Un 25 aprile dedicato all'eroe Giuseppe Massimo

Comandante della Capitaneria nel 1943, col suo aiutante Rodolfo Vona tentò di salvare la città dal bombardamento e aderì al Comitato di liberazione. Fu perseguitato dai nazisti, fuggì a Firenze ma fu deportato e ucciso Mauthausen

LA CERIMONIA

Varato dal Comune il programma della festa della Liberazione. Ne dà notizia il circolo Perini: una riunione dal sindaco Mario Ferrari, presenti autorità civili, religiose e militari e le associazioni tra cui gli ex combattenti, ha definito l'evento. Alle 10,30 di sabato Don Crespi terrà la messa al Santissimo Sacramento, poi trasferimento in piazza della Repubblica per la deposizione della corona al monumento dei caduti. La filarmonica Pietri eseguirà alcuni brani, tra cui l'inno di Mameli, con a fianco il picchetto militare composto dalle varie forze armate presenti. Nell'occasione, su proposta del circolo culturale Sandro Pertini, sarà ricordato il Maggiore di Porto Giuseppe Massimo, Comandante della Capitaneria dal 1941 al 1944 il quale tentò di salvare la città dal bombardamento germanico del 16 settembre '43 e aderì al Comitato di liberazione. Fu perseguitato dai nazisti, fuggì a Firenze ma venne catturato, deportato a Mauthausen dove fu ucciso. Presumibilmente il 2 giugno prossimo, sarà anche deposta una targa commemorativa alla radice del pontile a lui dedicato. Sul sito Internet del "Pertini" è narrata la vicenda eroica di Massimo, coadiuvato dal suo aiutante Rodolfo Vona, ricordata da Mario Castells e Maria Grazia Vona.

PER RIVEDERE LA STORIA DEL 1943 CON PROTAGONISTI MASSIMO, VONA E CASTELLS  CLICCATE IL LINK QUI SOTTO ESPOSTO

http://circolopertinielba.org/index.php/progetto-memoria/302-che-giorno-e-che-notte-quel-16-settembre-1943

 

da tenews

 

IL SOCIO FONDATORE DEL PERTINI LANCIA UN MESSAGGIO

Amici, in questa gloriosa ricorrenza, faccio un appello affinché la nostra comunità si impegni contro il negativo che sconvolge il mondo. Sono minacciati la pace, l'armonia tra la gente di ogni razza e condizione e l'ambiente. Usiamo l'intelletto, che Dio ci ha donato e nel giorno in cui ricordiamo il bene della libertà e della democrazia, regalataci dai nostri padri, prendiamo impegno di difendere quei tre valori. Difendiamo quindi il nostro ecosistema, rispettiamo noi stessi e la natura. Agiamo con la semplice regola del buon vicinato, della solidarietà, per difendere il diritti di tutti, come vuole la Costituzione. Una ricerca del bene che non può prescindere dalla fusione dell'umano col Divino. Oggi ricordiamo Giuseppe Massimo, un uomo di mare che ha dato la vita per la democrazia impegnandosi contro il nazifascismo. La gente di mare conosce i valori di cui sto dicendo. Riscopriamoli, rilanciamoli con amore e forza per un futuro migliore.

Mario Castells (militare di Marina in servizio al Dicat di Portoferraio nel 1943 e membro del direttivo del Circolo Pertini)


 

IL DOVEROSO RICORDO DI TRE RIESI CADUTI NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE DAL NAZI-FASCISMO

Scritto da Circolo PD di Rio nell'ElbaSabato, 25 Aprile 2015 07:23

Celebriamo la ricorrenza del 25 Aprile, la liberazione dell'Italia, dopo anni di lutti e sofferenze e dopo anni di guerra partigiana e di resistenza eroica del popolo italiano, per liberarsi dall'occupazione nazista e dall'oppressione fascista. 
Oggi onoriamo e ricordiamo tre giovani Riesi, ILARIO ZAMBELLI, SABINO GALLETTI, SABBA MANCUSI, che combatterono e morirono durante la resistenza e nella guerra partigiana, che donarono la propria giovinezza e sacrificarono la propria vita per dare libertà e dignità al proprio Paese.                                                                                          

Circolo PD di Rio nell'Elba

 

ZAMBELLI

 

 

GALLETTI

 

MANCUSI

da mucchio selvaggio....clicca qui sotto

http://www.mucchioselvaggio.org/FOTO_C7/NUMERI/74/74-43.pdf

DA ELBAREPORT

 

25 APRILE: TUTTI UGUALI DI FRONTE ALLA MORTE, NON DAVANTI ALLA STORIA"

Scritto da Maria Gisella CatuognoSabato, 25 Aprile 2015 18:15

Se la Resistenza non fosse avvenuta, la storia d’Italia sarebbe stata diversa, non sarebbe stata la storia di un popolo libero” ha detto Norberto Bobbio.
E il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un’intervista di pochi giorni fa, ha sottolineato che “la storia italiana è passata attraverso la dittatura fascista, la guerra, la lotta di Liberazione”.
Dunque, lotta di liberazione dal nazifascismo, attuata dal settembre del 1943 all’aprile 1945, dai “partigiani”, coloro cioè che volontariamente, mettendo a repentaglio sicurezza, giovinezza e vita, scelsero di stare dalla “parte giusta”, riscattando almeno parzialmente l’Italia dalla vergogna dell’alleanza col nazismo.
Furono loro, a fare la Resistenza, a intralciare lo sviluppo delle operazioni belliche dell’Asse sostenendo gli Alleati, costringendo il nemico a sottrarre dal fronte forze consistenti; è grazie alla Resistenza, a partire da quella, preziosissima, dei militari italiani, prigionieri dei tedeschi, che si rifiutarono di aderire alla Repubblica sociale italiana e furono mandati nei campi di concentramento o morirono a migliaia a Cefalonia, che il Paese ha recuperato agli occhi del mondo un briciolo di dignità e si è guadagnato il titolo di cobelligerante dagli anglo-americani.
L’equivalenza che talvolta viene proposta tra i morti dell’una e dell’altra parte dimentica che gli uni combattevano per la libertà, gli altri per la sopraffazione: la pietà per tutti i morti non può abolire il giudizio storico, come scriveva Italo Calvino: “Tutti uguali davanti alla morte, non davanti alla storia”.
Quando si celebra il 25 aprile, non è lecito annacquare tutto, genericamente coinvolgendo nel ricordo tutte le guerre, tutti i caduti: è ovvio che nessuna persona civile o con un minimo di sensibilità ama la guerra e non rimpiange chi per essa ha perso vita e giovinezza; ma il 25 aprile si chiama Festa della Liberazione perché vuole rendere omaggio agli appartenenti alla Resistenza, ai volontari di ogni età e di ogni ceto sociale che vi parteciparono e che appartenevano ideologicamente a schieramenti politici molto differenti ma aventi tutti lo stesso, inequivocabile denominatore, l’antifascismo.
E’ questa la “conditio sine qua non” per celebrare il 25 aprile. Altrimenti meglio non farlo.
Maria Gisella Catuogno

(foto Renzo Paoli)

CIRCOLO CULTURALE SANDRO PERTINI dell’isola d’Elba Presidente onoraria Diomira Pertini

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