“…Non si vorrà permettere che gli abitanti e la Guarnigione restino privi di una cosa così utile che fa il principale ornamento di una Città civile”. Sono,queste le parole con le quali il consiglio comunale di Portoferraio all'inizio dell’ottocento decide di spostare l’orologio della caserma sull’angolo della facciata della Casa Comunale,dove tuttora si trova.

Si Tratta dell’orologio meccanico donato dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena,futuro imperatore d’Austria,alla comunità di Portoferraio.

Un grande orologio meccanico che come tutti quelli dell’epoca erano molto grossi dotati di un macchinario complesso che aveva bisogno di una stanza.

Dono molto gradito alla cittadinanza e anche utile che “fa il principale ornamento di una Città civile”

Se pensiamo infatti che all’inizio dell’ottocento la misurazione del tempo non era così diffusa come oggi,avere la possibilità,dare la possibilità ad ogni cittadino di conoscere l’ora della giornata,era un servizio molto utile.Ciò non era solo un fatto sentito in una piccola comunità,come quella di Portoferraio, ma anche in altre molto più grandi: basti pensare al Big-Ben della città di Londra.

Che dire poi delle diffuse “torri dell’orologio”,”campanili con l’orologio” sparse nei vari comuni dell’Italia medioevale.

Nella città di Portoferraio il funzionamento della “Macchina dell’Orologio” era assegnato alla sorveglianza del”Temperatore del pubblico orologio” che aveva funzione di provvedere al caricamento,al controllo della regolarità della misurazione,all’aggiustamento ,riparazione,se qualcosa non funzionava.

Era questo un vero e proprio servizio offerto alla comunità,ritenuto pertanto un ufficio pubblico da ricoprire a da pagare da parte della comunità. Ed infatti nell’adunanza del 2 gennaio 1816 la Magistratura Comunitativa di Portoferraio stabilisce di assegnare “all’impiego di Temperatore del Pubblico Orologio lire dugento… Confermano il sig. Filippo Malfanti nell’impiego di Temperatore del Pubblico Orologio di questa Città per un anno e coi soliti Pesi ed Obblighi e Provisione di lire dugento” ( Partiti dal 22 dicembre 185 al 27 dicembre 1817.(24) E6. Carta 8,13.ASCP ).

Questi “Pesi” ed “Obblighi” furono dal “Temperatore” ritenuti tali da dovere chiedere un aumento di stipendio come si evince dall’adunanza della Magistratura Comunitativa del 15 aprile 1816 “… Sul contenuto dell’Istanza del Sig. Filippo Malfanti Temperatore del Pubblico Orologio di questa Città dichiarano che i veglianti ordini non ammettono l’aumento delle Provisoni pendenti nell’anno ed allorché l’impiego è coperto onde non potendo prestarsi al suddetto domandato aumento di Provisone del sig. Malfanti si riservano di riprendere in considerazione la suddetta istanza allorché avrà luogo lo stabilimento dei salari per il futuro anno 1817 e ciò convalidano col Partito di voti favorevoli 11,Contrari nessuno” (Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817.(24) E6.Carta 48.ASCP ).

L’orologio pubblico però non doveva funzionare bene.

Infatti nell’adunanza della Magistratura Comunitativa del “…riconoscendo giuste le lagnanze degli Abitanti per l’inesattezza e la irregolarità del Pubblico Orologio e sentito che ciò non dipende dall’incuria del di lui Imperatore ma bensì dal poco buon stato in cui trovansi e al Macchina del medesimo e la stanza in cui è situata.Veduta la perizia dell’orologiaio Filippo Malfanti per i restauri necessari all’Orologio e del Muratore Angelo Baragli per gli altri della stanza deliberano doversi eseguire i lavori tutti indicati nella precitata Perizia a diligenza del Perito di Strade e sotto l’ispezione del Sig. Gonfaloniere per quelle somme,che al di sotto della Predetta Perizia potranno restare stabilmente effettuabili.E siccome il suddetto Orologio porta un annuo incerto dispendio ora per un corpo ora per l’altro,ripristinato che sia questo in buon grado mediante l’esecuzione dei lavori che sopra,ordinano di darsi al di lui annuo mantenimento in Accollo al minor e miglior offerente nella forma voluta dagli Ordini Vigilanti,salva peraltro tanto per la prima che per la seconda parte del presente Partito l’approvazione dell’Ill.mo Sig.Provveditore dei Fossi di Pisa.Il tutto con partito di voti favorevoli 5” ( Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817.(24) E6.Carta 113,114.ASCP).

La questione dell’orologio pubblico che non funziona,nonostante quanto sopra stabilito dalla Magistratura Comunitativa,continua…. tanto che nell’adunanza del “…in primo luogo venne progettato dal Gonfaloniere la necessità di rimettere in buon stato la Macchina del Pubblico Orologio di questa Città col farvi eseguire i lavori prognosticati nella Perizia del Maestro Orologiaio Maurizio Santi.SCRIVERE unitamente a qualunque altro lavoro che nascer potesse nel di Lei smontamento e riattamento per la somma di lire 30.E successivamente avendo fatto avvertire essere d’interesse della Comunità loro rimessa che sia di buon grado la Macchina suddetta di dare il di Lei mantenimento in accollo mediante una annua retribuzione onde assicurare in tal guisa la spesa che nello stato attuale è sempre incerta qual annua retribuzione dietro le informazioni prese dell'Arte potrebbe essere per lo meno di lire 36 alla ragione di lire 3 il mese da aggiungere questa all’annua provisione di lire 200.0.0 pagate attualmente al Temperatore nella quale retribuzione di lire 36 l’anno dovrebbe restar compreso non solo il mantenimento di detta Macchina ma anche quello della Corda e tutt’altro necessario,niente escluso nè eccettuato per qualunque siasi caso pensato o impensato,qual somma di lire 36 dovrebbe ritirarsi soltanto a fine d’anno dietro il Certificato di Persona dell’Arte da comunicarsi dalla Magistratura che la Macchina suddetta e Cordami si trovano in buon stato e da aver principio dal giorno in cui sarà fatto il certificato d’essere la suddetta Macchina stata restaurata come sopra.Deliberano primieramente riconosciuto per giusta la proposizione del sig Gonfaloniere di dare in accollo la Macchina dell’Orologio,come sopra per assicurare l’annua spesa e l’esatto servizio,quella approvarono e approvano.

E successivamente attesa l’offerta fatta alle SS.LL. dall’attual Temperatore dell’Orologio Filippo Malfanti d’eseguire per lire 50 i predetti lavori,convengono servirsi nella loro esecuzione subito che per altro gli obblighi in scritto nel termine di giorni tre dal dì,che da me infrascritto Cancelliere le sarà data esecuzione della presente Deliberazione non solo d’eseguire i suddetti lavori di restauro ma anche prendere il mantenimento della suddetta Macchina per lire 36 l’anno.Nel caso poi che il predetto Malfanti o ricusi di ciò fare nell’obblighi come sopra nel termine di giorni tre o non renda conveniente replica invitarono il Loro Gonfaloniere d’ingiungere al predetto Malfanti di continuare a temperare e caricare con tutta attenzione l’orologio,riservandosi di farvi eseguire ad anno nuovo o in altro tempo che crederanno più utile i lavori, e di dare la conveniente disposizione nel caso che in mancanza dei medesimi non fosse la suddetta Macchina in stato di servire” (Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817.(24) E6.Carta 129,130.ASCP) ).

Come si vede la Magistratura per il non funzionamento della Macchina dell’orologio è disposta a dare in accollo per la somma di lire 36/anno il mantenimento per il suo buon funzionamento: somma questa, da aggiungersi a quella di lire 200/anno già stabilita per il Temperatore,ponendo però delle precise condizioni al Temperatore.

Nonostante che fossero state prese così precise determinazioni su chi e come e quanto pagare per far funzionare bene il Pubblico Orologio,questo continua ad essere oggetto di discussione , di decisioni e…. anche di controversia da parte della Magistratura Comunitativa poiché il “Maestro Orologiaio” chiedeva una somma ritenuta eccessiva per la perizia fatta a restauro della macchina come pure era ritenuta eccessiva la somma richiesta a riparazione della stanza in cui si trova tale Macchina.Infatti nell’adunanza del 2 giugno 1817”…sentita l’istanza di Maurizio Santi corrente Maestro Orologiaio,colla quale domanda il pagamento della Perizia fatta per il restauro della Macchina del Pubblico Orologio di questa città la somma di lire 26,soldi 13,denari 4 sembrandole estremamente eccessiva simil domanda,deliberano pagarsi aVEDERE sull'articolo 40 del Bilancio di Previsione per la ridetta Perizia solo lire 13.6.4 somma della quale potrà essere ben soddisfatto.Similmente con egual partito di voti tutti favorevoli ridussero la nota fatta da Giacinto Riccardi per il soffitto delle tavole formato sula stanza ove è situato il Pubblico Orologio dalle lire 32 alle lire 26.13.6,che stanziarono a favore di detto Riccardi, convertendo il tutto con voti favorevoli 4 “ (partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817.(24) E6.Carta 134,135.ASCP)

Fu poi trovato un accordo.

Infatti nell’adunanza del 29 settembre 1817 la Magistratura Comunitativa conferma tutti gli impiegati e dipendenti nei loro ruoli,compreso il Temperatore”….quindi divennero alla conferma di tutti l ’Impiegati e Stipendiati Comuni per il prossimo anno 1818 con i consueti Pesi ed Obblighi e rispettive Provvisioni che appresso….”

E, per quanto riguarda il Pubblico Orologiaio “ … a Filippo Malfant i Imperatore del Pubblico Orologio lire dugento l’anno con i soliti Obblighi e Pesi salvo altri da aggiungerne per ottenere l’intento che sia esatto nell’eseguire il dovere del Suo Impiego: con partito di voti cinque neri tutti favorevoli” (Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817.(24) E6.Carta 170.ASCP)

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DOPO MULATTIERE E SENTIERI NAPOLEONE DA' UNA SCOSSA DI PROGRESSO CON LE STRADE ALL'ELBA

 

 

La viabilità nel Granducato di Toscana sul finire del settecento non era delle migliori e per raggiungere l’Elba proveniendo da sud era percorribile una strada rotabile che lungo il litorale tirrenico arrivata a Torre Mozza deviava verso Piombino passando per zone paludose del Cornia ,mentre proveniendo da nord era percorribile una strada rotabile che dalla Torre di Vada lungo il litorale tirrenico passando per la Torre di S. Vincenzo e la Torre Nuova arrivava a Piombino.Altre vie rotabili non esistevano .Solo sentieri e mulattiere(1) .

Chi poi sul finire del settecento sbarcava all’Elba non trovava sull’isola strade rotabili.

E’ solo con l’inizio dell’ottocento che anche sull’isola iniziano a comparire le prime strade rotabili .Lo Zuccagni Orlandini nella sua corografia dell’Italia pubblicata nel 1842 descrive la viabilità dell’Elba nel periodo che va dal 1790 al 1840 con le seguenti testuali parole:

” Finchè l’Elba non passò sotto il francese Governo,restò mancante di strade rotabili e le pedonali erano in allora anguste,tortuose,sprovvedute di ponti,pessimamente tenute. Il Commissario Generale Gio Batta Galeazzini,nativo di Bastia,fece aprire nel 1808 una strada di sufficiente ampiezza che da Portoferraio conduce a Longone e tagliarne un’altra da Portoferraio a Marciana. Sul di lui esempio ne furono in seguito massicciate diverse altre:vennero gettati ovunque i ponti necessari:restaurate ed ampliate le più importanti vie:molte di esse rese rotabili. Successivamente fu aperta una via fra Campo e Procchio e ultimata quella da Portoferraio a Marciana. Può dirsi insomma che l’Isola più non manchi di comode comunicazioni tra il Capoluogo e i principali Borghi e Castelli delle quattro Comunità: si cerca anzi di aumentarle progressivamente. Napoleone I ,nel suo breve soggiorno all’isola d’Elba,fece ampliare e migliorare le due strade aperte dal Galeazzini e più specialmente il tratto che da Portoferraio conduceva alla sua residenza di San Martino,completandolo nel tronco che mancava ed abbellendolo lungo i margini laterali di una piantagione di gelsi”.

All’imperatore piacevano molto i gelsi che già nella sua famiglia, in Corsica,erano stati piantati nei terreni di proprietà.

E’ dunque solo con l’annessione dell’Elba alla Francia e successivamente nel breve periodo del regno dell’Elba di Napoloene che si dà mano all’edificazione di strade rotabili sull’isola.

Dopo la caduta di Napoleone e la conseguente restaurazione del Granducato,le comunità elbane si trovarono a dovere gestire questa nuova situazione. A Portoferraio si cercò di far fronte creando il “Provveditore di Strade e Fabbriche” che divenne uno degli “impieghi comunitativi”.

Nell’adunanza della Magistratura Comunitativa di Portoferraio del 2 gennaio 1816 scrive il cancelliere Guidoni “… commettono a me Cancelliere d’invitare per mezzo d’Editti tutti quelli che concorrere volessero all’Impiego di Provveditore di Strade e Fabbriche della loro Comunità ad avere esibita nel termine di giorni otto in questa Cancelleria la rispettiva loro Istanza,dopo il qual termine sarà da Essi Ill.mi Coadunati conferito l’Impiego per un triennio con la Provisione già stabilita dal General Consiglio e con gli oneri prescritti dai Regolamenti Comunitativi . E mandato il Partito ottenne per voti 5 favorevoli,Contrari – “ ( Partiti dal 22 dicembre 1815 Al 27 dicembre 1817 .(24) E6. Carta n . 9.ASCP).

E questa è la “Provisione già stabilita” “…alla carica di Provveditore di Strade e Fabbriche lire quattro cento venti l’anno.Con partito di voti favorevoli 14;Contrari – “ (Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817,(24) E6.Carta n 9.ASCP).

Gli editti furono esposti e resi pubblici ad opera dei Donzelli (2).

Nell’adunanza della Magistratura Comunitativa del 15 gennaio 1816 “…Sentite le istanze dei Signori. Giuseppe Filippini,Cristino Manganaro e Luigi Pavini esibite in questa Cancelleria nel termine degli Editti colle quali domandano l’impiego di Provveditore di Strade e Fabbriche della Loro Comunità convengono di mandare a separato partito segreto i suddetti tre Concorrenti con la dichiarazione che dovrà intendersi prescelto a cuoprire il suddivisato Impiego di Provveditore di Strade quello che otterrà maggior numero di suffragi favorevoli e ciò per un triennio computabile da questo giorno con la Provisione di scudi sessanta l’anno anzi stabilita dal General Consiglio nella seduta del dì due gennaio stante,non potere percepire la suddetta provisione che dopo spirato il suddetto triennio e dopo che avrà riportato il necessario Benservito conforme a quanto prescrivono i vigilanti Comunitativi Regolamenti e con tutte le attribuzioni pesi ed oneri annessi a tale impiego.

In conseguenza di che dato luogo allo scrutinio e raccolti i voti in tanti cartocci aventi in fronte il Nome del rispettivo Postulante e quindi scoperti i Partiti si trovò che il Sig. Giuseppe Filippini ottenne voti favorevoli nessuno;Contrari cinque. Il Sig.Cristino Manganaro voti cinque tutti favorevoli ed il Sig Luigi Pavini voti favorevoli nessuno;Contrari cinque. Ed in tal guisa a pieni voti il suddetto Sig. Cristino Manganaro rimase prescelto a cuoprire il suriferito impiego di Provveditore di Strade e Fabbriche.

Commettono al predetto Sig Cristino Manganaro nuovo provveditore di Strade quanto appresso…”(Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817.(24) E6. Carta n. 14.ASCP).

Queste ,appena descritte, erano le modalità con cui si procedeva alla nomina del “provveditore di strade e fabbriche” il quale ricopriva un impiego con funzione praticamente simile a quella che oggi espleta l’assessore ai lavori pubblici.

Quanto ora segue è relativo a ciò che “commettono” al neo eletto provveditore di strade “Di verificare e riferire sullo stato delle pubbliche cisterne non senza proporre il sistema che reputerà il migliore per l’uso delle acque. Di assistere all’esecuzione dei lavori che si stanno per approntare ai Quartieri destinati ai nuovi Ministri ed alla provvista dei mobili.Di presentare una relazione generale dei restauri che occorrono alle strade tanto di Città che di Campagna.Di impiegare promiscuamente nei lavori che si fanno per conto della Loro Comunità i seguenti manifattori

Muratori:Angiolo Baragli,Antonio Allori,Bartolomeo Lesargo

Fabbri:Domenico Guidi,FrancescoAntonio Gasperini,Pietro Pucci

Legnaioli: Orazio Sproni,Antonio Foleni,Giovanni Damiani,Pasquale Donati

Di prendere in consegna lampioni ,lumi e scale che servono per illuminare la Città in tempo di notte e d’invigilare all’economia di questo pubblico servizio.Di in vigilare pure che l’Aggiudicatario della Pulitura delle Strade faccia il suo dovere a forma del Contratto.Il tutto ratificato con Partito di voti favorevoli 5;Contrari nessuno.

Inerendo all’istanza di Vincenzo Bianchi che domanda di essere provvisto lo destinino per Caporale Sorvegliatore ai lavori di Strade assegnandoli la giornaliera mercede di paoli quattro ,che dovrà percepire tutte le volte che presiederà a dei lavori e ciò con Partito di voti favorevoli 5;Contrari nessuno”. (Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817.(24) E6.Carta n. 15.ASCP).

L’assessore ai lavori pubblici (“Provveditore di Strade e Fabbriche”)dovendo provvedere ad un “pubblico servizio” era nominato dalla Magistratura Comunitativa ,era un impiego comunitativo remunerato e a tempo,con indicazione precisa delle funzioni da svolgere.La scelta dei suoi collaboratori era eseguita direttamente dalla Magistratura Comunitativa insieme con il “Caporale Sorvegliatore ai Lavori di Strade”.

Il pagamento ,”la provisione “,del “Provveditore di Strade e Fabbriche” avveniva poiché si trattava di “pubblico servizio” ma avveniva solo dopo “spirato il suddetto triennio e dopo che avrà riportato il necessario Benservito conforme a quanto prescrivono i Vigilanti Comunitativi Regolamenti con tutte le attribuzioni pesi ed oneri annessi a tale impiego” e tra questi pesi ed oneri v’era anche quello che tale impiego non era compatibile con altri.Tutti questi pesi ed oneri, comportarono al Provveditore di Strade,sig.Cristino Manganaro,non poca difficoltà perché un anno dopo aver accettato l’impiego il Provveditore si rivolge alla Magistratura Comunitativa “…sentita l’istanza del Sig. Cristino Manganaro Perito della loro Comunità con la quale esponendo la critica situazione di sua famiglia e la difficoltà di potersi impiegare in altre occupazioni estranee al suo Impiego domanda che venga ordinato pagargli mensualmente il già scaduto semestre di sue provisioni per il corrente anno. Deliberano riconoscendo vero il rappresentato dal predetto Manganaro e considerando che nei mesi successivi per la costruzione del Campo Santo la di lui assistenza dovendo esser più assidua,non potrà attendere ad altre occupazioni,sebbene gli ordini veglianti disponghino che questo Impiegato sia soddisfatto alla fine dell’anno,nonostante salva l’Approvazione del sig Provveditore dell’Uffizio Fossi di Pisa,convennero passargli nei mesi successivi il semestre già scaduto a tutto giugno per in tante rate mensuali,non soffrendo da ciò alterazione l’Economia Comune,giacchè alla fine di dicembre venturo invece di restarle a pagare l’intera annata dovrà avere il solo semestre.Con Partito di voti favorevoli cinque” (Partiti dal 22 dicembre 1815 al 27 dicembre 1817,(24) E6.Carta 155-156,ASCP).

 

 

Marcello Camici

 

 

 

 

  1. “Guida per viaggiar la Toscana”.Istituto Geografico Militare.Firenze 2006.

  2. Il Donzello è un impiego comunitativo con funzioni che oggi potremmo definire vicine al “messo comunale”

ASCP: Archivio Storico Comune Portoferraio

Marcello Camici

 

ASCP: Archivio storico comune Portoferraio

 

 

CIRCOLO CULTURALE SANDRO PERTINI dell’isola d’Elba Presidente onoraria Diomira Pertini

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