ANCHE NOI NEL NOSTRO PICCOLO RICORDIAMO IL GRANDE SANDRO CON UN LIBRO CHE ABBIAMO PREPARATO E CHE STIAMO PER STAMPARE. LO PRESENTERMO A PORTOFERRAIO FORSE PER IL 25 APRILE, D'INTESA CON LA FONDAZIONE PERTINI E IL COMUNE.
IL LIBRO AVRA' IL TITOLO " PORTOFERRAIO, 1933. PROCESSO A PERTINI".
ECCO  PIU' SOTTO UN IMPORTANTE RICORDO DEL PRESIDENTE, CHE COSTRUI' LA DEMOCRAZIA ANCHE CON IL SUO IMPEGNO E LE SUE SOFFERENZE NELLE CARCERI ELBANE, QUANDO NEPPURE IN CATENE SI PIEGO' AL FASCISMO. INSERIAMO POI COMUNICATI DELLA FONDAZIONE PERTINI DIRETTA DAL GIUDICE  ALMERIGHI 

COMUNICATO STAMPA

ATTUALE, A 20 ANNI DALLA SCOMPARSA DI PERTINI, IL SUO MESSAGGIO PER PACE E DISARMO

Archiviati il giorno della Memoria, del Ricordo, per dire, giustamente no, agli orrori e gli errori del passato, rilanciando il bisogno di solidarietà, giustizia sociale e valori. Si è celebrato un nuovo no alle follie, ma la drammatica realtà mondiale di oggi, coltiva ancora gravissime storture. L'uomo, dà il peggio di sé ad ogni latitudine ed in ogni epoca. E mentre si dice no agli estremismi del passato, compiuti da regimi, nessuno dei governanti fa scelte importanti per un vero futuro di pace. Coltiviamo guerre su guerre, con distruzioni e morti, lasciamo nel sottosviluppo i paesi del Sud, siamo schiavi di mafie e violenze. Il nostro premier, pronto ad additare il nucleare dell'Iran, senza dubbio nazione rea di essere tormentata dalla dittatura, non ha speso molte parole per la necessità di pace attraverso il disarmo. Dati del 2000 dicono che le armi nucleari nel mondo erano oltre 35 mila, con in testa Usa (10.500 bombe), Russia (20.000), Gran Bretagna (185), Francia (450), Cina (400). In Italia ne abbiamo a decine nella basi Usa. “Si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai, sorgenti di vita per milioni di vite umane che lottano contro la fame” , disse Pertini e il messaggio lo lanciava chi aveva vissuto due guerre mondiali, quasi 18 anni di privazione della libertà sotto il fascismo e dopo essersi battuto nella Resistenza. Il messaggio di Pertini, a 20 anni dalla sua scomparsa, è sempre più attuale. I governanti democratici, devono saper invertire la rotta di questo mondo delle ingiustizie, proprio per seguire gli insegnamenti del giorno della Memoria e del Ricordo. E i giovani, ricordiamolo, crescono in mezzo ad un clima colmo di diseguaglianze e violenza, che la società propone.

24.2.2010 Circolo culturale Pertini dell'Elba

Amava il Quirinale ma non ci andò mai ad abitare
da www.adnkronos.com

20 anni fa moriva Sandro Pertini, il presidente più amato dagli italiani

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Sandro Pertini, 1979 (Foto Adnkronos)
 
Roma (Adnkronos) - Giornalista, combattente, partigiano, ma sopratutto uomo politico capace di innovare la figura e di reinterpretare il ruolo del capo dello Stato, rimane un personaggio più che una personalità scolpito nella memoria collettiva. Napolitano: "Fu un modello di impegno civile e morale per tutti gli italiani"(FOTO)
 
 
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Giornalista, combattente della Grande Guerra, medaglia d'argento al valor militare, partigiano, parlamentare membro della Costituente, presidente della Camera ma sopratutto uomo politico capace di innovare la figura e di reinterpretare il ruolo del capo dello Stato, tanto da guadagnarsi l'appellativo di "presidente più amato dagli italiani". Sandro Pertini(nella foto), di cui il prossimo 24 febbraio ricorre il ventesimo anniversario della morte, è stato tutto questo ma, soprattutto, proprio dal Quirinale è stato un interprete dei sentimenti, dei timori, dei bisogni, delle aspirazioni dell'Italia di allora. Pertini rimane un personaggio più che una personalità, una figura familiare ancora scolpita nella memoria collettiva del Paese, che lo amò per la sua semplicità e per quel suo saper dire, dall'alto del suo scranno presidenziale, le cose che tanti italiani pensavano.Nato a Stella San Giovanni in provincia di Savona il 25 settembre del 1986, a ventuno anni si guadagnò la medaglia d'argento al valor militare per aver combattuto sull'Isonzo nella guerra del 15-18. Nel primo dopoguerra aderì al Partito socialista e si contraddistinse per la sua opposizione al fascismo, tanto da essere costretto, a causa della sua militanza politica, a lasciare l'Italia dopo essere stato condannato a otto mesi di carcere. Cominciò da lì il suo esilio in Francia, dove proseguì l'impegno antifascista che nel 1929 lo riportò in Italia sotto falso nome. Venne catturato, arrestato e condannato prima alla reclusione e in seguito confinato nell'isola di Ventotene.

 

Con lo stesso impeto, Pertini si impegnò nella lotta partigiana che continuò dopo la caduta del regime fascista nel 1943 nella battaglia di Porta San Paolo a Roma, mentre parallelamente cominciava insieme a Pietro Nenni la rifondazione del Partito socialista. Catturato dalle Ss e condannato alla pena capitale, riuscì a sfuggire alla morte per l'intervento dei partigiani del Gap che lo liberarono. Nell'Italia repubblicana venne eletto deputato all'Assemblea Costituente e poi senatore nella prima legislatura per tornare nuovamente alla Camera, sempre rieletto dal 1953 al 1976. Dal 1968 al 1976 fu chiamato alla guida della Camera che lo lanciò verso il Quirinale l'8 luglio 1978, eletto come settimo presidente della Repubblica con una maggioranza record di 832 voti su 995.

 

Il suo settennato si pose forse nel periodo storico più difficile dell'Italia post bellica: il Paese ancora scosso dal sequestro e dall'omicidio di Aldo Moro, era attraversato dalle lotte operaie e studentesche e destabilizzato dalla minaccia del terrorismo e dalle bombe. La figura di Pertini, la sua fermezza, il rigore morale, contribuirono a tenere unito il Paese di fronte alle incursioni delle Br o agli spaventosi attentati come la strage di Bologna nel 1980. Nello stesso anno riecheggia l'appello "Fate presto" che Pertini pronuncia dopo aver visitato le zone del rovinoso terremoto in Irpinia, che prelude alla denuncia televisiva a reti unificate sulla lentezza delle operazioni di soccorso, sull'inefficienza e l'inadeguatezza del sistema di aiuti che tra mille ostacoli, anche di natura organizzativa e logistica, faticò moltissimo a mettersi in moto.

 

Spontaneo e per questo apprezzato dai suoi concittadini, Pertini non si lasciava ingabbiare dal protocollo e non perdeva occasione per sfuggire al ferreo cerimoniale imposto al capo dello Stato. Scelse di non alloggiare al Quirinale e mantenne la residenza nel suo appartamento a Fontana di Trevi, dove continuò a vivere con la moglia Carla Voltolina, tra l'affetto degli abitanti e i commercianti del quartiere con i quali, non di rado, si fermava a chiacchierare.

 

Pronto al saluto, alla battuta, Pertini fu anche il presidente del Mondiali di calcio nel 1982, quando l'Italia guidata da Enzo Bearzot tornò dalla Spagna con il titolo. Sull'aereo presidenziale, Pertini 'costrinse' un taciturno e intoverso friuliano come Dino Zoff a giocare in coppia con lui a scopone scientifico, contro il 'barone' Franco Causio e il ct della nazionale.

 

"Grazie allo slancio ideale, alla esemplare rettitudine, all'inconfondibile tratto di umana schiettezza e alla straordinaria capacità di comunicare, che lo caratterizzarono, Pertini è riuscito ad avvicinare i cittadini alle istituzioni, diventando un modello di impegno civile e morale per tutti gli italiani". E' quanto afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato in occasione della manifestazione promossa oggi a Stella, nel ventennale della scomparsa di Sandro Pertini. Un messaggio, scrive il capo dello Stato, di "sincera partecipazione e vivo apprezzamento per l'iniziativa in ricordo di uno dei padri fondatori dell'Italia democratica e repubblicana, custode dei suoi principi e ideali piu' alti". Per Napolitano, "rileggere la vicenda umana, politica e istituzionale del presidente Pertini significa ripercorrere un lungo tratto della storia dell'Italia contemporanea di cui egli fu appassionato protagonista: dalla Grande Guerra alla crisi dello Stato liberale, dall'avvento del fascismo alla Resistenza e alla nascita della repubblica".

 

inseriamo anche il comunicato della FONDAZIONE PERTINI RETTA DAL GIUDICE MARIO ALMERIGHI  E IL MESSAGGIO DEL SINDACO DI ROMA ALEMANNO

Comunicato ANSA



20 anni dopo, omaggio al presidente partigiano

Vent'anni fa moriva a Roma Sandro Pertini, partigiano, deputato alla Costituente, settimo presidente della Repubblica italiana: il capo dello Stato Giorgio Napolitano lo ha ricordato deponendo una corona di fiori a piazza Fontana di Trevi, sotto l'abitazione romana dello statista socialista.

 

Roma, 24-02-2010

Vent'anni fa moriva a Roma Sandro Pertini, partigiano, deputato alla Costituente, settimo presidente della Repubblica italiana: il capo dello Stato Giorgio Napolitano lo ha ricordato deponendo una corona di fiori a piazza Fontana di Trevi, sotto l'abitazione romana dello statista socialista.

A chi gli ha chiesto come Pertini avrebbe giudicato l'attualita' politica, ha risposto: "E' già sufficiente ricordare quello che diceva allora. E' stato un grande assertore dei valori che sono alla base della nostra Costituzione, che sono stati i valori fondanti della nostra Repubblica: l'antifascismo, la liberta', la democrazia".

 

L'omaggio di Alemanno


"La sede definitiva alla Fondazione Pertini sarà in villa Aldobrandini in via Nazionale", ha annunciato il sindaco di Roma Gianni Alemanno dopo aver deposto una corona d'alloro per il ventennale dalla morte di Sandro Pertini. Alemanno ricordando Pertini ha detto: "Mi inchino a lui come uomo. Negli anni di piombo ha dato un segnale forte anche ai ragazzi di destra andando a trovare Paolo Di Nella quando era in coma in ospedale ponendo cosi' fine a quel periodo".

 

Il ritratto di Napolitano


Nel messaggio inviato in occasione di una manifestazione promossa tre giorni fa a Stella, il paese ligure che ha dato i natali a Pertini, Napolitano ha ricordato  "uno dei padri fondatori dell'Italia democratica e repubblicana, custode dei sui principi e ideali piu' alti. Nel solco della piu' nobile tradizione socialista, Pertini combatté per la piena affermazione dei valori fondamentali di liberta', democrazia e giustizia sociale.

"Personalità di indiscutibile prestigio e di alto profilo morale - ha ricordato il Presidente della Repubblica- a lui si rivolse il Parlamento per affidargli la piu' alta carica dello Stato durante anni drammatici della nostra giovane Repubblica ed egli seppe difendere la democrazia e la legalita' costituzionale dagli attacchi destabilizzanti del terrorismo, battendosi con pari tenacia contro la piaga della corruzione e per uno Stato piu' moderno al passo con le esigenze del processo di integrazione europea, avvicinando i cittadini alle istituzioni e diventando un modello di impegno civile e morale per tutti gli italiani".

 

L'affetto della Fondazione Pertini


Intervenendo alla cerimonia odierna a Roma, il presidente della Fondazione 'Pertini ' Mario Almerighi sottolinea che " Il Presidente della Repubblica e il sindaco hanno reso omaggio non solo alla storia dell' uomo Sandro Pertini, ma anche a quei valori che ha contribuito a diffondere nel paese e che si fondano sull' intreccio tra legalità, etica e politica, sul rispetto della persona umana, sulla vicinanza delle istituzioni ai bisogni della società. Noi ricordiamo l'uomo che ha dedicato la vita intera con suprema coerenza ai valori della giustizia sociale, della liberta', della solidarietà, dell' onesta' e della pace: è il riconoscimento di una memoria di cui l'Italia ha grande bisogno".

 

 

COMMEMORAZIONE DEL VENTENNALE DELLA MORTE DI SANDRO PERTINI

 

COMUNICATO STAMPA DELLA “FONDAZIONE SANDRO PERTINI”

 

A venti anni dalla Sua morte, la Fondazione Sandro Pertini vuole ricordare l’Uomo che ha dedicato la vita intera con suprema coerenza ai valori della giustizia sociale, della libertà, della solidarietà, dell’onestà e della pace. Obbiettivo prioritario della Fondazione – secondo la volontà della fondatrice Carla Voltolina – è quello di diffondere tra i giovani tali valori, che trovano nella nostra Carta Costituzionale la loro consacrazione e che sembra stiano attraversando nel momento storico che il paese sta vivendo un momento di declino.

Diceva Sandro Pertini: “Libertà e giustizia costituiscono un binomio inscindibile. Se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. Ma la libertà senza giustizia sociale può essere altrettanto una vana conquista. Si può considerare libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli ed educarli? Questo non è un uomo libero”.

 

Il Presidente della Repubblica, simbolo dell’unità nazionale, e il Sindaco di Roma, rappresentante

della città dove si è spento Sandro Pertini, hanno oggi reso omaggio alla storia dell’Uomo, ma non solo. Hanno reso omaggio a quei valori che Sandro Pertini ha contribuito a diffondere nel paese che si fondano sull’intreccio tra legalità, etica e politica, sul rispetto della persona umana, sulla vicinanza delle istituzioni ai bisogni della società. Il riconoscimento di una memoria di cui il paese ha grande bisogno.

 

A nome della Fondazione Sandro Pertini, grazie, Presidente Napolitano ; grazie Sindaco Alemanno.

 

Il presidente della Fondazione Sandro Pertini

Mario Almerighi

 

CIRCOLO CULTURALE SANDRO PERTINI dell’isola d’Elba Presidente onoraria Diomira Pertini

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