Rodolfo Doni

in fondo alla pagina un ricordo del sindaco di Firenze Renzi

(IL CIRCOLO PERTINI HA REALIZZATO L'OPERA GRAZIE AL CONTRIBUTO DELLA FONDAZIONE PERTINI, NON ESISTONO FINALITA' DI LUCRO PER LE ASSOCIAZIONI E NEPPURE PER GLI AUTORI)

12.10.2011. PURTROPPO DA POCHI GIORNI DONI CI HA LASCIATI PER SEMPRE, LASCIA UN GRANDE VUOTO IL GIORNALISTA E SCRITTORE CHE FONDO' IL PREMIO LETTERARIO ISOLA D'ELBA NEL 1962. ECCO COSA SCRISSE DI NOI

logo corriere della sera

1919-2011 Si è spento lo scrittore

 cattolico: una militanza politica e

 spirituale

Rodolfo Doni, la fede come letteratura

 

 

 

I l riconoscimento maggiore Rodolfo Doni (suo vero nome Rodolfo Turco, nato a Pistoia nel 1919 e scomparso ieri a Firenze) lo ha ritrovato in questi ultimi anni, con l' editore fiorentino Polistampa, che gli ha dedicato una specifica collana intestata Rodolfo Doni Opere. Con una caratteristica: non di rado, nel riproporre i libri del passato, lo scrittore li ricontestualizzava e aggiornava. Come ad esempio col romanzo Servo inutile , «il primo tra i miei migliori», che nell' edizione Rusconi del 1982, attraverso la figura d' un prete in crisi, s' interrogava sulle difficili scelte della Chiesa negli anni della contestazione sessantottina e che nell' edizione 2007 trovava aggiunta una «seconda parte: Sacerdos in aeternum », facendovi confluire la lacerante riflessione su tematiche dell' ultimo ventennio, oggetto anche di altri suoi scritti, qui rivisitati, ripensati e riordinati in forma diaristica. Cenni che dicono del fare del Doni narratore: uno scrittore che cala le sue interrogazioni nei risvolti interiori di chi vive le contraddizioni del presente, in una sorta di militanza cronachistica e spirituale. Accadeva già con le prime prove, in particolare con Sezione Santo Spirito (1959), nel quale rivisitava il dietro le quinte della Democrazia cristiana (in cui militava), anche utilizzando testi e discorsi di De Gasperi e La Pira, suo riferimento insieme alla Firenze cattolica che cerca di tradurre in politica la purezza del messaggio evangelico. Lo ripeteva con I numeri del 1969 ( Il senatore Mazzoni nella riproposta 1981). Accadrà soprattutto quando le insoddisfazioni e le interrogazioni interesseranno il rapporto tra fede e realtà, come ad esempio col citato Servo inutile e, tre anni dopo, con Medjugorje. L' avventura di un incredulo sulle controversie per le apparizioni mariane. Interiorità sofferte, quelle proposte da Doni nella trentina di opere: anche quando affrontava biografie di santi come Francesco, Chiara, lo stesso La Pira e infine Gesù. Interiorità anche personali, affidate a pagine diaristiche. Sino a quei colloqui coi figli, morti anche in circostanze tragiche, l' ultimo dei quali di tre anni or sono: Con te nella resurrezione . Un dialogo ancora una volta tra le ragioni del Cielo e della terra. 

 queste alcune delle sue numerose opere..."ho scritto troppo" mi disse un giorno...

 

 

 

 

Rodolfo Doni noto letterato, fondatore del Premio letterario isola d'Elba, giornalista e scrittore di fama, ha voluto recensire il libro che abbiamo dato alla luce da qualche mese. Ecco qua il suo scritto. Lo ringraziamo per la sua sensibilità e le parole di elogio.

 

Una vita di Sandro Pertini all'Elba

di Rodolfo Doni

 

L'evento più sorprendente, per chi non lo sa, che questo bel libro voluto dal giornalista-scrittore Stefano Bramanti, presidente all'Elba del Circolo culturale Sandro Pertini, è il rifiuto della grazia fatto dallo stesso Pertini nel 1933, grazia che sua madre aveva chiesto, sapendolo colto anche da tubercolosi, durante la sua prigionia pianosina in seguito alla condanna del tribunale speciale fascista.

Sandro Pertini, la cui fierezza di vero uomo tutti abbiamo conosciuto anche durante la sua Presidenza della Repubblica, si era straordinariamente rivelata allorquando la madre aveva chiesto le grazia per lui.

Stefano Bramanti, unitamente agli altri curatori del testo, Romano Figaia, Marcello Marinari, e una utilissima prefazione di Mario Almerighi, ricorda che nel 1929 Sandro Pertini era stato condannato dal Tribunale speciale fascista a dieci anni e nove mesi di reclusione, perché irriducibile antifascista ed era stato inviato a Pianosa – Elba, dopo altre destinazioni, il 13.11.1931. Scontata la pena fu trasferito a Ponza per un confino di 10 anni e ritrovò la libertà solo dopo la caduta di Mussolini nel 1943.

 

Bramanti riferisce e riporta nel libro la documentazione di tutte le angherie che Pertini subì, e, insieme, riporta integralmente, la lettera che, a quel punto l'avvocato socialista scrisse al presidente del Tribunale speciale.

 

Ad aver dato alla luce il libro, “Portoferraio, 1933. Processo a Sandro Pertini”, appena uscito, sono gli Editori Riuniti University Press. Ogni commento a questa nobile lettera di Pertini è superfluo e c'è semmai da sottolineare come Mussolini e i suoi, non capirono quanto la nobiltà italica si avvantaggiasse nell'avere tra i suoi cittadini, uno come Sandro Pertini recluso. 

Belle, ripeto, sono anche le note che a questo punto si leggono sul libro.

Pertini, poi sarà uno dei deputati alla Costituzione e avrà molto contribuito alla Liberazione stessa, specie combattendo nella zona di Firenze, e, fu la sua voce, si legge nel libro, che alla radio il 25 aprile 1945, comunicò al popolo italiano la vittoria sul nazifascismo. Dopo la sua elezione a deputato costituente nel Psi, fu eletto pressoché all'unanimità, presidente della Camera dei deputati e infine, come tutti sanno, divenne Presidente della nostra Repubblica.

Il libro, presente nella maggiori librerie, contiene dunque la storia di un importantissimo periodo, oltre le vicende di Sandro Pertini processato a Portoferraio, e può servire oggi, sopratutto ai giovani, compresi quegli studenti della scuola Pascoli di Portoferraio che, come egli usava fare ogni lunedì, ricevette in visita il 9 aprile 1984 al Quirinale. Il ricordo di quella visita è ancora vivissimo all'Elba. Si tratta dunque di un libro prezioso che dovrebbe essere additato per la lettura a tutti, vecchi e giovani di oggi.(Rodolfo Doni)

  

 

 

saluto l'amico, forse un secondo padre per me o un fratello maggiore, per i consigli che aveva nel cuore e mi regalava nei nostri incontri all'Elba o nella sua casa di Firenze, vicino al Poggetto, dove da ragazzo andavo a giocare a tennis.

Rodolfo, aveva la forza nella sua umiltà, nella sua fede, nella sua famiglia. nella semplicità, ma anche sapeva far sentire in modo importante  e determinato il suo pensiero, il suo volere, condito da una esperienza notevole della vita. Appena posso metterò qui nel sito un documento sul suo percorso culturale, davvero notevole, che presentai nel 2005 al Centro De Laugier, durante una delle serate del premio letterario Elba, da lui creato nel 1962. Un documento che dice della sua vita.

Lo conobbi, perchè, non ricordo come e quando, forse intorno al 1990, scoprii il suo breve racconto "L'isola". (da completare)

 

IL RICORDO DI RENZI

"Il mondo della cultura e il mondo cattolico piangono un grande personaggio, ma penso che con la morte di Doni tutta Firenze sia un po' più povera". Lo ha detto il sindaco Matteo Renzi, commentando la scomparsa di Rodolfo Doni, intellettuale considerato uno dei maggiori scrittori cattolici contemporanei.

 

"Rodolfo Doni - ha aggiunto Renzi - è stato un grande personaggio della vita Firenze, del mondo della cultura e della cultura cattolica". Il sindaco ha anche sottolineato di avere "nel cuore il ricordo del suo novantesimo compleanno e poi ho tanti libri che leggevo fin da quando ero ragazzo".

"Doni è stato un testimone significativo anche di una fede cristiana capace di farsi cultura e comunicazione artistica. Egli ha fatto entrare nella sua vita la luce della fede che illumina gli interrogativi più profondi della condizione dell'uomo, quelli che la letteratura, quando è autentica, non mette da parte ma affronta con il coraggio della ricerca".

 

Così l'arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori ricorda, nel giorno del funerale, Rodolfo Doni, l'intellettuale cattolico morto domenica scorsa. 'Doni - sottolinea Betori - ha affrontato gli interrogativi sulla condizione umana con un riferimento sempre saldo alla fede cattolica e con un'attenzione vigile alle dinamiche della contemporaneità.

 

Di tutto questo siamo grati a Rodolfo Doni, ultimo grande esponente della fucina di letterati cattolici fiorentini del Novecento, di cui è stato protagonista non secondario, nella riservatezza della persona e nella schiettezza dell'artista".

 

 

CIRCOLO CULTURALE SANDRO PERTINI dell’isola d’Elba Presidente onoraria Diomira Pertini

Questo sito utilizza cookie utili a migliorare la consultazione delle nostre offerte.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su qualunque suo elemento, acconsenti all’uso dei cookie.