitaria è per forza un delinquente.
Questo lo posso dire perchè conosco delle persone moldave e rumene e sono delle bravissime persone che sono ben accettate, come un mio amico, un ex compagno di classe, che è fra le persone più buone che conosco, o un bambino che vive nel mio paese che vedo, con piacere, che è accettato dai suoi coetanei.
Posso concludere dicendo che non bisogna giudicare una persona dal colore della sua pelle o dalla sua nazionalità, ma dalla sua personalità.
30/03/09
LA CONOSCENZA ALLA BASE DELLA CONVIVENZA PER ABBATTERE IL RAZZISMO
Conosco tante persone che non sono del colore della mia pelle, oppure non appartenevano sin dalla nascita alla cittadinanza italiana, ma devo dire che se una persona non la conosci, non puoi esprimere e dire quello che pensi su di lui/e, una persona va conosciuta. Per le mie esperienze conosco ragazzi non di origini italiane, ma sono ugualmente delle bellissime persone e inoltre devo dire che grazie a questo incontro tra individui di diverse culture, si scoprono davvero delle differenze grandissime, come il vestire, il mangiare, ma a volte si scopre anche una grande somiglianza di valori e di sensibilità (certamente questi ragazzi/e si dovranno adeguare ai nostri stili di vita). Cosa dire a proposito del quesito, se gli italiani sono un popolo di razzisti? Questo innanzi tutto deve rimanere un parere personale e non si deve generalizzare. Con esattezza non possiamo sapere se veramente l'Italia è cosi, magari per il 50% oppure magari per il 10% o il 20%. Secondo me proprio l'idea di razzismo deve essere cancellata, sennò andando avanti così, tutti gli sforzi è come se fossero buttati al vento.
30/03/09
LA TV PROPONE, ESCALATION DEL RAZZISMO?
Pensavo che oggi, nel 2009, queste forme di razzismo nei confronti degli stranieri non esistessero più o per lo meno si fossero "calmate"; invece ogni giorno la televisione ci racconta vicende assurde di ragazzi che, non gradendo la presenza di questi stranieri nel proprio quartiere li minacciano, li picchiano e certe volte hanno addirittura tentato di bruciarli.
Sono cose squallide e io personalmente per fortuna non ho mai assistito ad un fatto del genere, però penso che tutte queste vicende facciano dell' Italia un paese razzista o che si avvia ad esserlo.
Marzia Cara
30/03/09
RAZZISMO MALATTIA DA CURARE
Penso che in Italia, come in ogni paese, ci siano questo genere di problemi.
Non credo che alla base di questi problemi ci sia il razzismo, non credo che sia questa la causa degli atti "osceni" ai quali stiamo assistendo, anche perchè, a mio parere, al giorno d'oggi sono "poche" le persone che hanno ancora la mentalità razzista, ovvero i razzisti. Bensì credo che questi problemi siano dettati soprattutto dall'ignoranza che purtroppo è ancora diffusa nel nostro paese.
Secondo me il razzismo è un argomento di estrema gravità, e i modi con cui viene affrontato non sono assolutamente adeguati.
Il razzismo, per me, è una malattia molto grave che con il passare degli anni stiamo riuscendo a curare.
30/03/09
RAZZISMO? RISPETTO DELLE LEGGI E NO ALLA DROGA
Non credo che il popolo Italiano sia razzista, ma penso che i giovani di oggi vogliono sempre esagerare e questo accade solo perchè non sanno cosa fare e per ammazzare la noia di un sabato sera qualunque, si divertono a bruciare un povero barbone. Penso che la vera colpa sia della droga che brucia il cervello di quei giovani che facendo uso di sostanze stupefacenti non hanno la consapevolezza di cosa stanno facendo. In Italia non penso che sia molto elevato il livello di razzismo, ma credo che gli extracomunitari che vivono nel nostro paese si debbano comportare in un determinato modo, cioè rispettare le leggi.
Luca Barbetti 3A igea
30/03/09
VIOLENTI PER NOIA E PERCHE' I GENITORI NON SANNO DIRE NO
Come tutti sappiamo in Italia, ultimamente, si sono visti e sentiti al telegiornale parecchi episodi di violenza, dove le vittime sono poveri barboni stranieri o italiani. Secondo me queste gravissime vicende avvengono non solo perché c'è razzismo tra i giovani, ma anche perché i ragazzi di oggi vogliono sempre esagerare e questo solo perché non sanno più come divertirsi e come farsi notare dalla gente. Questo avviene per il semplice fatto che a noi, ai giorni d'oggi, non manca niente, tutto ciò che desideriamo ci viene dato. Infatti la causa maggiore di questo degrado è proprio questo secondo me! I genitori non sanno più dire NO e qualunque cosa chiediamo ci viene data.
In Italia il livello di razzismo non penso sia molto elevato. Si, certo, una piccola percentuale c'è, perché in tutti i paesi del mondo esiste, però non è elevato come potrebbe essere in altre regioni. Qui all'isola d'Elba, ad esempio, non credo ci siano tanti razzisti, ma ci sono quei gruppi di ragazzi che si fanno chiamare "gabber" (naziskin) che passano la maggior parte del tempo a importunare gli stranieri e drogarsi. Per me questi ragazzi si definiscono razzisti non perché lo sono veramente ma perché credono, che facendo quello che fanno, diventano "popolari" e purtroppo questo qualche volta accade.
30/03/09
CONFRONTO COME METODO DI CRESCITA
Salve ragazzi chi vi scrive non è più giovanissimo, ma come per tutti, la gioventù è una fase che passa bene o male. Proprio a questo proposito vi manderò una intervista scaricata via internet che fa al caso vostro e soprattutto ai vostri discorsi. Per quanto riguarda la mia esperienza invito tutti i giovani a mettersi in relazione con i grandi, ve lo dice uno che ha fatto sempre teatro e per questo ha sempre adottato tale sistema. Lo scambio di idee senza dividere i due mondi arricchisce se visto senza pregiudizio. Non abbiate timore a confrontarvi e crescere, chi non capisce in tarda età non capiva neanche in giovane età.
Un mio caro saluto ed un in bocca al lupo per il vostro forum.
Massimo Vice presidente dell'associazione "Accademia la fonte"
30/03/09
RAZZISMO PER STUPIDITA' E PENSIAMO AD ABOLIRE VIOLENZA E DROGA
Io credo che noi italiani non siamo un popolo di razzisti, perchè se lo fossimo stati non avremmo aperto le frontiere.
Ci sono anche persone che lo sono, ma più che razziste sono stupide, perchè non possono odiare e/o discriminare una persona solo per il colore della pelle o perchè non è italiana. Invece di pensare a queste cavolate dovremmo pensare a cose più serie, come le violenze sessuali su minori e su ragazze indifese ed essere un pochino più severi sul problema delle droghe e solo dopo aver aggiustato queste cose potremmo sentirci più liberi e divertirci meglio e senza paura.
MICHELE 3^a IGEA
30/03/09
RAZZISMO, GUERRE, INGIUSTIZIE, SARANNO SCONFITTI DALLA MUSICA
" Non ci piacciono le barriere e neppure le frontiere. Anche nella musica, la nostra passione, le contaminazioni portano più cultura, arricchiscono. E nelle differenze scopri le comunanze.Quando si tratta di emozioni da comunicare, abbiamo tutti qualcosa in comune. Come nelle ninne nanne del mondo, la prima forma musicale che sentiamo. Una volta abbiamo letto questa frase:"Quando la musica e la gentilezza saranno più apprezzate, allora non ci saranno più guerre". Né razzismo, aggiungiamo noi!"
Lorenzo e Jacopo
28/03/09
ANCHE IL PROF. GIUSEPPE TANELLI, SOCIO TESSERA N°1 DEL CIRCOLO PERTINI, CONTRIBUISCE AL FORUM CON UN SUO SCRITTO CHE FA RIFLETTERE.
"Attorno a 200.000 anni fa si ebbero, all’ Amiata le ultime manifestazioni vulcaniche toscane. Se le prime, quelle di Capraia , erano state viste dagli Oreopitechi , quelle amiatine furono vissuto dalle donne e dagli uomini del Paleolitico, dalle lontane radici africane, che già da alcune centinaia di migliaia di anni frequentavano la Valle del Fiora e la Toscana meridionale, i cui discendenti, probabilmente, un centinaio di migliaia di anni dopo avrebbero iniziato a percorrere anche il suolo elbano. Erano i discendenti di quegli homo erectus che, fino dall’ inizio del Pleistocene, dalle Grandi Valli dell’ Africa Orientale, avevano attraversato lo stretto di Suez ed erano migrati verso il nord geografico del Mondo, tracciando i sentieri del loro cammino in Palestina, Turchia, Balcani, per giungere nelle nostre contrade ottocento o novecento mila anni fa. Quando gli erectus toscani assistevano alle ultime eruzioni dell’ Amiata, nelle savane africane si evolvevano i primi sapiens- i nostri progenitori diretti- arrivati in Europa fra i 45 ed i 30 mila anni fa. Forse dobbiamo considerare anche questo , assieme al ricordo recente dei nostri migranti nelle Americhe e in Australia, quando affrontiamo la grande e multiforme sfida delle attuali migrazioni, e assistiamo ai deliri razzisti che a volte l’ accompagnano. ” Il razzismo non riguarda la biologia, ma solo l’economia e l’ antropologia culturale“, mi disse un amico americano una ventina di anni fa, camminando in una galleria scavata a quattro chilometri di profondità di una miniera aurifera del Sud Africa, ancora in pieno regime di appartheid. “…e riguarda anche l’ imbecillità umana “ aggiunse, quando volendo andare alla toilette, lui nato a Los Angeles, si trovò di fronte due porte. Nella prima era scritto : “ European only “ ; nella seconda : “ No European “. Poiché scrivere : White e Black, non era politicamente corretto."
( Estratto da : G.Tanelli, Screpolature geo-ecologiche. In : La Terra di Rio, Ed. Comune di Rio Elba,2007, pag.328 e seguenti)
Saluti a tutti e complimenti per il dibattito in corso.
Giuseppe Tanelli
26/03/2009
RAZZISTI?! Assolutamente no... ma dobbiamo risolvere problemi seri!
Secondo la mia esperienza personale ed avendo ogni giorno a che fare con persone di ogni ceto sociale ed età posso tranquillamente affermare che non siamo assolutamente razzisti... anzi fino ad oggi siamo stati uno dei paesi più tolleranti.
Abbiamo sempre aperto le nostre frontiere a tutti i tipi d'immigrazione e questo già dal dopo guerra in poi. Il problema è che la gente inizia ad essere stanca della criminalità in generale, della mancanza del lavoro, di istituzioni che non prendono provvedimenti seri per combattere il crimine il maniera radicale, di pene inadeguate e dell'immigrazione incontrollata.
In molti casi viene quindi più semplice accusare gli immigrati... ma attenzione... in molti casi le accuse non sono infondate perchè i dati delle forze di polizia confermano un aumento di questo tipo di criminalità soprattutto "micro criminalità".
In altri paesi c'è stato un notevole inasprimento dei provvedimenti contro l'immigrazione e credo che alla fine sarà necessario anche da noi, altrimenti nei prossimi anni gli episodi per così dire di "razzismo" aumenteranno!
Riccardo
26/03/2009
RINGRAZIO MARINELLA E GIORGIO: ATTENZIONE, I MEDIA DIFFONDONO CONVINZIONI PERICOLOSE
Sai Marinella, hai detto una grandissima verità:"siamo tutti uguali!". Ti posso dire per esperienza diretta che tutti vogliamo esattamente le stesse cose e non dipende certo dalla pubblicità. Quando mio padre è stato nella repubblica Democratica del Congo, i bambini gli chiedevano dei cellulari, eppure quei bambini non hanno neanche la certezza di un pasto al giorno e soprattutto non hanno una tv in casa che li bombarda di stereotipi impossibili(spesso non hanno neanche una casa dove tornare la sera).
Sono la prima a sostenere che i mass media non riescano più a dare una buona e oggettiva informazione, ma dicendo questo voglio significare, riguardo al nostro specifico argomento(il razzismo), che stanno diffondendo un credenza che non ha delle basi, che non ha un riscontro oggettivo!
Indubbiamente la violenza di cui sentiamo parlare è spaventosa ma chi può dire da cosa derivi? Che dati abbiamo per dire che la violenza è in aumento? O che questi atti siano rivolti solo verso delle minoranze(se così possiamo definirle)?
Bisogna fare molta attenzione alle notizie che riceviamo.. Chi parla o scrive spesso è un giornalista e la sua unica competenza riguarda la comunicazione, non le scienze sociali, non la psicologia o l'antropologia.
Soprattutto i telegiornali puntano sulle immagini, che sono ciò che più ci colpisce a livello emotivo e che distoglie la nostra attenzione su parti della notizia che devono essere riportate ma che i giornalisti non vogliono che colpiscano o che rimangano impresse. Purtroppo, per chi legge o ascolta non è automatico fare questa riflessione e finiamo per immagazzinare tutte le informazioni come giuste; in parte anche perché non abbiamo molto tempo per poter passare al vaglio ogni notizia. Questo scatena un fenomeno psicologico che si chiama euristica della disponibilità e cioè l'elaborazione di giudizi che si basano sulla facilità con cui riconduciamo gli esempi alla mente. In parole semplici: se sentiamo il racconto di atti razzisti o di discriminazioni, saremo portati ad interpretare ogni atto di violenza, o atteggiamento ingiusto, come un atto razzista!
Noi siamo semplicemente ciò che crediamo di essere; le nostre conoscenze e i nostri giudizi si basano sulle nostre credenze. Ecco perché è pericoloso il diffondersi di certe convinzioni!
Ciao e grazie anche a Giorgio per il vostro intervento,
Virginia.
PS:Il padre di Virginia, con altri volontari, gestisce l'associazione Elba No Limits che si occupa di aiuti concreti, da anni, verso i soggetti più deboli del Congo, sono rivolti in particolare alla Fondazione Viviane che si occupa di sostenere bambini diversamente abili (s.b)
25/03/2009
IL CONDIZIONAMENTO DAI MASS MEDIA È FORTE
In effetti, la cronaca degli ultimi tempi ci sta bombardando di notizie inquietanti. I fatti lasciano basiti anche perché non sono “giustificabili”, se così si può dire, da motivazioni chiare. Ad esempio una rapina ha uno scopo chiaro: Ottenere denaro.
I fatti violenti, di una violenza fine a se stessa come l’incendiare un barbone, è poco comprensibile. Se la domanda è se siamo razzisti, dato che prendendo in esame il caso appena citato il barbone era di nazionalità indiana, la risposta è si, siamo ANCHE razzisti, ma non solo. Nel senso che per me il razzismo non è la partenza e purtroppo nemmeno l’unico atteggiamento negativo che affligge la nostra società.
Infatti io penso che il razzismo, come la violenza sulle donne e le varie intolleranze, siano dovute ad una situazione che si manifesta ormai da decenni e che ora sia diventata preoccupante. Quando in una società pone in primo piano il mercato ed il successo economico tralasciando gli aspetti sociali, le relazioni fra le componenti della stessa cambiano ed anche molto. Qualcuno dice con strana soddisfazione che sono caduti i grandi ideali senza pensare che dalle vecchie “utopie” del passato non siamo riusciti a costruire nient’altro.
Idealismi refusi della seconda guerra mondiale, non solo quelle della vecchia Europa ma anche in Africa come i tutsi e gli utu. Oppure in Asia con popoli tuttora sconvolti da colpi di stato e massacri di massa dove i bambini vengono addestrati a diventare delle macchine da guerra. Arrivando infine alla diatriba pacifica dei monaci tibetani in lotta per avere la loro indipendenza e che vengono brutalizzati e massacrati dai soldati cinesi.
Il condizionamento dai mass media è talmente forte che, per non "farci pensare", negli organi nazionali di informazione non si parla di questi esempi di odio e razzismo.
Si parla di notizie spesso futili e noi, indifferenti a ciò che non riguarda "casa nostra", non si fa leva per sapere come questo povero piccolo mondo si sta inaridendo sempre di più. Questo mondo che, per colpa nostra, sta diventando solo una triste passerella di valori perduti. Ma da dove esce questo odio e razzismo?
Facciamoci un esame di coscienza... il condizionamento è totale, mi sembra che ormai non vi sia più spazio per l'individuo, siamo tutti uguali. Un livellamento per soddisfare il mercato che per sue esigenze ci impone una tecnologia che non sempre costituisce un effettivo progresso.
Marinella e Giorgio
21/03/2009
VERGOGNA PER LE VIOLENZE DI ADOLESCENTI, LO STATO NON DA' RISPOSTE VALIDE
Leggendo questi fatti di cronaca rimango scioccata. La leggerezza con cui sono esposti mi fa pensare che siano eventi ormai quotidiani, per i quali nemmeno ci scandalizziamo più. Ormai in Italia vivono moltissimi immigrati stranieri; essi non sono quasi più una minoranza, e credo che questo sia un ottimo stimolo per espandere la nostra cultura e dimostrare, soprattutto a noi stessi, che siamo un paese senza pregiudizi. Purtroppo non è così; perché quando vediamo o sentiamo parlare di uno “straniero”, la nostra mente gli associa subito un pregiudizio, o meglio qualcosa che lo rende diverso dagli altri, portandoci così a “etichettare” quella persona. Questo fatto è causato, secondo me, proprio da noi stessi cittadini, insomma dal popolo, che ormai da molto tempo diffonde il disprezzo per chi non è italiano. Ciò mi porta inevitabilmente a dire che l’Italia è un paese razzista. E’ vero, coloro che compiono atti di criminalità sono solo una minoranza, ma questo non vuol dire che tutti gli altri non abbiano dentro di sé dei pregiudizi.
Noto con vergogna che a compiere azioni di violenza sono soprattutto adolescenti; ciò è dovuto probabilmente al tipo di educazione che hanno ricevuto, e non solo dalla famiglia, ma anche dalla scuola, dalla televisione, dai videogiochi che incitano alla violenza, a volte esageratamente. Il problema perciò è profondo, e difficile da risolvere; lo Stato per primo dovrebbe promulgare l’uguaglianza e la convivenza tra le etnie; ma spesso non è così e anzi, fa il contrario.
(Viola D.B.)
20/03/2009
PAURE E INSICUREZZE ALIMENTANO IL RAZZISMO
Cara Virginia purtroppo, sebbene oggi, in molti paesi del mondo si parli di società multiculturali e multirazziali in cui sarebbero garantite la libertà di espressione e la tutela dei diritti umani, di fatto tali obiettivi non sono stati ancora raggiunti proprio a causa di rinnovati e insistenti fenomeni di razzismo e xenofobia che creano esclusione e sentimenti di alienazione in chi li subisce. Questo ci porta a fare una notevole considerazione: se, dunque, il problema di fondo è la mancanza di senso della solidarietà questo vuol dire mancanza di rispetto per gli altri, chiunque essi siano , e per i loro diritti. Il razzismo e la xenofobia sono forti cause di conflitto , noi tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa perché i tragici eventi del passato e i recenti fenomeni di razzismo siano combattuti più efficacemente.
Innanzi tutto è indispensabile informare,sensibilizzare ed educare l’opinione pubblica a partire dalle giovani generazioni affinché siano strumento di promozione di una nuova era, di una nuova società globale in cui siano rispettati i diritti umani di tutti senza distinzione di sesso, razza ,lingua o religione.
Secondo me , la difficoltà principale nell’affrontare il tema del razzismo e quello di rendere evidente il problema poiché è purtroppo una realtà diffusa la mancanza di consapevolezza. Addirittura, molte persone che affermano di non essere razzisti, spesso, più o meno inconsapevolmente evidenziano atteggiamenti di razzismo e di intolleranza molto forti.
L’Italia non è assolutamente un paese razzista anzi al contrario, però il malessere che il nostro paese soprattutto ultimamente sta vivendo fomenta tanta paura e insicurezza nei confronti dei cd “ stranieri”. In Italia manca , ahimè, una rigida applicazione delle norme penali: questo è una lacuna che è, a mio avviso, concausa di molti eventi negativi che colorano il nostro paese.
(Paola Adilardi)
19/03/2009
AMICIZIE ED ESEMPI PER SCONFIGGERE EMARGINAZIONE
Ho visto qui a scuola compagni che hanno atteggiamenti strani nei confronti dei ragazzi non elbani e in particolare quelli di colore, però ho anche visto belle amicizie tra giovani di razze diverse. Quindi secondo me dipende anche dalle situazioni, dalla capacità di qualche ragazzo di avere un buon rapporto senza stare a vedere il colore della pelle. Conta molto l’esempio della famiglia.
Quello che sentiamo dalla televisione è certamente preoccupante, e anche sull’isola si sente di episodi di violenza nelle scuole, o in giro, ma di solito il nostro ambiente è abbastanza tranquillo. Attraverso lo sport poi ci troviamo a contatto con tutti tipi di ragazzi e quindi possiamo fare conoscenza, amicizia, anche in questo modo. Sì, penso proprio che l’amicizia sia il modo per superare le divisioni, se ci si conosce tra giovani, le divisioni, i contrasti si possono annullare.
(Lorenzo )
16/03/2009
ITALIA NON E' RAZZISTA, IMPORTANTE RISPETTO DELLE REGOLE
L'Italia per me non è assolutamente un paese razzista, anzi al contrario, molto accogliente.
Anche se ci sono stati degli episodi che comunque hanno portato a dei disagi sociali, che sono stati interpretati come episodi di razzismo dai mass media, questo non significa che sia veramente così.
Credo che i veri episodi dettati dal razzismo siano la minoranza.
Penso che più che di razzismo si debba parlare di paura del diverso sovrapposta ad una mancanza di rispetto delle regole da parte di alcuni stranieri, che peggiora il rapporto tra italiani e immigrati.ci sono persone che vengono in Italia e rispettano le regole senza dimenticare la propria cultura d'appartenenza, ma di contro ci sono stranieri che arrivano e invece di integrarsi vogliono sovrapporre quelle che sono le proprie regole alle nostre senza rispettarle.
Purtroppo c'è la tendenza di fare di ogni filo d'erba un fascio, mettendo comunque a disagio molta gente che non c'entra niente.
Julian
12/03/2009
Noi italiani siamo rinomati nel mondo per la nostra accoglienza per cui non ci possiamo definire razzisti, anzi il contrario, probabilmente abbiamo esagerato nella accoglienza senza criterio e ci siamo ritrovati non a diventare razzisti, ma peggio: xenofobi.
Il razzismo è ignoranza, la xenofobia invece è un fenomeno che non può essere controllato ma è fomentato dall'insicurezza che viviamo ogni giorno.
Un altro fattore che peggiora il quadro sociale italiano è l'assenza sempre maggiore di valori che vengono sostituiti dall'uso di sostanze stupefacenti e divertimenti insensati
Ci manca in Italia un pò di severità, un pò di sacrificio,un pò di educazione e forse possiamo trarre del positivo da questa crisi per comprendere quelli che sono i valori che ci permettono di vivere serenamente nella società.
Un saluto a Virgi che in quanto chiacchierona avrebbe sicuramente scritto molto più di me (TERESA M.)
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