PACE E COOPERAZIONE

I DIARI DI CLAUDIO AGOSTINI


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2009

SHALOM a caccia di azioni di volontariato in Africa, con le gambe, il cuore e il cervello...e tutto il resto di CLAUDIO AGOSTINI.

Conosco Claudio Agostini dai “favolosi” anni Sessanta.
CPS era un logo che ci univa. Lo avevamo inventato per pubblicare, un giorno, i nostri racconti o qualcosa del genere, ma più in generale era il simbolo della nostra amicizia adolescenziale. Sogni di ragazzi. Si andava ogni giorno insieme a scuola all'Iti Leonardo da Vinci di Firenze, passando per via Ponte di Mezzo e poi lungo il Terzolle. Poi si usciva insieme il pomeriggio o la domenica. Si faceva tennis, si andava in caccia di ragazze. Amici per la pelle. C stava appunto per Claudio, P per Paolo (che purtroppo ci ha lasciati per sempre..troppo presto) ed S per Stefano.
Claudio non ricordo più come e perché l'ho ritrovato nel 2008. Dopo 40 anni dalla “morte” della nostra amicizia, ma è più giusto dire dalla messa in letargo della nostra amicizia.
Siamo entrambi in pensione ed ex insegnanti, lui, tra le altre cose, fa il volontario per l'associazione Shalom in Africa.
E' partito di recente per il Burkina e prima di andare gli ho detto: “Ma perché non mi mandi delle cronache della tua missione? Si può far sapere alla gente cosa fa un volontario, come vive questa esperienza nel continente nero. Come stanno le cose laggiù”
Detto e fatto; ecco di seguito i suoi Diari. Il Circolo Pertini è un'associazione di volontari e perché non dare voce ad altri volontari.


Questi i preziosi diari di Claudio...purgati.
Su suo suggerimento ho preso ciò che mi pareva più stimolante...dai suoi scritti inviati dal Burkina, il resto ho tagliato, ma in fondo poca roba.
Claudio ha scritto di getto, con lo scopo di dare impressioni a pelle e con tono talvolta sarcastico, volutamente, e riesce a farci capire il clima reale di laggiù, tra bellezze naturali, gente stupenda e miseria.
Lui ama sorridere di fronte alla vita ardua...meglio sorridere certo. 
E' chiamato a svolgere la sua missione con lo scopo ufficiale di fare dei corsi di formazione e di italiano. I primi rivolti al personale dirigente che già parla un italiano decente e sono a carattere più culturale, i secondi per gli altri membri e/o personale operativo, più di tipo grammaticale.

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il Burkina Faso

Ouagadougou

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



Ouagadougou è la capitale del Burkina Faso, la città più grande della nazione ed il suo centro culturale, economico ed amministrativoStoria

Fondata nell'XI secolo, il suo nome - spesso abbreviato in Ouaga - risale al XV secolo: all'epoca, l'area era popolata da due etnie differenti, gli Yonyonse ed i Ninsi, costantemente in lotta tra loro. Nel 1441 Wubri, condottiero Yonyonse e una delle principali figure della storia del Burkina Faso, condusse la sua etnia alla vittoria e mutò il nome del luogo da "Kumbee-Tenga" (nome attribuito dai Ninsi) a "Wogodogo", che significava "il luogo dove le persone ottengono onore e rispetto". Capitale dell'Impero Mossi, a seguito della conquista francese dell'area nel 1896 entrò a far parte della colonia dell'Alto Volta (Haute Volta) e ne divenne capitale nel 1919; in quest'occasione si mutò il nome della città da Kombemtinga a Ouagadougou, che deriva da una deformazione di "Wogodogo" e rispetta l'ortografia e la pronuncia francese. Ouagadougou divenne nel 1960 la capitale dell'indipendente Repubblica dell'Alto Volta, ribattezzata Burkina Faso nel 1984.

Posizione e clima

La città è collocata approssimativamente nel centro del paese (12,4° N 1,5° O). Il clima è piuttosto caldo, come nel resto dell'area sudanese-sahariana: le precipitazioni non superano i 750mm annui, si distinguono la stagione delle piogge (da maggio ad ottobre) con una temperatura media di 30 °C, la stagione fredda (dicembre e gennaio) con una temperatura media di 19 °C e la stagione calda (aprile e maggio), in cui si raggiungono anche i 40 °C. I venti principali che interessano Ouagadougou sono un vento secco ed il monsone.

Ordinamento e popolazione

Si è sviluppata attorno al palazzo imperiale di Mogho Naaba ed è diventata un centro urbano rilevante proprio grazie alla presenza coloniale.

L'organizzazione amministrativa del dipartimento di Ouagadougou è diverso da quella di tutti gli altri, ad esclusione del distretto di Bobo-Dioulasso, secondo del Paese per popolazione: esiste infatti un'ulteriore suddivisione amministrativa in 5 distretti (in francese arrondissement), ognuno dei quali ha un proprio sindaco ed un proprio consiglio che lo amministra.

I distretti di Ouagadougou

Distretto

N. settori

N. villaggi

Abitanti[1]

Baskuy

12

0

180.512

Bogodogo

5

2

374.473

Boulmiougou

4

4

366.182

Nongremasson

6

5

188.329

Sig-Noghin

3

3

163.859

Economia

Dispone di un aeroporto internazionale, una tratta ferroviaria la collega ad Abidjan nella Costa d'Avorio e un'altra a Kaya nel nord del paese. Infine una strada la collega a Niamey, nel Niger. I mezzi di trasporto più diffusi in città sono le motociclette e le biciclette, anche se negli ultimi anni è cresciuto il numero delle automobili; nelle ore di punta il traffico è molto intenso. Ouagadougou possiede un'industria limitata, principalmente nel settore alimentare e tessile, e vi si svolgono il Gran mercato di Ouagdougou, uno dei più grandi dell'Africa occidentale, ed un festival biennale dell'artigianato, che sostiene di essere il più importante dell'Africa. Il settore alberghiero e della ristorazione è stato recentemente sviluppato ed ora sono presenti anche alberghi di lusso. In città ci sono due ospedali nazionali, il Centro ospedaliero nazionale Yalgado Ouedraogo (CHNYO) e il Centro ospedialiero nazionale pediatrico Charles De Gaulle CHNP-CDG), e numerose altre infrastrutture sanitarie. Nella popolazione la medicina tradizionale gode ancora di notevole fiducia.


UNA SINTETICA STORIA DEL BURKINA FASO

DA http://viaggi.repubblica.it/guide-estero/burkina-faso/storia


 

ECCO I DIARI DI CLAUDIO: IL NOSTRO REPORTER DAL BURKINA

16/9/2009 PARIGI DI CORSA ovvero quando si arriva al terminal non è poi cosi facile e breve arrivare a quello da cui parte l’aereo per Ouaga.  (ndr. Ouagadougou è la capitale del Burkina Faso, la città più grande della nazione ed il suo centro culturale, economico ed amministrativo).
Mentre attendevo la navetta ho avvicinato due tizi (Andrea e Daniele) che avevo sentito parlare del Burkina già a Firenze quando ero in attesa al gate: risultato sono due della Misericordia di Empoli che vanno al dispensario che hanno a Leo; sapevano di me ed uno di loro dice di avere avuto addirittura il mio numero telefonico ! Con accesso di megalomania potrei pensare di essere importante, ma più prosaicamente concluderei che il mondo è piccolo assai.
Buon pranzo con polpette d’agneau niente male: c’è pure l’Actimel … (Danone dicit).
Tre posti alla mia sinistra una bambinetta nera di 7/8 anni che viaggia da sola. Mi incuriosisce … ed io immagino (con buone probabilità di azzeccarci) che sia la figlia di qualche alto papavero locale mandata a studiare in Francia : questo è un vezzo ed una necessità, come i nostri mafiosi, si lavora e si sguazza .... ma i figli …. meglio mandarli lontano !!
Comunque tutto bene il viaggio. Poi si arriva ad Ouaga …..
E l’Africa ti piomba addosso con tutta la sua forza, la sua naturalezza, la sua innocenza, la sua violenza. Questa nostra grande madre cosi antica, immutata eppure nuova e proiettata nel futuro.
Qui ci sono i semi delle nostre radici e le pulsioni del domani.
Poetico, aulico,esagerato …. no realista quanto mai !!!
Aeroporto di Ouagadougou, arrivi e come attraverso una porta del tempo non capisci se sei trent'anni indietro o cinquanta nel futuro.
Tutto è primitivo, approssimato, improvvisato; ci sono cose che non vedi ed altre che brillano per la loro assenza. Il tempo, le procedure, la gente che ti circonda … sono una caricatura delle nostre ??
Ci stanno prendendo in giro sapendo benissimo che anche da noi tutto quanto è spesso solo apparenza posticcia: qui sono solo più ingenui.
Le file ci sono ma si possono aggirare, i controlli sono feroci, ma non controllano niente, la gente da fuori viene a prendere le cose e le persone saltando sbarramenti approssimativi come se niente fosse.
Vado a fare il visto (lo ritiro domani e per solo trenta giorni) poi arriva Achille (che ha già preso la sua valigia ! .. ed io che mi preoccupavo di che cosa accadesse …) e per il fatto che sono ultimo ad uscire (tra una cosa e l’altra) salto controllo sanitario, passaporti e dogana … et voilà !!
Fuori tutto come sempre : frotte di persone indefinite che ti circondano, salutano come vecchi amici, toccano, chiedono, offrono … tiro dritto, ma un mutilato giovane e tenace indovina il mio imbarazzo, sorridendo e proponendosi come mio amico, protettore, servitore e quant’altro si possa, riesce a spillarmi due euro. Mi ringrazia benedicendomi fino alla terza generazione …
Attraversiamo la città semibuia ma viva e vegeta con gente che va e viene indaffarata in cose che mi sfuggono del tutto. Biciclette, motorini, banchetti improvvisati che vendono ( ??) o meglio mettono in mostra un po' di tutto: una specie di mercato rado e casuale o meglio una gigantesca e perenne fiera di beneficenza ovvero di vendo e baratto !
Arriviamo a Laafi Roogo, ovvero la sede di Shalom da queste parti. Siamo in un quartiere periferico della capitale, intorno costruzioni varie ed indefinite: capannoni che sembrano magazzini o fabbrichette, abitazioni le più varie, da quelle identificabili come tali ed altre che temi di indovinare. Qualche orticello, rifiuti, strade sterrate con la malefica polvere rossastra che ricopre un po' tutto e dappertutto: bastano poche ore e se ti passi la mano tra i capelli o ti soffi il naso la vedi anche su e dentro di te.
Mi aspettano Gertrude la direttrice e Felicitè e preparano per me e l'ineffabile Achille pasta con pommarola e spiedini di ? (forse montone si dice).
Mentre preparano prendo possesso della stanza 102 alla estremità Est dell’edificio. Ha due lettini e mi dicono che quelle matrimoniali sono più richieste (?!). OK, dispongo alla peggio la mia roba e dopo cenato mi ritiro quasi subito. Nel frattempo però afferro subito quale sarà il vero leit motif e grande problema del tutto: le ZANZARE ! Una sola parola per definirle :incontenibili.
Riesco a dormire anche se durante la notte un violento temporale si abbatte intorno.

CERTAMENTE TRAMITE L'ASSOCIAZIONE SHALOM E' POSSIBILE AIUTARE 091016

LA GENTE DEI LUOGHI SEGNALATI DA CLAUDIO E FARE ANCHE ADOZIONI A DISTANZA

VEDERE LA PAGINA http://www.movimento-shalom.org/demo2/articles.asp?id=111

E' sufficente scaricare il modulo di domanda di adozione e inviarlo via fax allo 057142634 o e mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Nell'arco di 15 giorni riceverete a casa l'atto di adozione con la foto e le generalità del bambino/a "adottato" e le varie modalità di pagamento.


17/9 BIENVENUE A OUAGA. Colazione e breve passeggiata.
Oltre le considerazioni già fatte, ne aggiungo una significativa alquanto : tutto intorno sono innumerevoli pozze, pozzette, acquitrini… le mie nemiche si organizzano ed allevano una progenie sterminata di vampiri !!
Ancora un po' di colore locale. All’angolo nord quasi di fronte due attività fiorenti : una parrucchiera- pedicure ed una officina per la riparazione delle bici. Entrambe consistono in quattro pali di legno coperti di frasche e nient’altro (ma davvero niente altro !!) ma i clienti non mancano.
Poco oltre un distributore di benzina con annesso negozi vari (in muratura) compreso un Internet center (pieno) ed un piccolo market. In quest’ultimo la mia attenzione è richiamata da assorbenti femminili venduti sciolti ed in bella mostra sugli scaffali semivuoti (stile URSS ai tempi eroici) ma qui distinti perché ricoperti dalla solita cipria rosa. Mi viene da sorridere: mi sa che non sono troppo venduti !
Poi arriva il napoletano ovvero Achille che tra abbracci, give me five, risate sonore e … telefonate continue (due cellulari please …) mi conduce (alla napoletana appunto)con la scassatissima auto del movimento a fare le mie commissioni in città.
Mi guardo intorno e ritrovo tutto il brutto ed il bello di queste parti. Fogne aperte, catapecchie, rifiuti sparsi qua e là, miseria evidente: neanche il segno delle recenti alluvioni perché devo farmi spiegare bene dove ha colpito di più. Tu non te ne accorgi: ci sono semplicemente degli spazi vuoti in più che presto verranno riempiti da altri disgraziati.
Ed il bello? Tante cose ma due su tutte: la luce ed i colori che se guardi bene solo qui puoi trovare così. E poi la gente. Sono colorati, sereni, ottimisti, belli. Belli nei loro abiti sgargianti, belli nei loro sorrisi candidi, belli con quella pelle liscia e dai riflessi di mogano, con le capigliature con le treccine o lisce e false delle parrucche, con la curiosità e la tranquillità con cui ti guardano ed accettano tutto e tutti. Ed i bambini poi … !!
Torniamo a noi. Come spesso succede qua siamo partiti per fare due o tre cosette e non se ne azzecca una. La carta di credito con cui ho girato il mondo senza problemi (Master Card) qui non è accettata, ovvero ci sono due o tre posti … ma non funzionano ! Il passaporto, ufficio aperto solo il pomeriggio … perché di mattina ? Cambiare euro si va bene ma senza passaporto … devo ricorrere ad Achille. Per fortuna dopo quattro tentativi a vuoto troviamo il Savarine l’antimalarico !!
Ritorniamo alla base. Troviamo Jonas il responsabile del centro e pranziamo tutti insieme: si discute dei corsi che devo tenere.
Poi arriva Sabine apposta per salutarmi. E’ in vacanza e se ne va a Bobo da suo fratello per dieci giorni. Parliamo a lungo a quattrocchi. Si ricorda con piacere di S. Vincenzo e dei miei genitori.  Si confida con me con il suo modo obliquo ed lento: parla un buon italiano.
Nel mentre arriva Steve anche lui espressamente per me. Aspetta il suo turno, mi sembra di essere un confessore. Intanto Napoli (Achille) mi propone il testo di un articolo scritto per il giornalino di Shalom : è scritto in francese e vuole che lo traduca in un italiano decente.
Tra una cosa e l’altra si fa sera, scende il buio … e le belve. Mangio presto (alle sette e mezza) e per l’occasione invento il “pranzo camminato” ovvero muovere continuamente le gambe sotto il tavolo, come per camminare, onde rallentare l’assalto all’ultimo sangue (il mio off course !!).
Mi ritiro in camera chiudo tutto buchetti, mi metto a caccia (una sola preda) ed (illuso del risultato) a leggere. Poi stanchino provo a dormire …. addio arrivano !!! Ma dove erano (sette dico sette) ? Ricontrollo tutto e mi caccio sotto la zanzariera.

 

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UN MERCATO A OUAGA

18/9 SONO SOPRAVVISSUTO !! Ancora in forma, colazione e passeggiata al mercatino rionale a cercare il repellente in crema che mi consiglia Gertrude: il mio arsenale si rafforza con un arma in più perché so che la guerra sarà lunga e dura.
Poi mi prendo Steve (anzi lui mi prende dietro in motorino) ed andiamo in città a fare le solite commissioni. Oggi ulteriore tentativo di usare la Master Card presso il super albergo di lusso libico nel quartiere di Ouaga 2000 ovvero (tutto il quartiere) una offesa alla decenza umana ed architettonica: faraonico e squallido.
Nessun risultato ed allora via a cercare a destra e manca la sim per il benedetto portatile. È lunga ma sembra di avercela fatta. Sottolineo la gradevole esperienza di negozi di telefonia pieni di gente giovane ed ordinata e paziente. Anche i commessi sono molto efficienti e funzionali (anche questa è l’Africa signori… non solo banane e papaie !!!)
19/9 LA MOSCA BIANCA. Indovinate chi mi ha svegliato ? … una zanzara .
Fuori (alieni a parte) la mattina è una meraviglia. Pace, temperatura gradevole, deliziosi uccellini colorati che svolazzano e cinguettano, lucertoloni con la testa minacciosa che rincorrono qualcosa.
Colaziono, visito l’atelier degli handicappati (ho una ideuzza anche per loro) e mi ritiro nel fortino a lavorare.
Poi vado all’internet point dietro l’angolo e mando le mails.
Il quartiere di Laafi è una zona povera, anche se non estrema, ed io sono passato in viuzze allucinanti ed “ho visto cose che voi umani nemmeno immaginereste “ (citazione dotta dal film Blade Runner).
Scherzi a parte non è facile descrivere le condizioni medie di vita di questa gente …. Eppure non sono mai stato importunato (solo un giovanotto un poco invadente con il quale ho fatto finta di non capire il francese) poi per il resto solo sguardi curiosi, tanti saluti e tanti sorrisi. Solo i bambini più piccoli non certo usi a vedere un bianco da queste parti, talvolta si allontanavano intimoriti.
Quando rientro sono un bagno di sudore e rosso della solita cipriaccia zozza (tutta la zona è sterrata).
Arriviamo da Jonas e praticamente stessa storia: la casa, beh … lasciamo perdere.
Andiamo vicino in un locale nuovo e pacchianotto dove c’è una festa di matrimonio. Un sacco di gente bene (vedi macchinoni e vestiti che neppure da noi sfigurerebbero, compresi quelli eleganti in stile africano di molte donne). Fuori come attratti da tanto sfoggio una pletora di parcheggiatori, venditori vari, questuanti. ecc. In tutto ci sono più di mille persone e sono di nuovo l’unico bianco: sono convinto che, al di la del gesto carinissimo del mio invito, servo anche come motivo di esibizione chic.
Si rientra presto ma fuori nel buio o semibuio per strada è tutto un brulicare di vita: gente che va e viene, vende, compra, cuoce, mangia : altro che New York !!

 

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IN UNA STRADA DI LAAFI

20/9 FINE DEL RAMADAN. Notte di tempeste di vento e qualche pioggia. Ho dormito poco. In mattinata (presto ahimè) messa cantata in una chiesa qui vicino o più probabilmente all’aperto: poi però, quando rientravano nei loro tuguri, tutte le donne erano bellissime nei lori vestiti sgargianti e con quel passo ondulato, un po’ causato dalle gonne strettissime ed un po’ dal loro modo di incedere.
Lavoro per stendere il programma del corso che inizia (?) domani.
Riposo e continuo a preparare il lavoro. Poi esco per le mails e mi compro dei biscotti. Ho grossi dubbi per la serata ! Il programma era uscirmene a spasso fino al centro (2 km), girellare, mangiare qualcosa e rientrare in taxi. Purtroppo il tempo è minaccioso ma ancor di più della pioggia mi preoccupa la festa della fine del ramadan (qua è bello che cristiani e musulmani convivano fianco a fianco tranquilli [!?] … sarà che condividono la stessa miseria ?)
Fuori ci sono schiamazzi ed è tutto uno scoppiettio di petardi ed agitazione varia. I ragazzetti solitamente calmi sono piuttosto eccitati ed invadenti … ci sta che rimanga nella mia cella claustrale a scrivere e leggere. Del resto qui un taxi dove lo trovo ? Mi hanno detto sulla strada asfaltata : un tubo !!
Più tardi chiama Achille che leggermente preoccupato del mio progetto si tranquillizza quando apprende che ho rinunciato; quando si dice che i napoletani hanno un cuore grande assai !!
Pazienza, di fame non muoio e di solitudine pure. Tutto era in conto.

 

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DONNE AFRICANE

21/9 INIZIO CORSO Prima notte tranquilla con le zanzare; gli interventi di tamponamento hanno avuto successo e la mia stanza-fortino-cella di clausura è quasi inespugnabile !!
Purtroppo devo registrare che dormo poco forse per effetto dell’antimalarico. En passant registro che divento sempre più nero: spero non sia sporco ma abbronzatura. Diventerò come Obama ?
La mattina sono appena nervosetto perché mi sembra che niente si muova come dovrebbe e non è ben chiaro cosa succederà. Il fatto che qua ti riempiono di “pas problemes” ma in genere a poco senso.
Poi arriva Steve e riesco a capire due o tre cosette utili. Del resto so benissimo che bisogna avere una pazienza di Giobbe da queste parti e solo con la calma e la dovuta tranquillità si può andare avanti.
Infatti, ad esempio, si passa la mattina a cercare di risolvere i collegamenti Internet per il mio portatile e si riesce appena. Anche la rete va come tutto: lenta da morire ! Ancora non ci siamo e Skype mi sembra improbabile. Domani ritenteremo.
Dopo pranzo un salto a Tampuy a portare le cose a suor Sabine ed al ritorno come per magia sono presenti ed ordinati i miei primi quattro allievi (su i sei ipotetici) del corso di perfezionamento !!
Presento il programma, sono tutti d’accordo e domani si inizia alle ore 17 fino alle 20 !!
Spero di fare un buon lavoro, intanto me lo auguro.

 

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STRADA A TAMPUY

22/9 UN NERO ALBINO -

Stamani in città con Steve a cambiare i (pochi) soldi rimasti. Facile che c’è da dire, vai in banca e … Dove scusate, qua no di sicuro. La commissione è alta perché funziona cosi: sa hai tanti soldi niente commissione, se ne hai pochi ti ciucciano un sacco di quattrini.
Anche da noi ….. si ma non così spudoratamente !!!
Conclusione sapete dove sono stato portato a cambiare ? Nella sede della conferenza episcopale del Burkina e Niger !!!!!!!

23/9 UN PEZZO GROSSO - Ore 5.30 am Rapporto squadra bonifica : 2 abbattute 1 danneggiata. Non c’è male.
Oramai prendo atto che la mattina mi sveglio presto assai. Motivi vari: adrenalina, Savarine (antimalarico), rumori del vicinato. Infatti qui è tutto un coro di animali che cantano par loro: galli, galline, cani, zebù, pecore e muezzin.
Mi son guardato allo specchio e risulto tutto rosso con tonalità varie, la pelle irritata da fenomeni diversi. Sicuramente prevalgono eritemi solari od essudativi (infatti ci sono anche un sacco di bollicine microscopiche). La cipriaccia rossa avrà pure un ruolo ( e non pensate basti lavarsi !) ed inoltre vanno da se le zone punte irritate e grattate. Insomma sono piuttosto segnato.
Proverò a cercare qualche cremina emolliente, idratante, disinfettante, rinfrescante … beh in parole povere miracolosa. Ho i miei dubbi.
Intanto mi avvio ad una settimana di sopravvivenza e non è poco…. Si è vero me ne rimane sette e mezzo all’arrivo della mia Dama, ma insomma…. (8 settimane e1/2 !)
Oggi è arrivato un macchinone con bella gente elegante ed erano a mangiare di fronte a me sotto il gazebo dove normalmente mangio. Mangiavano, bevevano e ridevano con le loro gran risate sonore. Ogni tanto un' occhiata curiosa nella mia direzione mentre io con fair play mi limitavo a serenamente a leggere. Era evidente lontano un miglio che uno di loro teneva banco, un signore elegante, “cinquantino” e che tutti pendevano dalle sue labbra.
Quando è passato Jonas ad omaggiare si è sentito in dovere, o forse gli hanno chiesto, di presentarmi. Ne è nata una gradevole e dotta discussione in italiano e francese perché il tizio attualmente primo consigliere del ministro degli esteri ha lavorato nelle ambasciate in Italia oltre che in Danimarca ed a Washington. Ci sono stati luoghi comuni, ma anche spunti interessanti e culturalmente di livello.
Credo di aver fatto la mia figura al punto che, magari tanto per dire, al salutarci il gran papavero mi ha accennato alla possibilità di rincontrarci.
Jonas dopo mi ha detto della possibilità che diventi ministro ed era allibito della facilità con cui ci siamo intesi: credo di essere salito di un gradino ai suoi occhi e speriamo per questo sia ancor più convinto durante le mie lezioni !

 

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MUEZZIN

24/9 COLORE LOCALE
Ridere qua è uno sport locale e tutti hanno risate sonore e stupefacenti. Io titubante mi chiedo “cosa hanno da ridere ?” ma evidentemente non ha senso. Quando si dice che i neri sono un popolo bambino mi pare azzeccato; del resto nelle condizioni in cui vivono mediamente o sei allegro o diventi matto od emigri (diciamolo ai Bossi boys anzi mandiamoli direttamente qui al posto loro !).
Stamani qui a Laafi c’è una riunione delle donne del microcredito: vengono vestite tutte eleganti e dignitose. Sono uno spettacolo. I vestiti coloratissimi e le acconciature elaborate che vanno da copricapo fantasiosi, a treccine colorate, a capelli stirati, a parrucche.
Le guardo mentre leggo per darmi un contegno e sono veramente belle ed alcune con atteggiamenti così dritti ed eleganti che suscitano ammirazione. Le facce raramente sono piacevoli per noi europoidi ma nel complesso è uno spettacolo molto gradevole.
Quelle più vecchie (ma qui 30 anni stanno a 50 dei nostri…) hanno arie matronali e sono tendenti al grasso spinto, le giovani esili ed affusolate. Rifletto maschilisticamente che qui tenderei al pedofilo perché dopo i 20 anni quasi tutte hanno già avuto figli e quei fiori (di seni) a volte così prorompenti e pungenti si trasformano spesso in mesto ed appassito ricordo.
Vado di nuovo in centro per acquisti e tentativo skype. Troviamo (con Steve ovviamente) il miglior posto ad Ouaga cibernet point : per lui è troppo caro e non mi ci voleva portare. Ma gli altri erano topaie e non funzionava un tubo. Mi impongo. E’ talmente caro che per un ora di collegamento viene circa 1,20 € !!!
Il corso incomincia ad ingranare (quello rivolto ai perfezionandi) e cominciano a prendere gusto alle cose che gli dico. Mi incalzano anche su domande religiose (il loro mondo) ed io cautissimamente rispondo. A volte mi ritengo troppo guardingo ed un poco reticente ma mi pare il caso di essere “allineato e coperto”. Semino tuttavia con metodo curiosità e dubbi e … sarà quel che il Signore vorrà.
Compleanno di Edoardo; ho comprato una bottiglia di lusso (4,50 €) e brindiamo tutti insieme.


25/9 IL MIO VIRGILIO - Poco da dire. Personalmente mi sto spellando o meglio squamando come un serpente. Non tutto per fortuna ma collo, naso, fronte ecc. sono un campo di battaglia. Colpa in parte mia perché sono stato stupidino nei primi giorni a non coprirmi di più.
Ben peggio nel resto del corpo, essenzialmente gli arti pieni di bollicine e di pruriti. Temo assai uno di quegli effetti collaterali di tutte le guerre maledette (le guerre). Insomma prendere l’ antimalarico non è per niente uno scherzo. E pensare che ho scelto quello migliore sulla piazza, se prendevo il Lariam che succedeva ? Allora si che sarei stato tutto ciccia e brufoli !
Mattinata con il mio Virgilio. Steve è una persona assai capace ed intelligente che non solo mi aiuta a risolvere tante cosette pratiche ma anche a capire certe dinamiche locali, che poi in fondo sono assai simili a quelle presenti in ogni parte del mondo e spesso, in fondo, riconducibili ad un solo fatto: l’insufficienza e la meschinità umana.
Siamo andati ad acquistare i biglietti del bus per Bobo Dioulasso la seconda città per importanza del Burkina. Infatti da questo week end ho intenzione di cominciare a visitare un po’ di paese: vi racconterò.
En passant un termometro oggi segnava 37° . Mica male …poteva andar peggio !
Pomeriggio di corso, che per inciso mi sembra avviato decentemente (ci tornerò sopra come promesso qualche volta). Doccia, incremata, mails, appunti, lettura, caccia e letto: non dico nanna perché di quella poca.

26/9 VERSO BOBO - Colaziono e parto per Bobo Dioulasso.
Autobus più che dignitoso ed evidente compagnia per ricchi (gli altri, quelli che si ostinano a rimanere poveri, viaggiano folkloristicamente appollaiati in Taxi de Brousse ovvero un eufemismo, come avete capito, per dire stie a motore).
Bobo è a 340 km da Ouaga e si impiegano circa 5 ore. Nel mezzo un territorio piuttosto verde (almeno in questo periodo, alla fine della stagione delle piogge) e comunque diverso dal tipico sahel o brousse qualsivoglia. E’ tutto un susseguirsi di savana erbosa e alberata con anche qualche albero fronzuto assai, tipo i famosi fromagers (una varietà che ricorda i ficus) oltre a varietà diverse, manghi e tante acacie. Neanche uno dei miei amati baobab.
Qua e la minuscoli villaggetti lungo la strada ed insediamenti più radi sparsi tra i campi di miglio, sorgo, riso. Piccole mandrie di asini, capre, zebù accudite da ragazzini o ragazzetti. Il tutto senza soluzione di continuità ed è estremamente povero informale e destrutturato: in parole povere non si riconoscono sempre le coltivazioni che paiono li per caso. In effetti non vedo una, dico una macchina agricola, tutto è fatto con ritmi e mezzi ancestrali.
Le case (sic!) blocchi quadrati delle dimensioni di una stanza o poco più, quelle vecchie in mattoni di fango crudo le recenti in bloccacci di cementaccio con tetto in lamiera (vi lascio immaginare il caldo di sti forni !): sopravvivono alcune capanne dal tetto conico in paglia come granai e depositi.
Il paesaggio è piuttosto uniforme e dopo un poco non attira più di tanto, ma la gente come al solito, non finisce mai di stupire.
A metà strada ci fermiamo dieci minuti in una cittadina polverosa. Alla piazza-stazione di autobus-centro- mercato-ecc. un pullulare di gente che scambia ed offre poche cose. Frotte di bambini e donne assalgono i passeggeri proponendo ogni sorte di (misere) cose : si distinguono tuttavia gli onnipresenti venditori di cellulari. Un bambino cencioso mi adotta e segue passo passo cercando di convincermi, senza pressare, anzi con estrema gentilezza e pudore, a comperare dei biscotti di miglio. Non mi pare il caso di concedermi in una cosa igienicamente dubbia ma alla fine grato e sorpreso di tanta fedeltà allungo qualche monetina. Nonostante la miseria della cifra è possibile che sia il suo guadagno giornaliero. Al ritorno (anticipo) stessa scena con una bambinetta con le treccine imperlate con un sorriso e due occhi belli da morire.
Ultima nota i cessi: ci sono quelli aperti ovvero fatti semplicemente da quattro mura ad altezza spalle dove gli uomini possono procedere alla bisogna allegramente tutti insieme (direttamente sul muro please) anche chiacchierando con gli amici fuori e quelli chiusi in cui preferisco non indagare. Manola, amore mio, ricordi quelli in India o a Kasbegi in Georgia? Che donna forte sei !
Arriviamo a Bobo con leggero anticipo. Da stamani non ho visto un bianco (e non ho mai avuto ne disturbi, ne ansie, ne problemi checché dica qualcuno american style….) e solo alla stazione di arrivo intravedo altri due o tre giovani (loro) giramondo.

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Moschea di Bobo

27/9 BOBO – Allora parliamo della città. Le cose da vedere sono poche e piuttosto raggruppate ma l’agglomerato ha circa 300.000 abitanti.
Roland un ragazzo di 20 anni, cristiano, studente alle superiori, nato e vissuto qui stenta assai in orientamento e talvolta lo aiuto io o chiede ai passanti ! Mi stupisce quando inventa scuse di misteriosi feticci di malaugurio del quartiere miserrimo ed antichissimo di Kibidwe dove in realtà è difficile aggirarsi senza uno del posto. Niente da fare non riesco convincerlo ad attraversarlo è sinceramente spaventato e ci limitiamo ad aggirarlo.
Vediamo però la Grande Moschea in stile saheliano abbastanza suggestiva dall’esterno, un polveroso museo di tradizioni locali anche interessante e dulcis in fondo i poisson sacrés. Nel rigagnolo ci sono dei siluri sino ad un metro considerati dagli animisti sacri perché incarnazioni umane: assolutamente intoccabili vengono alimentati, da un tizio apposta, con interiora di polli e debitamente seppelliti (con cerimonia) al loro decesso. Tutto intorno come sfondo un tripudio di rifiuti e di classiche fogne all’aperto. Ma i pesci non lo sanno !!
A pranzo sono invitato dal fratello di Sabine e famiglia molto carini e molto lieti di avermi come ospite. Casa africana e pranzo tipicamente africano con polenta di miglio e salsa di gombo, pollo e manioca (la varietà piccola) lessa.
Niente male ma grande spavento quando apprendo che per un (deprecabile !!!) errore stiamo bevendo acqua del rubinetto e non in bottiglia !
Si corregge subito tra mille scuse. Accidenti a te Sabine !! Dice niente di grave stai tranquillo ne hai bevuta poca. Non ho paura di morire certo ma non posso reprimere un sudore freddo nella schiena. Già mi vedo con crampi da diarrea costretto ad usare i cessi di Boromo (quelli che non ho voluto vedere !): ho 5 ore di viaggio davanti a me e quella sola sosta …..
Faccio appello al mio sangue freddo, nonché alla resistenza acquisita, nonché alle vaccinazioni antitifo ed antiepatite, fors’anche a San Gennaro … e va tutto bene per fortuna.
Tutto il ritorno è di notte e fa una impressione notevole vedere tutte quelle capanne perse nel nulla con una lucina ad olio fioca fioca …. In queste condizioni ci sono milioni di persone; c’è da meravigliarsi che appena possono fuggano ??
Arrivo ad Ouaga alle 23.30; solito bisticcio con i tassisti, che prima tentano di fregarti poi quando capiscono che non ti fai spaventare scendono a più miti consigli (e prezzi). E’ sempre così da tutte le parti.
Tra una cosa e l’altra sono in camera alle una circa. Buonanotte.

28/9 - GLI ATTACCAPANNI – La mattina faccio un salto all’ospedale dei cammilliani con la doppia intenzione di salutare don Salvatore Pignatelli il direttore del complesso e contemporaneamente di farmi dare un parere sulle mie reazioni allergiche.
L’istituto in oggetto è una delle opere sanitarie più efficienti e meritorie del Burkina e forse dell’intera Africa occidentale. E’ un centro di eccellenza e cercano di dare una risposta di livello alle enormi carenze sanitarie del paese: stile Emergency per intenderci.
Purtroppo padre Pignatelli è in Italia e tornerà a fine settimana; mi riceve Paul un medico locale che ha studiato a Roma e che mi prescrive l’analisi del sangue. Bon, si vedrà.
Al mio ritorno alla base metto in moto una piccola iniziativa personale. Ora vi spiego.
Il terreno dove sorge il complesso di Laafi Roogo è stato donato a suo tempo dal comune di Ouaga al Movimento Shalom. In questo terreno era preesistente un modesto edificio che accoglieva un gruppo di handicappati fisici (quasi tutti deformi o costretti su sedie a rotelle) della zona ed anche di più lontano: alcuni ci dormono. Ovviamente Shalom non solo non ha allontanato questa gente ma anzi li ha dotati di una sede più dignitosa e li assiste con discrezione ad esempio fornendo spesso cibo ed altre attenzioni. Benissimo.
Quelli che frequentano il centro cercano di confortarsi a vicenda e portano avanti talune attività artigianali producendo batik o piccoli oggetti in legno o metallo; molti lavori sono assai belli od ingegnosi alquanto. Purtroppo il mercato non esiste od al massimo è estremamente limitato visto le rare occasioni di vendere agli ospiti di Laafi.
Ora, se stringe il cuore vedere da noi gli sfortunati che si trovano in simili condizioni, potete facilmente immaginare cosa sia essere nati qui, posto già non baciato dalla sorte, e per di più poveri e menomati !
In virtù dell’intento base del Movimento ovvero di aiutare gli ultimi ad aiutarsi, ho maturato l’idea di commissionare agli artigiani ridotti una serie di attaccapanni decorati da usare nell’edificio-albergo: le stanze assai spartane ne sono prive e gli ospiti a volte non sanno dove appoggiare un abito od un asciugamano. Così con colpo solo si rende più gradevole il centro e si fornisce ai nostri vicini una dignitosa occasione di lavoro.
Il costo dell’operazione (aspetto il preventivo ma state tranquilli non tratterò granché) non sarà certamente eccessivo e verrà coperto dagli amici del tennis di Castelfiorentino che carinamente mi hanno dato mandato di fare qualcosa di utile qui. Grazie !
Dopo gli affari pranzo, riposino e corso di formazione (sono soddisfatto pare che i partecipanti ci prendano gusto, come me del resto).

COME IL MOVIMENTO SHALOM AGISCEIN BURKINA

PROGETTI REALIZZATI: Progetto Tommaso - Progetto Pizzeria - Unità materno infantile - Progetto Matteo - Progetto Spirulina - Scuola di Koupela

PROGETTI IN CANTIERE: Laafi roogo - Una scuola primaria a Leo

PROGETTI CONTINUATIVI : Progetto acqua - Microcredito - TerraEqua - Asino da Trasporto

 

29/9 – LA LENTEZZA - Passo la mattina a riordinare gli appunti ed a scrivere oggetto dell’attenzione (a distanza ) di vari artigiani ridotti, degli operai della costruenda scuola di agronomia e dei numerosi personaggi che capitano e passano da queste parti.
Esattamente sul mio capo una coppia di minuscoli e deliziosi uccellini non molto più grandi dei colibrì costruisce il loro nido mentre i minacciosi lucertoloni, sempre presenti, si rincorrono qua e là. Manca il baobab in giardino, ma ci sono due manghi ! E’ uno dei frequenti momenti in cui non posso non esprimere la felicità di questa avventura.
La giornata scorre piuttosto pigra tra incontri di lavoro messa a punto di cose da fare ecc.
Qui in Africa, l’ho già detto, tutti sono estremamente cerimoniosi e gentili ed anche se ci si incontra tre o quattro volte al giorno, si deve dedicare tempo alle pantomime di rito per sentire se tutto va bene ed amenità del genere. Lo scorrere del tempo e gli orari sono molto, molto aleatori e facoltativi. Se poi si aggiunge le difficoltà ambientali il tutto risulta un miscuglio micidiale (per loro).
Infatti questo elemento di estrema lentezza sociale è, a mio avviso, una enorme palla al piede di questi popoli. Altri paesi arretrati e sfortunati (penso al sud est asiatico od all’India stessa) hanno pur con i loro altrettanto vasti problemi un ritmo di apprendimento e di sviluppo tale che li metterà e li mette in grado di essere protagonisti del futuro. Qui se non si danno una smossa saranno sempre gli ultimi, anche domani.

30/9 – VIOLA FOR EVER - Notte caldissima ho dormito meno ancora del solito. A colazione vedo Aristide che lavora agghindato di una maglia della Fiorentina con dietro stampato un bel “Nakata”. Chiedo spiegazioni e mi dice che è tifoso viola e da lui apprendo anche la notizia della vittoria sul Livepool per 2 a 0 ! Questo ragazzo mi sta sempre più simpatico.
Apprendo anche che è solo e dorme qui Laafi….
In mattinata vado a fare il prelievo del sangue in una clinica privata. Poi passo la mattina a discutere di progetti con Steve ed a seguire i lavori dei miei artigiani ridotti. Sono già al lavoro e vanno spediti come treni: non è la capacità di lavorare che gli manca, anzi …
Poi vado a discutere con la direttrice Gertrude per cercare di convincerla a fare certe cose ed a sollecitarla a prendere delle iniziative: sono certo che per le cose otterrò soddisfazione.
Non so se alla fine mi odieranno tutti e mi prenderanno a calci !
Per loro nonostante mi muova con una cautela enorme sono come un ciclone (spero positivo) perché propongo, sollecito, suggerisco …. cerco di non pretendere…. Tuttavia sono anche in cuor mio convinto che non mi vorranno male e questo per vari motivi: si sentono considerati e rispettati, sono felici di imparare ed infine per la virtù più grande : sono buoni !

 

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NAKATA IN VIOLA

1/10 –GIOBBE ERA UN SANTO … IO NO - Oggi pare che si vada a regime per il motivo fondamentale per cui sono qui:insegnare italiano al personale ed ai giovani del Movimento. 15 giorni mi ci son voluti per far andare in porto le cose preparatorie( e neanche tutte …) ed a parer mio la metà sarebbero stati più che sufficienti in condizioni pseudo-normali come da noi in Italia ! Non prendiamo altri pianeti, come l’Inghilterra o la Svezia, dove due giorni sarebbero avanzati ….
Scusate se vi rompo su questo ma non avete idea delle viscosità (e vischiosità) che ci sono da queste parti: comprese piccole gelosie e meschinità interne, non bastassero gli straproblemi africani !!

Altra buona notizia è il risultato degli esami del sangue: tutto normale.
In serata arrivano a Laafi due ragazze italiane di Firenze, Alice ed Elena, che son qui per occuparsi (una per la Regione Toscana, l’altra per l’ Università) del mondo della collaborazione internazionale.
Il Burkina è un paese davvero sfigato perché anche privo di attrattive particolari. Si, ci sono dei posti interessanti come ai confini del deserto o riserve con i grossi mammiferi africani …. ma niente che possa attirare un apprezzabile flusso turistico (con tutto il bene ed il male che ne consegue). Quando si vede un bianco, si può scommettere, che sia presente per ragioni legate al mondo della cooperazione e dello sviluppo, in parole povere dell’aiuto che si deve agli ultimi della terra. Il Burkina se non lo sapete si colloca tra gli ultimi dieci paesi per reddito, ovvero se preferite tra i primi dieci per miseria.

2/10 –BURKINA FASO DATI – Ho il motorino !! Un Yamaha 110 cc di colore blu e strisce bianche. Però me lo godrò in settimana visto che sono ritornato da prenderlo dopo tre ore (ti pareva …) alle 1.30 e tra lavarmi, mangiare, preparare i corsi e fare le lezioni non ho avuto tempo.
Vi parlerò di questo paese il cui nome significa “paese degli onesti” e precedentemente conosciuto come Alto Volta.
E’ poco meno dell’Italia ed ovviamente apparteneva come quasi tutti i paesi qui intorno alla Francia. L’indipendenza nel 1960 ha visto una serie caotica di colpi di stato sino ad un ultimo del 1982 comandato da Thomas Sankara . Questo carismatico personaggio da qualcuno definito il Che Guevara dell’Africa si mise ad effettuare profonde ed incisive opere di riforma e di moralizzazione che rafforzarono ed avviarono il paese ad una discreta crescita. Significative le sue azioni nel campo dell’istruzione e della salute.
Purtroppo, come spesso succede, ha pestato i piedi a qualcuno ed inoltre non rimaneva troppo simpatico ne agli USA ne alla Francia. Caso volle quindi che nel 1987 venisse ucciso dal suo amico fraterno Blaise Campaoré … il quale con modestia si senti di succedergli.
Da allora siede felice sulla poltrona presidenziale (22 anni !! …) e tutti i parenti ed amici occupano i posti più importanti e remunerativi. Una dittatura relativamente bonaria … ovvero qualche nemico scompare ed altri si comprano!
Vi sembra di averla mai sentita questa storia !? Ma che dite …. figuriamoci…. solo qui intorno ce ne sono una decina quasi uguali …!
In giro c’è del malcontento ma apparentemente niente di organizzato come opposizione. Certo che il fuoco cova sotto le ceneri ed ho sentito dire in un paio di occasioni che i militari potrebbero…forse…magari….
Insomma può succedere qualcosa da un momento all’altro.

 

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Yamaha 110cc

3/10 -KOUPELA – Oggi parto con Steve per Koupela e Fada N’Gourma che sono due località ad est del paese.
Prima novità rispetto al fine settimana a Bobo è l’autobus. Questa è una altra linea gestita da una compagnia sfigatella …. insomma i mezzi sono dei cessi. Sedili regolarmente sfondati, pigia pigia notevole, sovraccarico di materiale vario (ho avuto tra i piedi un parafango di un motorino) aria condizionata … dal fatto se quello davanti apre il finestrino !
Per fortuna il viaggio dura poco meno di due ore.
Il paesaggio è molto simile a quello descritto precedentemente con però due novità: si fa più marcato l’aspetto di sahel ovvero della brousse arida ed infatti compaiono i mitici baobab ! Albero bellissimo con quel fusto enorme, sproporzionato in larghezza, e la chioma con rami ridotti e frutti pendenti: pensate che è cosi considerato, che non solo si utilizza in cucina (foglie per le salse e frutti eduli) ma che una volta veniva usato anche per seppellirvi i “griot”, ovvero dei personaggi un misto tra i cantastorie ed i saggi erranti, molto amati e rispettati nella cultura locale.

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Baobab

Koupela è una cittadina francamente da dimenticare: un accatastarsi di catapecchie intorno a due o tre strade principali o poco più. Solite frotte di gente (dai bambini alle vecchie) che vende di tutto e tutto per loro perché certo non vi sono turisti: anche stavolta sono l’unico bianco in giro.
Con Michel, il responsabile locale, andiamo a vedere un padiglione-ospedale allestito con la collaborazione della Regione Toscana e di Shalom: bello, veramente rimarchevole, è la cosa più gradevole che si veda in giro. Si può essere orgogliosi di quel che è stato fatto e qui dichiaro esplicitamente che tutti i fondi raccolti hanno avuto un ottimo fine!
E chi mi legge….abbia orecchie per intendere !.
Dopo torniamo alla “gare” dei bus e mi offrono spiedini di montone cotti su un mezzo fusto per la strada: molto gradevoli.
Riprendiamo il viaggio per Fada dove arriviamo a buio e mi dichiaro stanco e pronto solo per una camera. E che camera !
Due lettini con il solo lenzuolo base vissuto alquanto ed un guanciale privo di federa, ancora più agè: devo ricorrere alla maglietta di riserva ad uopo portata. Cesso , un vero cesso, privo un po’ di tutto dalla carta igienica alle salviette. Non faccio la doccia ma ovviamente devo frizionarmi un poco per levarmi di dosso il rosso standard della cipriaccia.
Valuto se dormir vestito … ma poi sporco per sporco…buonanotte.


4/10 – FADA – Quinta città del Burkina e capoluogo di regione, snodo di passaggio per il Benin e la Nigeria.
Esco la mattina presto per esplorarla. La solita storia: un susseguirsi a destra ed a manca di abitazioni squallidissime e di attività che non si capisce come e quanto rendano. Un esempio solo, ma immaginate quanto riportato anche per ogni attività vi passi per il capo. Ho contato almeno venti (solo nel pezzo di città visto) distributori di benzina. Trattasi di una cassetta o banchetto in legno di recupero con sopra una dozzina di bottiglie piene di carburante. Accanto una tanica ed un ragazzo seduto sopra. Et voilà … ecco che la libera iniziativa ha marcato un altro punto glorioso e pieno d’avvenire!
Riflettevo facendo un rapido calcolo in base ai motorini in giro ed ad i …. distributori: sono arrivato alla convinzione che qualcuno di questi vende 4/5 litri il giorno. La benzina la dovranno pur pagare: cosa rimane loro ? Non ho trovato risposte adeguate.
In tutta la città ci saranno sei o sette edifici (perlopiù governativi) a due piani il resto è una piaga. Miseria a destra e povertà a sinistra od in alternativa … il contrario !
Bambini a frotte. Una di cinque anni o giù di li badava per la madre una padella di ferro con olio bollente (poggiata su quattro sassi e due legni in fiamme) su cui immergeva dei pescetti !!
Forse però era fortunata perché sua madre era tenutaria della “Friggitoria Moderna”!!!
Quasi tutte le donne portano un bambino sulla schiena, molte ne hanno uno o due anche per mano.
Una domanda mi frulla nella testa. Ma se non si riesce a tamponare questa valanga di arrivi di nuovi disgraziati dove andremo (andranno) a finire ?
Troviamo una risposta perché nessuno può far finta di niente.
Sono portato a mangiare in casa della famiglia di Steve, tutti molto carini ed onorati della mia presenza. Presto ripartiamo però, che ci aspettano quattro ore nello stesso bus e sotto un caldo di 38 gradi. Per inciso noto che anche loro sudano parecchio … non è vero che ci sono abituati, non ci abitua alle condizioni dell’inferno.
Tornato alla base trovo un ospite in camera: un bel geco di rispettabili dimensioni che brontola un po’, ma evidentemente dovrà accontentarsi dell’altro letto. Spero non russi !

 

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BAMBINI A FADA


5/10 - A REGIME – Ovvero sono partiti i corsi a pieno regime. Mi rendo conto che sembra che me la sia passata comoda ma credetemi non è affatto così. Di nuovo si sommano difficoltà ambientali (distanze, problemi di comunicazioni e di trasporti, impegni vari dei discenti, ecc.) e quelle tipicamente “africane” (processi decisionali lenti ed elaborati, formalismi cerimoniali, ecc.) e quindi vi assicuro sarebbe stato quasi impossibile iniziare prima.
Oggi ho passato tutto il pomeriggio a fare lezione a due gruppi per un totale di sedici persone ma forse non siamo ancora completi. Il personale della sede è di origine misto si va da ex suore a ragazzi con media scolarizzazione, mentre i giovani di Shalom sono quasi tutti universitari o di cultura adeguata. L’impatto e positivo e spero di confermarlo nei prossimi giorni.
Domani ho in programma la mia prima uscita col motorino, mentre sul fronte zanzare la battaglia infuria perenne: i morti (loro) ed i feriti (io) non si contano.
Io ci scherzo, ma qui la malaria è endemica ed in una delle forme più farmaco-resistenti: i bambini sono vittime frequenti di questa maledetta malattia.
Sul fronte alleato i ragni funzionano alla grande, per le mosche, mentre le nemiche numero uno sembrano meno gradite. Il geco invece protesta col suo chiocciare da dietro l’armadio ed ora sta imparando a rispondere al mio richiamo. Beh, grasso è grasso … ma non mi pare si dia tanto da fare. Per fortuna non russa.

 

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EFFETTO ZANZARE
RAGAZZINO COLTO DA MALARIA

6/10 – A GIRO – Stamani ho inaugurato per benino il mio motorino facendo un bel giretto intorno. Laafi, la mia base, si trova nella parte Nord della capitale non molto dopo i laghi (stagni) formati dai barrages che sono stati fatti dai francesi sul fiumetto che attraversa la città.
Ho preso a destra e poi ancora verso il Nord : chissà cosa mi attira tanto in questa direzione !?
Il paesaggio appena fuori lungo gli stagni è addirittura bello con il susseguirsi di specchi d’acqua ed orticelli ricavati sui bordi, pieni di gente intenta a lavorare. Rari manghi e tanti asinelli mesti di portare carretti pieni di tutto.
Si respira un aria idilliaca e sulla superficie liquida fanno bella mostra di se giacinti d’acqua azzurri e fiori di loto (penso) bianchi, con qualche pescatore sullo sfondo.
Mi sembra di essere in Indocina, mancano le risaie ordinate, i bufali affogati nella melma e i loto rosa… e forse anche qual cos’altro.
Il traffico è piuttosto ordinato e direi anche molto calmo, assolutamente niente a che vedere con quello allucinante di altre zone (India in testa). Malgrado sia prudentissimo e coscienzioso fino allo spasimo (hai capito mia signora ?) mi trovo ad essere tra i più veloci: anche su questo viene da riflettere. Quasi tutto qui avviene a ritmi paciosissimi (eufemismo).
Basta guardare i bambini, ci sono a frotte e quasi mai piangono o li vedi agitarsi. All’ospedale dei Cammilliani, l’altro giorno, ci saranno state duecento donne sotto il sole per ore ed ore in attesa del loro turno per fare gli esami ai piccolini, tutti sospesi nel marsupio posteriore. Probabilmente due o tre al massimo frignavano !! Da noi sarebbe stato una babele assordante tra le mamme isteriche ed i bambini nevrotici !
Li tutti tranquilli e calmi … forse sono troppo tranquilli e calmi st’africani !
(o forse in un certo senso ci danno una lezione?...ndr)

 

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UN PADRE DEI CAMILLANI IN BURKINA

7/10 – LO STRESS FISICO – Ovvero quanto è impegnativo questo mondo.
Dormo poco e male. Stanotte ancora caldo infernale e ci si trova (dato comune a tutti) come sempre ad annaspare in un bagno di sudore: è impressionante come la temperatura sia sempre e comunque elevata. Devo bere quantità di liquidi elevate e procedere ad integrare i sali persi. Inoltre la profilassi antimalarica non può essere abbandonata, nonostante gli effetti collaterali subiti.
E’ notizia di stamattina l’attacco di malaria che ha colpito ieri Jonas, il coordinatore capo del gruppo operativo di Shalom. Adesso è in malattia per almeno una settimana e dovrà sottoporsi ad un trattamento impegnativo (per il fisico).
Tutto quanto elencato è per esplicare meglio il contesto e per arrivare a motivare la mancanza di attività tennistica(la passione sportiva di Claudio, ndr) . Sto accarezzando l’idea di fare un tentativo di prova nei prossimi giorni ma non ne sono del tutto convinto: non voglio sottoporre il mio fisico ad uno sforzo in più.
Intanto oggi vesto nuove giubbe.
Prima arrivano gli ispettori del Ministero dell’Istruzione che devono valutare ed approvare la costruenda nuova scuola e subito Edoardo mi vuole accanto a se e mi presenta in gran pompa ai funzionari. Così è: mi sento trattato da scalpo o trofeo da esibire, vero, ma vi è anche un altro risvolto che dice appoggio, punto di garanzia e di riferimento.
Sto al gioco e va tutto alla grande. Anche per gli altri, soddisfatti, è così. La presenza del viso pallido non può che essere conferma di prestigio….!
Poi vado con Achille a Manega, in direzione di Kongoussi, dove un avvocato ha creato un museo raccogliendo materiale dispa(e)rato a testimonianza della cultura indigena delle genti di queste parti. Diciamo per intenderci un museo etnologico e francamente anche discreto, se lo si interpreta con la lente …..
Al ritorno lungo la strada tutto un susseguirsi di asinelli che, sotto lo spietato sole africano, trasportano carretti carichi di legna ad Ouaga (45 km !). Ogni paio un ragazzotto li guida e li sprona. Tutti i giorni fanno lo stesso tragitto, anda e rianda come si dice noi. Chiedo di fermarci per domandare il valore del commercio.
Ogni carico viene venduto per un ammontare di circa 25 €: togliete il mantenimento della bestia e valutate, voi, se la fatica valga la pena !!
In effetti è l’occasione di accompagnare e conoscere Susanna e Gilberto una coppia toscana che è venuta in Burkina per adottare due gemelline Adele ed Adelina. Le due piccoline (2 anni) si sono già adattate ai neogenitori e non li mollano un attimo: i quattro, a loro modo, irradiano amore e felicità allo stato puro.
Non solo sono lieto di aver visto una scena cosi bella, ma non dimenticherò mai neppure la deliziosa acqua gelata che avevano portato con loro. Grazie.
Ultima annotazione non marginale: le cucciole sono splendide, davvero due stelle !
Parleranno toscano … e saranno due gemme in più di un Italia (spero) migliore.

 

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UN VILLAGGIO VICINO A MANEGA



8/10 - RINGRAZIAMENTI - Continuo a dormire pochissimo e spero in cuor mio che possa continuare a reggere come per la verità fino adesso sembra stia facendo. Passiamo ad altro.
Oggi vado a fare la spesa in centro (oramai sono bravissimo, mi muovo in motorino come un indigeno e se non mi danno la cittadinanza onoraria alla fine ….), controllo l’avanzamento dei lavori degli artigiani ridotti, studio un progetto che vi chiarirò in seguito, preparo i miei corsi pomeridiani che cominciano a marciare e prendono delle precise fisionomie: la prossima settimana ci tornerò sopra con più dettagli ed attenzione.
Nel frattempo in serata arriva una tipa che mi da l’impressione di esser un po’ stravolta (lo è). E’ inviata dalla Regione Toscana per fare diverse interviste con chiunque collabori a progetti di aiuto e collaborazione internazionale: dice di dover intervistare anche me.
Ricordo per chi se lo fosse scordato che il 23 e 24 Novembre si terrà qui ad Ouaga un convegno promosso dalla nostra regione sul tema accennato.
La prima impressione … è quella che ho maliziosamente detto o se preferite un po’ de fori .
Questo riferito a lei stessa: prima volta in Africa, attaccata al telefono, (chi pagherà ?), schizzinosa fa delle scene perché ha un geco in camera …. (a proposito io ne ho due oltre Ciccio è arrivata anche Ciccia)
Ovvio che il commento è doverosamente esteso anche a chi l’ha inviata : innanzi tutto per la scarsa coordinazione (la poveraccia si è trovata sola all’aeroporto alle due di notte senza nessuno ad aspettarla e condurla a Laafi e se l’è cavata solo perché una suora, mossa a compassione, l’ha condotta con se) e poi di merito (bene valutare l’impatto delle iniziative di aiuto ma a domande sulla governance cosa mai potrà rispondere un Burkinabe cresciuto nella brousse ?? (Per la verità anche io sono piuttosto perplesso …).
Qualcosa mi dice che ne riparleremo …..!
Per concludere un ringraziamento a tutti quelli che leggono queste bischerate e che mi fanno arrivare in vari modi e maniere stimoli, appoggi, affetto.
Sono meravigliato e stupito dall’allargarsi del cerchio di supporto (essenzialmente grazie all’eco amplificante del “circolopertinielba” del mio amico Stefano) e che coinvolge anche persone a me sconosciute o semi tali.
Grazie a tutti, mi siete di conforto … e vediamo cosa ci aspetta domani.

9/10 – MULTATO - Per cominciare una multa !
Ebbene si, ho beccato un senso unico al mercato di Sankariarè. Ora direte: “Ma non lo avevi visto ? e non ti sentivi solo ieri un indigeno ?”
Avete ragione, ma a mia scusante immaginate un caos spinto per la strada, gente che va in tutte le direzioni ed un segnalino piccolino e storto da una parte..…
Me la cavo con circa 9 €.
Due note: 1) come hanno fatto a capire che ero straniero ? 2) durante il tempo di pagamento (5 minuti) il motorino è stato chiuso in una gabbia !!
Passiamo ad altro, il progetto.
Il paese natale di Steve, Komin Yanga, è un comune rurale di circa 40.000 anime (s)perduto nel nulla. Hanno in tutto tre infermieri ed altrettanti assistenti socio-sanitari. Il posto più vicino
(si fa per dire) con un medico è a 50 km di pista sterrata e chi ha davvero bisogno …deve arrangiarsi ovvero carri, biciclette, motorini … qualcuno più fortunato un auto d’occasione. Immaginate una donna che deve partorire od un bimbo con un attacco di malaria ….!
Questa gente ha bisogno di una ambulanza.
Ora visto che collaboro con la Misericordia posso pensare che una ambulanza dismessa (per qua una manna comunque sia !) ci sta di trovarla. Rimane il problema di raggranellare un po’ di soldini per il trasporto via container: ci sto pensando valutando possibilità, modalità e costi.
Vi farò sapere … intanto pensiamoci.

 

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AMBULANZA

10/10 – LE CASE ACCOGLIENZA – Con Sabine dietro in moto vado a visitare due case accoglienza per ragazzi di strada. Si tratta di strutture per i tanti giovani, a volte bambini, che circostanze avverse (da abbandoni a semi tali, da famiglie disastrate o sovrabbondanti) condannano a cavarsela con ogni mezzo possibile … nella strada letteralmente.
Nessuno sa con esattezza quanti possano essere ma in una città di un milione e mezzo di abitanti non possono essere meno di qualche decina di migliaia.
La prima casa accoglienza la sta costruendo Shalom a poche minuti di distanza nel quartiere di Tanghin. Mancano ancora dei completamenti e si evidenziano dei problemi di scarsezza di spazio a cui bisognerà dare soluzione in qualche modo, ma l’iniziativa resta degnissima, in tutta la sua validità.
L’altra struttura, sempre in periferia è dall’altra parte, della città, ed è una delle due sole totalmente pubbliche. Funge da modello ed ospita 120 ragazzi : c’è una scuola primaria (aperta anche alla popolazione limitrofa) ed un avviamento professionale oltre che ovviamente edifici per il vitto e l’alloggio per tutti gli ospitati (vi rimangono fino alla maggiore età).
Ci vuole poco a concludere che le sole (2) istituzioni governative coprono una minuscola porzione dei possibili interessati ed a maggior ragione diverse istituzioni private (leggi estere di aiuto) fanno come il Movimento ed aprono le loro. Apprendo comunque che il personale di assistenza, gli insegnanti e gli assistenti sono comunque messi a disposizione dallo Stato. Una sinergia indispensabile e fondamentale.
Dopo aver percorso circa 50 km in strade la maggior parte sterrate e con traffico sostenuto torno alla base che sono in condizioni (igieniche) spaventose: avete presente quelle foto d’antan degli ardimentosi motociclisti inizio secolo con strati di polvere in ogni dove e la faccia scura di fuliggine? Ecco ci siete, solo che la mia è ovviamente rossastra di laterite !
Nulla mi toglie una ricca doccia ed una uscita serale a festeggiare degnamente il sabato: ho deciso di portarmi fuori a cena !


11/10 – VERSO LAONGO - Ieri sera appena tornato dalla cena che mi son offerto Ciccio e Ciccia (i gechi che vivono nella mia camera) saltavano di gioia. In effetti anche io non mi ero trattato male.
Prima uscita serale in moto e passeggiata in centro. Devo riconoscere che fa una certa impressione girare per le strade semibuie ma animate da abbondante umanità. Naturalmente tutto bene.

Oggi domenica mi lancio in una cavalcata solitaria verso Laongo a 40 km da Ouaga. Qui si trova un affioramento di granito grigio-rosato ed il governo ha aperto un sito open air agli scultori di tutto il mondo. Posto interessante ma ancora più favoloso è il viaggio.
Non so cosa dirà a voi, ma la sensazione di guidare su una pista in laterite, libero e solo nella vastità della terra africana, con acacie e baobab sullo sfondo mi riempie di una gioia incommensurabile.
Sacrifici, difficoltà, stanchezze, problemi …ma ogni tanto tocchi il cielo con un dito !
Torno accaldato, impolverato, cotto dal sole e nel pomeriggio riposo assoluto e preparazione per la lezione di domani.
Ad un certo punto si fa più scuro e repentino si alza un ventaccio che in due secondi solleva sino a dieci metri una nube di mefitica cipriaccia rossa e la spinge ogni dove. Mi barrico in camera ma non c’è rimedio; dopo passo il dito sul tavolino di lavoro (che avevo pulito poco prima) e raccolgo un velo dell’impalpabile ma implacabile.
In seguito mentre stavo andando a cena a casa di Achille viene giù un diluvio per mezzora. Riparo sotto una pensilina ed osservo nelle fogne aperte l’acqua correre fino quasi a riempirle: sarà una buona pulizia, così domani si continua a buttarci tranquilli ogni ben di Dio.
Mollo la moto e ricorro ad un taxi e così me la cavo ancora un’altra volta (eppur ne ho visti di taxi malandati … ma come questi !!).
Al ritorno scopro (come c’era da immaginarsi …) che ora c’è anche Ciccino che scorrazza da vero sbarazzino ogni dove. La mamma lo richiama e lo segue ma lui non vuole rientrare dietro l’armadio.
Beata gioventù.

 

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villaggio a Laongo

12/10 – SANTE’ - In mattinata si presenta Miguel un mio allievo ventiduenne con un attacco di malaria e mi chiede di aiutarlo. Aiutarlo significa dargli dei soldi per comperarsi la medicina che per lui risulta troppo cara (circa 6 €). Che fare ?
Non posso tirami indietro … è un mio studente ed io sono vissuto tutta la vita tra i ragazzi ….
Avverto che non sono la Banca d’Italia …. e metto (volentieri) mano al portafogli.
Poco dopo Edoardo mi fa notare che anche Shalom spesso interviene aiutando economicamente i più bisognosi del povero quartiere circostante: oggi si è presentato il padre di un bambino di 5 anni affetto da una seria parassitosi intestinale (Giardiasi) ed il costo delle medicine è quasi proibitivo per la famiglia.
Intanto è tornato Jonas ancora debole per l’attacco di malaria aggravato dalla febbre tifoide….
Bell’ ambientino vero ?
Qui tutto si paga e lo stato sociale per loro corrisponde ad un sogno impossibile. Io non credo che noi ci si renda conto quanto prezioso sia il Servizio Sanitario Nazionale per noi italiani; appena si esce dall’Europa son dolori (come testimonia la dura lotta che si svolge negli USA …).
Al solito ci lamentiamo per lamentarci (certo episodi da contestare ci sono e su quelli battiamoci pure) ma dovremmo essere orgogliosi di un sistema che ci protegge tutta la vita. Probabilmente il 90 per cento dell’umanità non ha diritto nemmeno al più elementare diritto alla salute ed anche una banale infezione può comportare la morte …. come qua !

13/10 - MILIEU - Dormo benino perché la temperatura è scesa di un paio di gradi. Quindi mi sveglio energetico e metto Aristide al lavoro (pagato s’intende). Sistema tutti gli attaccapanni nelle stanze di Laafi; mi sembrano piuttosto carini.
Intanto ordino altri lavori agli artigiani ridotti, che oramai mi considerano il loro cliente migliore. Poi, col mio Virgilio, faccio ancora un tentativo di collegarmi con skype (fallito pure stavolta … !) e vado a farmi rinnovare il permesso sul passaporto.
Pomeriggio con i corsi ordinari.
Alcuni mi dicono: parlaci dei corsi, dei tuoi studenti. Ma lo sto facendo !!
Come si fa a spiegare una cosa se prima non si descrive l’ambiente, il milieu, in cui l’evento si sviluppa ? Ed i personaggi, il materiale umano è indifferente nel processo ?
Allora si, la prendo larga, ma il processo sarà lungo e non si esaurirà in poche righe.
Oggi vi narro due episodi apparentemente assai distanti tra di loro ma che getto così, come elementi per un discorso che proseguirà nei prossimi giorni.
Mentre facevo lezione un turbine, una tempesta tropicale si abbatte su Laafi: lampi, tuoni, acqua a catinelle, vento violentissimo, roba che vola da tutte le parti, luce che scompare per un’ora ….
Secondo spunto. Come dicevo a mettere gli appendi abiti è stato Aristide (un mio allievo) che vi assicuro è un ragazzo meraviglioso, onesto, gran lavoratore, intelligente e pieno di buona volontà.
Gli ho spiegato come e dove metterli con attenzione: lo ha fatto …. ma sono tutti un poco storti e tutti un pò più qua od un pò più la da dove dovevano stare. Quello di camera mia lo ha messo sopra l’interruttore della luce del bagno … così non sapete come accendere la luce se ci mettete sopra una maglietta.
Non è stupido: è che certe cose non le vedono, non hanno senso per loro.
Ecco perché il discorso sarà lungo.


mercoledì 14 ottobre 2009
DA ELBAREPORT

Dall'Africa una richiesta : serve un'ambulanza...anche vecchia!!

 

091014_1Questi i preziosi diari di Claudio Agostini che vengono dal Burkina Faso. Li abbiamo po' "purgati". Intanto lancia un appello per dare a gente davvero in crisi un'ambulanza. Cerchiamola anche qui all'Elba...potrebbe accadere che qualcuno dismette un mezzo e lo vuole passare al Burkina...
Su suo suggerimento, ho preso ciò che mi pareva più stimolante dai suoi diari. Claudio è un insegnante i pensione e ha scritto di getto quello che combina nella sia missione volontaria. Cerca di dare impressioni a pelle e con tono talvolta sarcastico, volutamente, e riesce a farci

Ecco stralci dell'ottavo diario (vedere il sito http://www.circolopertinielba.org/shalom/091003.htm) un invito a leggere anche gli altri. Non capita di frequente vedere con gli occhi di un altro ciò che avviene in Africa. Oggi.

10/10/2009 – LE CASE ACCOGLIENZA – Con Sabine dietro in moto vado a visitare due case accoglienza per ragazzi di strada. Si tratta di strutture per i tanti giovani, a volte bambini, che circostanze avverse (da abbandoni a semi tali, da famiglie disastrate o sovrabbondanti) condannano a cavarsela con ogni mezzo possibile … nella strada letteralmente.
Nessuno sa con esattezza quanti possano essere ma in una città di un milione e mezzo di abitanti non possono essere meno di qualche decina di migliaia.
La prima casa accoglienza la sta costruendo Shalom a poche minuti di distanza nel quartiere di Tanghin. Mancano ancora dei completamenti e si evidenziano dei problemi di scarsezza di spazio a cui bisognerà dare soluzione in qualche modo, ma l’iniziativa resta degnissima, in tutta la sua validità.
Passiamo ad altro, il progetto.
Il paese natale di Steve, Komin Yanga, è un comune rurale di circa 40.000 anime (s)perduto nel nulla. Hanno in tutto tre infermieri ed altrettanti assistenti socio-sanitari. Il posto più vicino
(si fa per dire) con un medico è a 50 km di pista sterrata e chi ha davvero bisogno …deve arrangiarsi ovvero carri, biciclette, motorini … qualcuno più fortunato un auto d’occasione. Immaginate una donna che deve partorire od un bimbo con un attacco di malaria ….!
Questa gente ha bisogno di una ambulanza.
Ora visto che collaboro con la Misericordia posso pensare che una ambulanza dismessa (per qua una manna comunque sia !) ci sta di trovarla. Rimane il problema di raggranellare un po’ di soldini per il trasporto via container: ci sto pensando valutando possibilità, modalità e costi.
Vi farò sapere … intanto pensiamoci.

 



14/10 – MILIEU 2 - Ho recuperato quasi la forma e ritento con il tennis. Non sia mai detto che lasci il continente senza aver incrociato la racchetta almeno una volta !
Vado stavolta al tennis club di Ouaga e fisso deciso con un maestro per venerdì mattina. Farovvi sapere.
Tornando al discorso dell’ambiente e dei corsi appena accennato. La tesi che sostengo è quella, in sostanza, che tutto è enormemente difficile e complicato.
Questo sia ben chiaro non solo per il sottoscritto (evidente) ma anche per loro, gli studenti. A cominciare dalle condizioni climatiche. La violenza della natura, l’ eccesso di tutto: troppo caldo, troppe zanzare, troppi altri insetti (tonnellate), troppo caos, …
Ora riflettete pensate davvero che fare un corso in Francia avrebbe difficoltà di questo ( ed altro) tipo ? Ovviamente no.
Ma ci sono i condizionatori … si certo, ma la corrente manca una volta al giorno (regolarmente) ed è già successo che mi è toccato sospendere (due volte), perché se togli la luce durante un corso serale …. neanche li vedo … sono neri !
Insisto che vale più per loro che per me: sudano più di me, si cospargono di repellente, soffrono di attacchi di malaria … io almeno (spero) sono coperto dal Savarine.
Forse personalmente avverto più altre cose come la cipriaccia rossa che quando si alza il vento (e come si alza !) ti si infila ogni dove. Sono arrivato alla conclusione che qui i gradi di pulizia (personali e non) sono solo due : sporco o molto sporco !
Non vi sono altre soluzioni. Dopo aver coscienziosamente fatto la doccia o pulito la scrivania ripassi con un panno pulito …. et voilà te lo ritrovi sporco dopo solo 5 minuti.
Dice ma che c’entra ? C’entra, c’entra, pensateci bene. E non siamo che all’inizio….
Intanto la tizia frulla e rompe, come tutte le agitate: mi ha intervistato.


15/10 – RISORSE UMANE - Veniamo a loro, i miei studenti, i quali da che mondo è mondo sono perennemente, è notorio, squattrinati. Ebbene anche in questo caso qui è tutto al quadrato … od al cubo !!
Lo si vede dagli atteggiamenti, dai comportamenti, dalle abitudini … insomma da mille cose.
Persino Steve, che come il mio valet de chambre, appartiene alla schiera delle persone davvero in gamba, è condizionato dall’ incombenza della necessità.
Sembra di essere in una commedia di Totò; tutte le energie migliori sono indirizzate a riempir la pancia, a sbarcare il lunario, al risparmio assoluto, a trovare la strada, non migliore, ma la più economica ….
Qualche volta mi ha anche irritato e sono stato costretto a far notare che è inutile perdere il triplo del tempo per risparmiare l’equivalente di 30 centesimi di euro …. Ma non c’è niente da fare !! Probabilmente lo strano sono io con tutta mia sbrigatezza ed efficienza mirata. Che senso ha uno che dice “Paga (cioè pago io) e non perdiamo tempo…”?
In Africa se una cosa non manca è il tempo; i pastorelli che guardano le misere mandrie costituite da sei o sette zebù lo hanno da buttare via. Andate a dire loro (come in effetti dico io) “il tempo è denaro” ….. se ti prendono a sassate hanno tutta la ragione del mondo!
Chi cresce affamato rimane affamato tutta la vita; e qui la fame non manca !
Che c’azzecca con i corsi ? Bhè riflettete: tutto il meglio è dedicato a risolvere i mille problemi quotidiani di sopravvivenza loro e della (in genere grande) famiglia: Cosa rimane per il resto ? Briciole.
Anche il loro modo d’incedere lento, quasi ciondolone (ancor più tipico delle donne) ho una mezza idea che sia sinonimo di: “Che me la prendo a fare, che fretta c’è … perché consumare tutta questa energia preziosa ?!”
Un esempio terra terra: “Come mai non sei venuto ieri sera a lezione? - Non avevo soldi per la benzina del motorino !”

16/10 – TENNIS E PIZZA COOP! – Finalmente alle sette meno un quarto inforco il motorino con la racchetta a tracolla e via al circolo del tennis di Ouaga (costa meno del Silmandè).
Quando mi facevo il film del mio viaggio … questa era la scena più gettonata. Io, con aria spavalda, tra la folla attonita … WOW !!
In realtà sembra se la sbattano allegramente, ma poco conta …
All’andata sono immerso in un fiume di ragazzi in bicicletta (tutti in divisa della scuola) che entrano a lezione. L’orario normale è 7-12 e 15-17.
Al circolo mi aspetta Moussa un trainer trentanovenne. I campi sono in cemento e il raccattapalle è obbligatorio (un altro modo per far guadagnare qualche soldino ad un'altra persona). Il tutto mi viene circa 9 €.
Palleggiamo per tutta l’ora ma in maniera tosta e divertente: faccio la mia porca figura ed alla fine (esausti entrambi) ci stringiamo la mano sorridenti. Mi dice che sono ben impostato e molto combattivo … ma va … (Nino la sapevi questa ?).
Bella storia, appena posso la ripeto.
Poi vado a Loumbilà dove si trova un orfanotrofio gestito da suore e dove Shalom con l’aiuto della Coop Firenze ha aperto una pizzeria-ristorante con lo scopo di dare lavoro e di permettere loro di auto-finanziarsi.
Dovevo valutare lo stato delle attrezzature sportive per eventualmente integrarle e migliorarle.
La prima impressione, non lo nego, è disarmante ( forse anche la seconda …).
Ma non si deve arrenderci e cercare di andare oltre a domandarci se tutto quello che è stato fatto (per l’amor del cielo, in assoluta buona fede e con spirito altruistico) era proprio la strada giusta.
Permettetemi di non entrare nei dettagli ma di parafrasare (molto) esagerando.
Avrebbe senso istituire un circolo nautico in pieno deserto ??
Certo, io che amo andare a vela, vorrei poter condividere con tutti questa gioia meravigliosa, ma …. torniamo alla domanda … e meditiamo.

pizzeria coop in Burkina


17/10 - COCCODRILLI - Stamani si è rifatto vedere Ciccino; meno male ero un po’ preoccupato, da un paio di giorni non avevo notizie e non si sa mai …. con quello scavezzacollo.
Intanto ieri sera non sono arrivati dei membri Shalom perché bloccati a Niamey in Niger da un guasto all’aereo: pernottano li ed arrivano nel pomeriggio.
Lascio i panni del professore e mi trasformo in Indiana Jones: al galoppo col mio destriero, nell’immensità africana, a caccia di coccodrilli !! (però non suona male …eh !)
Per strada, in periferia di Ouaga, dei lavori in corso hanno causato l’abbattimento di un discreto numero d’alberi secolari. Ebbene una quantità di persone si dan da fare intorno alle carcasse, come nugoli di termiti, con accette e machete per recuperare tutto il legno possibile, unico carburante per cucinare a loro disposizione. Magari una bracciata appena, ma sufficiente per oggi: domani si vedrà … se rimane qualcosa.
Dopo aver percorso una usuale pista rossa arrivo allo stagno presso il villaggio di Bazoulè dove vivono decine di coccodrilli nilotici (sacri ovviamente, altrimenti non sarebbero sopravvissuti …. se li sarebbero mangiati). Sono allo stato libero e scorrazzano dove gli pare, nessun recinto ne limita la diffusione.
Le bestiacce sono proprio come si vede nei documentari infide (non le vedi sino all’ultimo momento) e pigre (come tutti i rettili, pericolosi solo nell’ultimo guizzo), sempre pronte a puntare qualsiasi cosa si muova intorno.
Viene sacrificato il solito pollo (pagato da …) e posso avvicinarmi sino a toccarli: hanno il dorso duro ma la pancia è morbida e piacevole al tatto.
Al rientro salvo un camaleonte in procinto di attraversare la strada … ma è talmente lento ed incerto che difficilmente sarebbe passato indenne. Lo metto al sicuro tra i cespugli … faccia lui, se vuol ritentare, buona fortuna !
Serata a chiacchiera con gli italiani finalmente arrivati.

a cavallo di un coccodrillo


18/10 –KOMIN-YANGA - Domenica un po’ noiosa passata in gran parte a fare lavoro di scrivania.
Solo in mattinata faccio un salto in centro (in moto of course) a comperarmi degli occhiali da sole e due o tre cosette.
Poi riordino gli appunti, traduco una relazione, ne faccio un’altra personale, scrivo un articolo, aggiorno la corrispondenza. Inoltre faccio il punto sul progetto AMBULANZA che sta prendendo consistenza.
Ricapitoliamo Komin-Yanga un villaggio di circa quarantamila anime è privo di assistenza sanitaria degna di questo nome e l’ospedale (ovvero un medico) più vicino dopo 50 km di pista. Una ambulanza sarebbe un dono del cielo.
Ho messo in moto gli amici della Misericordia di Castelfiorentino i quali pare possano procurami un mezzo in forma e ben revisionato a prezzo speriamo zero o giù di li: suggerirò un Ducato Fiat perché altamente affidabile e con una certa diffusione qui in modo da poter disporre di eventuali pezzi di ricambio.
Per le pratiche di trasporto, dogana, immatricolazione, ecc. posso fare affidamento sull’organizzazione di Shalom che certo non mi negherà una mano.
Rimane da coprire le spese vive, ovvero il trasporto in container, valutabili intorno a 2.000 €. Per questo conto su donazioni varie ed una colletta … organizzata magari dal mio amico Stefano !?
Nel frattempo io scrivo il progetto e programmo un viaggio nel paese ad assicurami di prima persona delle condizioni del villaggio, il posto dove risiederà il mezzo, le persone a cui affidarlo e fondamentalmente dello stato della pista.
In questi giorni mi darò da fare per procurarmi un fuori strada e recarmi laggiù. Sarete tenuti al corrente minuto per minuto.

 


19/10 – RISORSE UMANE 2 - Faccio un salto a vedere l’officina di Ocades dove lavorano i tecnici italiani. Al ritorno in pieno centro di Ouaga un uomo completamente nudo con il suo bel (letterale) membro in evidenza sul marciapiedi cammina tranquillo. Avevo già visto un paio di scene simili ma non in pieno centro dove fa un certo contrasto con le (rare) donne velate integralmente di nero. Cosi è se vi pare (Pirandello ?!)


Affollamento a Ocades

Un altro piccolo tocco di colore locale …
Preparo e svolgo i corsi. E ritorno sul materiale umano specificatamente sul versante linguistico.
Dunque qui sono una miriade di lingue locali (in zona prevale il morè ma no è il solo) e gran parte della gente parla quello, con solo una mano di vernice di francese.
Chi ha un grado di istruzione valido conosce bene questa lingua che tuttavia rimane pur sempre qualcosa di non proprio. Adesso poi arrivano dei nuovi marziani e ci si mettono anche loro a pretendere che si parli la loro lingua.
Va bhé …facciamoli contenti … tanto se n’è viste tante… e poi come dicono sti alieni ? :“Franza o Spagna purchè se magna ” ? ….. Si, questo lo capiamo anche noi !!!
Ricapitolando: qui parlano una lingua ostrogota, comunicano col mondo con un'altra, che puzza comunque di colonialismo lontano un miglio, e sopra ce ne mettiamo un’altra (mediata e modulata dalla seconda). Non penso proprio che sia tanto facile !
Tutto questo non per metter le mani avanti sui (probabili) non brillantissimi risultati dei miei corsi ma per onestà di analisi.
E per oggi chiudo sottolineando che tutto questo insistere sulle difficoltà ambientali, economiche, linguistiche, ecc. non vuole assolutamente assolverli dalle loro macroscopiche carenze (sulle quali tornerò, eccome …).
E’ che se si vuole avere una panoramica non dico esaustiva, ma quantomeno sostenibile, non si può che iniziare a delineare il contesto ed il materiale a disposizione.


20/10 - AFRITUDINE - Mi sto dando da fare per trovare un mezzo, il tempo ed il modo per fare un sopralluogo a Komin-Yanga intanto porto avanti le altre cose.
Purtroppo l’evento di oggi è che ho perso la pazienza con gli studenti del primo corso ed li ho mandati fuori a riflettere. Anche io mi sono messo a riflettere; a dire la verità è da quando sono qui che non smetto mai di farlo.
Il motivo di fondo è la parte oscura dell’Africa e degli africani (si dovrebbe dire dei Burkinabè ma poi sappiamo benissimo che con varianti quasi trascurabili vale per un sacco di altri paesi). Questo buco nero (mi si perdoni il gioco di parole), questa voragine, che mangia letteralmente le persone e le risorse di milioni di individui è l’indolenza, la trascuratezza, la incapacità di seguire regole o comportamenti coerenti.
Non so come spiegarlo, è difficilissimo; credo che questo sia un impegno troppo complicato e forse superiore alle mie modeste capacità, ma sento il dovere di tentarci per non lasciare persa questa esperienza unica.
Richiamo ancora le premesse fatte nei giorni precedenti ovvero le avversità climatiche, ambientali, storiche e nostre (perché spesso ci comportiamo da stupidi) e non dimentichiamole mai ! Inoltre riconosco che le generalizzazioni sono sempre grossolane, è vero….
Ma poi bisogna affrontare il toro per le corna: qua è tutto trasandato, improvvisato, casuale ed i comportamenti della gente corrispondono a quel che si vede.
Si ha l’impressione di avere a che fare con dei perenni bambini, magari bravi, ubbidienti,intelligenti … eppure basta girare gli occhi che questi si mettono a fare marachelle, dimenticano in un attimo quel che hanno imparato e riprendono a fare come sempre hanno fatto.
Tu ritenti, spieghi meglio la strada, il metodo, le ragioni: loro ti ascoltano attentamente, ti apprezzano enormemente … e poi fanno a modo loro.
Ovviamente non mi riferisco ai corsi ma a cose anche concrete e misurabili.
A Cuba ci sono dei taxi degli anni quaranta e cinquanta che funzionano ancora ma quel che più conta sono curati, puliti, amorevolmente conservati (mediamente).
Per forza direte voi sono il loro mezzo di sostentamento !
Logico. Allora perché qui (mediamente) i taxi fanno veramente orrore ? Sporchi, fatiscenti, senza la minima traccia di attenzione e/o di amor proprio !?
Nel sud-est asiatico ho visto con i miei occhi una maniglia di plastica rotta rifatta in bambù (funzionale e neanche brutta), qui c’è un fil di ferro arrugginito e NON funzionante !
Basta per oggi faccio meglio a fermarmi … ma l’analisi va continuata. Perché se non si riesce a trovare la chiave di volta per spezzare questo meccanismo infernale che tritura tutto, ogni tentativo (che difendo sempre come doveroso) di aiutarli si perde in mille rivoli, pur sempre utili, ma che non condurranno da nessuna parte.


21/10 – ENFANTS - Passo giornata a ricucire i rapporti.
Loro sono spaventati, impauriti, come non ti aspetteresti mai da adulti come sono. Io un po’ amareggiato faccio il mio meglio per spiegarmi ed argomentare: non mi illudo di convincerli ma spero che sia di esempio (il ragionamento ed il recupero).
E’ una processione continua dal responsabile al valet de chambre, tutti mesti mesti e tutti felici come pasque quando metto sul positivo le cose.


Roba da matti quasi da non credere ….
In questo mese mi son trovato a fare di riferimento per un po’ di tutto. Vi assicuro che non mento se vi dico che ho fatto dal medico allo psicanalista, dal consulente tributario all’esperto di informatica, dal confessore allo scrittore (per conto terzi, ovvio) ed altro (per non annoiarvi). Non posso entrare nei dettagli perché me lo impedisce il segreto professionale ! (uno a caso scegliete voi ….)
Roba da matti quasi da non credere …
Questo è un popolo-bambino e come tutti i bambini sono splendidi ed esasperanti, volenterosi e pasticcioni, affettuosi ed inaffidabili, tenerissimi ed incoscienti, ingenui e crudeli. Difficile non amarli ma a volte li prenderesti a ceffoni !
Mentre scrivo queste righe c’è un gruppetto qui fuori che chiacchiera e bischereggia : dovreste sentire le loro risate …!?!
Roba da matti quasi da non credere …
Intanto ho progettato un’altra cosa, un po’ più ludica e forse apparentemente troppo … consumistica: ma non si vive di solo impegno e cose serie !
Per farla breve voglio dotare Laafi (a spese mie) di televisore ed (indispensabile) antenna parabolica.
Sorpresi ? Via non troppo su… !!
In fondo anche loro hanno diritto di conoscere il mondo (anzi chissà se …)
E poi un luogo più gradevole può attirare più clienti.
E poi noi europoidi quando siamo qui ci rompiamo troppo (la sera).
E poi ….. ai bambini piace tanto la televisione !!

22/10 –OLTRE IL RECINTO - Oggi ho rigiocato a tennis e mi sono spinto sino a fare un set con l’entraineur: 6-4 per lui ma il suo compenso, vi assicuro, ha dovuto davvero …. sudarselo!
La prossima volta ho richiesto un doppio … misto magari.
Intanto ancora una foto di queste parti.
Avevo notato, già da qualche giorno, una giovane donna con un bambino piccolo passare ore ed ore al riparo dal sole dietro un muro seduta o sdraiata per terra, su un modesto cencio. Lei ed il bambino sono evidentemente l’uno per l’altra tutto il mondo (ed il reciproco).
Non chiedono niente a nessuno anche perché questo non è un posto molto trafficato, anzi, e poi siamo in un quartiere troppo povero.


Il tutto in un silenzio assoluto e con una tranquillità disarmata e disarmante.
Incuriosito, insieme agli amici di Prato, abbiamo mandato qualcuno ad informarsi.
E’ una ragazza circa diciassettenne ed il bambino ha due anni; il marito (o il padre) pare sia da qualche parte indefinita a cercare di raggranellare qualcosa. Loro aspettano, sono senza casa. Qualche volta mangiano, più spesso no.
Gli mandiamo del cibo, Maria le porta dei vestiti per il piccolo, viene offerto un sacco o due di riso. Per qualche settimana non soffriranno la fame. Poi chissà ….


23/10 - ECONOMIA – Ancora un po’ di notizie (disarmanti) da questa parte di mondo (per le anime candide o quelli che “io non sapevo …”).
Partiamo da dei dati nudi e crudi, grossolani e tagliati con l’accetta, ma piuttosto significativi direi.
Tra l’80 ed il 90 % della popolazione vive (leggi sussiste) di agricoltura.
Oltre il 40% del PIL è dipendente dagli aiuti umanitari esteri
Circa il 30% del PIL é dipendente dalle rimesse degli emigranti.
Il paese si colloca stabilmente tra le cinque-dieci nazioni più povere del mondo.
Territorio con 20% di semi deserto e 75% di savana semiarbustiva (sahel).
Altopiano piatto (niente dighe) e privo anche di decenti risorse idriche.
Sottosuolo quasi del tutto privo di risorse naturali (a differenza di altre zone africane).
Ora permettete …. si può essere più sfigati ??
Su questa base robusta e confortante si innestano:
Quasi tutto il poter economico concentrato nelle mani di pochi (parenti e amici del presidente).
Burocrazia imperante e corruzione diffusa.
Situazione sanitaria e scolastica stagnante o …. peggio.
Incremento della popolazione superiore al tasso di crescita.
I migliori, i più intraprendenti, i più preparati se ne vanno a cercare fortuna da qualche parte nel mondo e le famiglie contano enormemente su di loro e sono orgogliose di poter dire che hanno un parente all’estero.
Cazzarola che culo, eh …!!!


bandiera del Burkina Faso


24/10 – BANFORA – Parto presto in bus per Banfora all’estremo sud-ovest del paese quasi al confine con la Costa d’Avorio. Dice sia la regione più verde e più ricca (in coltivazioni).
Stesso percorso fino a Bobo poi un'altra ora e mezzo, in totale fan sei ore e mezzo.
Effettivamente man mano si scende cambia il paesaggio, è più verde ci sono più palme da cocco, vari tipi di piantagioni dalle papaie alle banane … e distese di campi di canna da zucchero.
Purtroppo è talmente equatoriale questa zona che piove come da noi in autunno: infatti Banfora non mi appare polverosa come al solito bensì fangosa … che è anche peggio !
Del resto mi basta un’occhiata per giungere alla conclusione che, i dintorni saranno anche diversi, ma la cittadina fa …. pardon … diciamo pena.
Mi rifugio nell’albergo che ha un buon giardino con flora del posto: davanti alla mia camera c’è un albero di cacao.

Mercato a Banfora


25/10 – KARFINGUELA – E’ il nome di una località a circa 15 km dalla fangosa dove si favoleggia di una cascata imperdibile.
Per fortuna è smesso di piovere ed anche se le strade sono tutte un pantano non posso perdere l’occasione.

KARFINGUELA

Noleggio una moto o meglio un catorcio e mi butto, come al mio solito.
Paesaggio davvero bello che mi ricorda quello di un altro paese infelice (sempre per la solita follia umana) ed altrettanto povero, la mia amata Cambogia.
Un tripudio di verde rigoglioso da tutte le parti. Tre differenze saltano agli occhi: i baobab, la gente molto più scura ed i campi molto meno ordinati.
Ad un certo punto mi si affianca un ragazzino di quindici anni e mi si propone come guida anche se mi dice che prima deve passare dal suo villaggio.
Accetto e mi metto a seguirlo in un dedalo di viottoli stretti tra due pareti di verde (oltre che fangosissimi e scivolosi). Se mi molla non so come ritrovar la strada….
Arriviamo al villaggio invisibile, immerso come è nella vegetazione, entrando con i motorini quasi dentro le capanne, scansando galline e maiali… i bambini no perché la maggior parte scappa impaurita vedendomi. La mamma di Tufibiou (la guida) esce a salutarmi con una sorellina attaccata alla schiena che si mette subito a piangere spaventata dalla mia faccia bianca. La donna avrà una quarantina d’anni al massimo e ne dimostra settanta: mammelle altezza ombelico, faccia grinzosa, denti quasi assenti.
Ripartiamo dopo poco ma nel frattempo si è radunata una piccola folla attonita.
Faccio fatica davvero a tenermi in piedi ed in un paio di occasioni slitto e vado a finire fuori pista in mezzo all’erba più alta di me: unico inconveniente è che mi ritrovo tre formiche di quelle cattive che mi azzannano un polpaccio.
E’ una delle rare volte che non mi dispiace esser solo; sono troppo impegnato a vedere come va a finire e non ho tempo e fiato per rincuorare e convincere qualcun altro … mica sono tanti gli sconsiderati come me !
Arrivo alla meta infangato come dopo un Camel Trophy. L’ambiente è delizioso anche se le cascate … ne ho viste di meglio !
Rientro per la via dei fuoristrada, altrettanto scivolosa, ma almeno posso evitare qualche pozza.....molto meno il lunghissimo rientro a casa in bus.
Sono perplesso con me stesso ed ho tempo abbastanza per rimuginare.

Le cascate


29/10 – J’ACCUSE - Questo inizio alla Zola ha un obiettivo preciso: gli sprechi enormi che si accumulano e si perpetuano in Africa.
E’ un fiume gigantesco di danaro che si perde, letteralmente si perde, senza essere utile a nessuno (se non forse soltanto alla coscienza ed al benessere di chi ha donato !!)
Se pensate alla corruzione siete in errore: certo quello è il problema numero due e naturalmente non intendo ne difenderla ne sottovalutarla. Però, come dire, in certo qual modo fa circolare denaro e seppure in maniera distorta alimenta anche una economia virtuosa. Il problema su questo versante è sociale, politico, morale, culturale, ecc. ma pragmaticamente l’euro intascato in bustarella si trasforma poi in poter d’acquisto e quindi in leva economica.
No, quello a cui mi riferisco è lo spreco assoluto, quello che si concretizza in opere e mezzi non sfruttati, abbandonati, inutili, carcasse nel deserto che non hanno funzione alcuna e mai l’avranno. Il termine deserto forse richiama alla memoria le famigerate “cattedrali” … beh, si certo, anche quelle … ma qui vi sono forme più concrete e consistenti del tutto nuove ed inaspettate.
Permettetemi un esempio semplice con la premessa che questo è cosi comune e diffuso che diviene una regola.
Immaginate una macchina qualsiasi, se volete un trattore moderno ed efficiente inviato da una organizzazione umanitaria per migliorare le sorti di una comunità agricola. Bene affidato (dopo ovvia istruzione) a loro si rivela per un certo tempo fonte preziosa di risultati nonché di grande gioia e diletto. Il vero problema interviene nella manutenzione-mantenimento. Fino a che l’oggetto funziona senza intervento esterno, benissimo …
Ponete poi di dover cambiare dei filtri, guarnizioni, o poco più: tragedia …. Un mezzo fatto per funzionare dieci-venti anni per un tappo radiatore arrugginirà alle intemperie monumento perenne (ed ingombrante) alla stupidità umana.
Ora vorrei concludere con chiarezza e senza fraintendimenti: colpevoli senza dubbio i destinatari del “dono” perché loro i compiti di mantenerlo funzionante e funzionale.
Ma i “donatori”, che se ne sbattono di quel che succede, limitandosi al massimo a raccogliere altri fondi per acquistare una nuova e fiammante macchina (made in europe e quindi utile solo a noi) da inviare di nuovo, e di nuovo ancora, ad accumularsi alle altre ?
Sono solo in errore od anche in mala fede ?

30/10 - CONSEGUENZE – Mi rendo conto che devo continuare il discorso e non limitarmi ad indicare (doverosamente) con il dito.
Quanto ieri descritto è proporzionale, grosso modo, alle dimensioni della sorgente erogante. Ovvero più grossa è l’organizzazione a monte (ONU, UNICEF, GOV, ecc) più è alto il rischio sopraindicato: necessariamente non sono sempre tutti e comunque coinvolti …. ma comunque…!
I gruppi più piccoli cioè molti ONG sono normalmente più parchi ed attenti anche se non totalmente immuni. Certo cento volte meglio nel complesso … basta vedere le auto con cui si muovono gli uni (incrociatori pesanti da 100.000 €….) e gli altri (normali, a volte scassatissime, auto magari usate).
Shalom per fortuna appartiene a questa seconda categoria.
Ora venendo a noi: cosa consegue di tutto ciò ? Che l’individuare il personale serio, capace, onesto a cui affidare mezzi e compiti è elemento ESSENZIALE di riuscita per qualunque iniziativa !
Molte volte un atto, pur nobile e generoso, si trasforma in un perverso modo di riperpretare ingiustizie e disuguaglianze. Diversi capi villaggio sono dei dittatori violenti e senza scrupoli (capibastone …) ed affidare a loro un bene equivale a fare affari con il Gatto e la Volpe personificati.
Ho sentito di pozzi (acqua bene primario e vitale !) chiusi e gestiti in forma privata da detti gentiluomini. Se il bene deve concretizzarsi nell’ingigantire le ingiustizie !!! ….
Questo nel mio piccolo (molto piccolo) spiega il tempo che mi prendo per andare avanti con l’iniziativa dell’ambulanza di Komin-Yanga.

Farò un sopralluogo, valuterò ambienti, strutture ma principalmente uomini a cui affidare (anche per scritto) un mezzo che deve obbligatoriamente essere aperto a tutti i bisognosi senza distinzioni di sorta e curato e mantenuto efficiente per almeno X anni.
Mi impegnerò anche a controllare o direttamente od indirettamente (con uomini di fiducia, che esistono, eccome se esistono…). Sarò esplicito e se non ho certe garanzie metterò in chiaro che di villaggi bisognosi ce ne sono centinaia … quindi….

31/10 – MINI SAFARI – Lo vogliamo dire ? Ammettiamolo: comincio ad essere davvero stanco e sento affiorare momenti di sconforto e di solitudine.
Devo trovare un momento di gratificazione anche se qua è dura …. dura assai…
Ho lavorato bene ieri quindi posso permettermi la mattina quasi libera. Decido di andare a visitare una foresta “naturale” praticamente in città, diciamo una specie di Cascine per intenderci.
Il mio istinto di biologo e naturalista mi suggerisce di rifarmi alla natura e non sbaglia.
Mi inoltro per quasi tre ore a spasso e … mi rilasso e mi diverto !
Ci sono una miriade di uccelli bellissimi tra cui mi sembra di individuare i buceri dal becco rosso e le bellissime ghiandaie africane con la loro livrea blu-elettrica e la lunghissima coda.

bucero dal becco rosso

Vedo scoiattoli in quantità ed anche un paio di varani tra cui uno piuttosto bello di 70-80 cm.
Con vero colpo di fortuna quasi sbatto il naso in un camaleonte altrimenti invisibile dondolante propaggine verde, nel verde.

varano

Ma la vera sorpresa la ho quando arrivo ad uno stagno al centro della foresta e trovo i coccodrilli !
Nessuno mi ha mai detto nulla e nelle guide di questa foresta nemmeno si parla …. Vedi tu !
Se vuoi trovar qualcosa di piacevole devi proprio andartelo a cercare…Ci mandano a vederli a km di distanza e poi te le ritrovi sotto casa !
Tra l’altro per niente turistici e senza scene sgradevoli con i pollastri sacrificati.
Questi vivono come devono vivere, di pesci e qualche uccello o mammifero idiota che non sta troppo attento mentre si abbevera .
Rientro tonificato e posso affrontare il pomeriggio di lezioni con il giusto spirito.


VIRGINIA CAMPIDOGLIO, CHE GESTISCE IL FORUM DEI GIOVANI, STUDENTESSA UNIVERSITARIA E MEMBRO DEL NOSTRO DIRETTIVO, E' ANCHE IMPEGNATA CON L'ASSOCIAZIONE ELBA NO LIMITS, CHE DA ANNI SOSTIENE DA PORTOFERRAIO UN CENTRO PER DISABILI IN CONGO.
ECCO CHE INSERIAMO TRA I DIARI DI CLAUDIO AGOSTINI QUESTO INTERVENTO, CHE PARLA DI ALTRE SITUAZIONI AFRICANE MOLTO DIFFICILI.

Elba No Limits conclude altre due spedizioni per il Congo.

Dall'inizio dell'anno a ora sono avvenute due spedizioni dirette alla Fondation Viviane, a Kinshasa. Il primo container è stato inviato ad aprile, a un anno e mezzo di distanza dall'ultimo; questa spedizione riveste un ruolo importante perché nel container ci sono due trattori, due frese e un trincia stocchi: tutta attrezzatura che permetterà di fare un passo avanti nel progetto di autosufficienza alimentare.
Oltre all'attrezzatura agricola (fornita dall'associazione CIFA ONG), con questa spedizione è stato inviato abbigliamento, attrezzatura edile, alcuni beni alimentari, un gruppo elettrogeno da 60kv, calzature e abbigliamento nuovo e una Range Rover donata dall'associazione NOVA.
Il progetto di autosufficienza alimentare punta alla coltivazione di un terreno di circa dieci ettari, che già appartiene alla Fondazione, con lo scopo di poterci occupare direttamente del sostentamento dei bambini e dei ragazzi ospitati ma anche del personale che lavora presso il Centro.
Il container inviato ad ottobre è in partenza in questi giorni da Livorno e contiene un pulmino Nissan, un impianto di refrigerazione donato dall'ittica Mazzei, attrezzatura per la riabilitazione e numerose sedie a rotelle. Per entrambe le spedizioni, un ringraziamento particolare va al Comune di Portoferraio che ha dato un contribuito per l'invio dei container e che da anni sostiene il nostro progetto; al gruppo Modellisti Elbani, per aver contribuito alle spese di spedizione; alla Ditta Costruzioni Ferrini, per la sua collaborazione continuativa; alla ditta Autotrasporti Del Gaudio e alla Misericordia di Portoferraio per il materiale donato e per la loro collaborazione. Ringraziamo anche i volontari presenti ad ogni evento, che sono sopratutto amici e conoscenti, perché il nostro sogno ha iniziato a realizzarsi nel momento in cui loro lo hanno condiviso con noi.
Il costo complessivo di ogni spedizione supera i 13000 euro; per sopperire a questa spesa, oltre ai contributi che riceviamo, organizziamo eventi e manifestazioni per la raccolta di fondi. A questo proposito c'è da fare un ulteriore ringraziamento, ultimo proprio per la sua grande importanza, a Jazzercise perché è stato il punto di partenza del nostro progetto umanitario, il nostro modo per farci conoscere e un punto di riferimento per tutti coloro che continuano a donarci materiale.
Come abbiamo accennato inizialmente, queste due spedizioni avvengono a un anno e mezzo di distanza dall'ultima poiché in questo periodo l'associazione si è occupata dell'organizzazione e dell'allestimento della sala operatoria in memoria di Anna e Francesco. Ad oggi pare che siamo prossimi al reperimento delle attrezzature necessarie, grazie all'aiuto delle ASL elbane.
Il nostro obiettivo è di creare e rendere autosufficiente un centro che si occupi di bambini e ragazzi disabili fornendo loro le cure sanitarie di base, la formazione scolastica primaria e avviandoli ad una professione. Il progetto è indirizzato sopratutto a portatori di handicap perché la Repubblica Democratica del Congo è il Paese al mondo con il maggior numero di disabili e questo è solo una delle conseguenze della guerra civile che sta continuando a colpi di machete, distruggendo un intero popolo. La storia di questo Paese è segnata da fatti che l' hanno ripetutamente impoverita: prima, una colonizzazione che non ha rispettato il territorio, la cultura e tanto meno l'umanità degli abitanti del posto; in secondo luogo, una dittatura usurpatrice e corrotta che è stata sostenuta dalle maggiori potenze mondiali solo per fini economici; infine, il conflitto che è stato chiamato la Guerra Mondiale Africana.
Le attuali condizioni di disagio in cui vive il Paese hanno recato dei freni ai nostri progetti, infatti nell'ultimo anno la corrente elettrica è mancata ripetutamente e per questo le attività non si sono potute svolgere normalmente.
Negli ultimi mesi si sono riaccesi i focolai di guerra legati al conflitto civile e i disagi crescono perché aumentano gli esuli dai paesi vicini e quindi la situazione si aggrava, facendo aumentare il numero dei bambini che giungono alla Fondazione con problemi sempre più gravi. Per questi problemi, durante gli ultimi mesi, abbiamo dovuto inviare diverse somme di denaro per sopperire alle spese di mantenimento dei bambini e per pagare alcune operazioni strettamente necessarie, per ragazzi che non sono ancora stati adottati.
Vorremmo concludere ringraziando tutta l'isola perché il sostegno che abbiamo ricevuto ha determinato positivamente il nostro percorso tanto che ci sentiamo in dovere di dire che questo è un progetto elbano, che è nato e sta crescendo grazie alla solidarietà di tutti gli Elbani. Il nostro motto è: “Quando un sogna da solo è solo un sogno, quando si sogna insieme è la realtà che comincia”. Quindi vogliamo dire un sentito GRAZIE a tutta l'Elba perché oggi il nostro sogno sta diventando realtà.
(Virginia Campidoglio)


3/11 - AVVOLTOI – Vagabondando in periferia col motorino sono incappato, non molto distante da dove risiedo, in uno sfortunato rappresentante di razza canina che doveva aver sbattuto in qualcosa di assai più duro di lui attraversando la strada.
Giaceva sul bordo vicino alla solita fogna all’aperto, forse gettato o trascinatosi con un ultimo sforzo. Intorno una mezza dozzina di efficienti spazzini del posto.
Con la regolamentare divisa nero-grigia, con il capo scoperto sopra il collo e la faccia rosa, gli occhietti cattivi ed il becco adunco, saltellano urtandosi qua e la contendendosi i bocconi più succulenti.
Sono veloci e quando (semmai) saranno sazi altri colleghi che volteggiano nel cielo od adocchiano dall’alto di un albero, si dimostrano pronti a ripulire quel che resta. Tra un paio d’ore ci saranno (forse) solo ossa a calcinarsi al sole.
Al tavolo di uno dei rarissimi bar-pasticcerie decenti, e pertanto eleganti, di Ouaga due grassi ed untuosi signori sorseggiano un tè e si scambiano cortesie e buone maniere.
Uno veste elegantemente all’occidentale con camicia bianca aperta sul collo taurino sul quale risalta una pesante catena d’oro, l’altro con un notevole caffettano verde e fez ricamati in oro, sottolinea il suo status di musulmano benestante. A vederli corpulenti e tronfi sembrano uguali: per un istante mi chiedo se sono fratelli.
Quando si alzano per uscire li accompagno con lo sguardo e riesco a seguirli anche fuori attraverso i vetri della vetrina. Ad attenderli due gipponi enormi come loro con due autisti reverenti che si danno da fare per manifestare sottomissione e servilismo.
Ultime elaborate cerimonie di commiato e poi partono.
Sulle fiancate degli automezzi leggo “Cooperazione italiana” e su l’altro una scritta che non ricordo ed una bandiera canadese.

4/11 – TENNIS E TV – Sono andato, dopo un doppio di tennis, a prendere (fisicamente) la TV per Laafi, nonché a fare il contratto per l’installazione della parabola, decoder e compagnia bella, a portare il materiale in sede ed a pianificare tutti i lavori.
Inutile sottolineare che mi è toccato stare dietro a tutto quanto, con la collaborazione di un piccolo manipolo (4) di volenterosi quanto pasticcioni adepti ed un folto pubblico (non pagante) divertito e divertente. Credo che la parte più spassosa per tutti sia stato il mio attivismo direttivo, il voler controllare quasi (sic) tutto dal cavo elettrico alle staffe di sostegno. Felicité è esplicita con le sua grasse risate …. vedere un bianco nella sua folleggiante frenesia iperfunzionale deve essere quanto di più alieno dal loro compassato e tranquillo modo di fare.
Naturalmente, per quanto accuratamente preparato, il tutto non si conclude come doveva…. Domani ritornano a finire.… forse.

6/11 – VERSO LA FINE - Incomincio a tirare le fila di questa splendida esperienza.
Da una parte cerco di concludere e di dare un senso alle cose pratiche realizzate od impostate.
Ho distribuito i compiti finali dei corsi di italiano e come prova finale un mini tema (un pensierino come si diceva una volta …) sulla cooperazione internazionale.
Poi seguo gli ultimi lavori avviati, sino alla scelta della singola vite come accennato. Oggi come atto finale del mio investire (grazie ancora agli amici del tennis di Castelfiorentino che hanno fornito supporto affettivo ed economico) ritiro gli ultimi lavori degli artigiani ridotti e concludo con l’acquisto di una bella carta dell’Africa da mettere nella sala comune per sottolineare a tutti (loro e noi) la riconoscenza doverosa e l’orgoglio legittimo per questa ancestrale madre comune.
Contemporaneamente sommo tutte le nozioni (ma più importanti le emozioni) acquisite per comporre un quadro generale che mi permetta (ed indirettamente ci permetta ?) di avere una visione più adeguata di questa realtà. Questo bagaglio lo considero un “tesoro” di esperienza da condividere con chiunque si dimostri interessato e che può risultare prezioso il futuro.
In effetti cominciano i saluti perché ho ancora pochi giorni davanti a me di impegni solitari e di responsabilità individuali.
Poi arriverà la mia amata signora, prima dell’arrivo del gruppo di Shalom dall’Italia e della girandola di incontri, inaugurazioni, saluti, visite, convegni, ecc. che seguiranno.
Il prossimo anno ho il sogno di poter andare a vedere come funziona l’ambulanza a Komin-Yanga: intanto domani vado a mettere le fondamenta.


L'ULTIMO DIARIO DAL BURKINA


7/11- NAABA – Partiamo Steve ed io alle sette e mezzo con un fuoristrada Toyota guidato da Emanuel. Ci fermiamo quasi a metà strada, a Zorghu, a prendere il Naba Colom Bondon che troviamo vestito come si deve e con l’immancabile bastone di comando.
In Burkina, o meglio presso i Mossi popolazione dominante del paese, le tradizioni sono ancora fortissime e consolidate. I Naba sono sostanzialmente dei “capi” con tutta una rigida gerarchia che va dai capi famiglia in su fin al Moro Naba ovvero l’imperatore dei Mossi.
Questa struttura sociale è viva e vegeta e si distingue e si affianca a quella politica amministrativa, la quale, specialmente nelle campagne e nei villaggi, può poco incidere sulla popolazione se non è appoggiata e supportata dall’aristocrazia locale.
Io non posso presentarmi a Komin-Yanga se non ho la benedizione del capo locale e Colom Bondon è proprio la persona adatta perché è praticamente il capo clan della zona, ovvero guida riconosciuta e stimata di tutte le famiglie della area (circa 40.000 persone !). Il fatto poi che accetti non solo di raccomandarmi ma addirittura di onorami con la sua presenza fisica rende tutto importante e solenne.
Il Naba è un medico quarantacinquenne e si rivelerà persona davvero squisita, riuscendo a coniugare nel suo ruolo e nella sua figura tradizioni profonde e consolidate insieme ad una visione moderna ed umanista di gran spessore e di gran valore.
Arriviamo a Fada ed imbocchiamo la pista che con 50 km di percorso nella brousse, verso Sud in direzione del Togo, ci condurrà al villaggio nostra meta. Intorno il solito paesaggio, ora ancora più giallo ed arido (son quasi due mesi che son qua e sto assistendo al passaggio verso la stagione arida che si protrarrà sino al prossimo giugno-luglio).
Questa è la strada che dovrà percorrere l’ambulanza e prendo atto che , con alcuni passaggi che richiedono molte attenzioni, può essere percorsa anche da un mezzo non fuoristrada.
Per tutto il tragitto (un ora ed un quarto) incontriamo due soli automezzi, i famosi taxi di brousse, ovvero dei mini pulmini stipati oltre l’inverosimile e che permettono a questa gente un minimo di mobilità: in tre ore di sobbalzi e di inevitabili pestaggi e sofferenze (se tutto va bene ovvero guasti, forature, rotture a parte) possono raggiungere la città. L’alternativa è un carretto trainato da un asinello (come vengono trasportati oggi i malati) ed allora l’odissea, e spesso l’agonia, dura dieci-dodici ore !

Un Naba
www.itinerariafricani.net


Mi raccontano che è solo di poco più di un mese fa l’ultima disgrazia: una giovane donna incinta che dopo quattro ore di viaggio e deceduta insieme al piccolo.
Quando disporranno del nostro mezzo il trasbordo avverrà in due ore circa di viaggio. E quel che conta in condizioni degne di un essere umano e non di bestie !
Attraversiamo la savana piena di piccole mandrie di animali: zebù, pecore, capre, asini condotti da gruppetti di bambini ed adolescenti. Qui l’attività (unica) è la pastorizia semi nomade. Solo in prossimità dei villaggetti qualche striminzito campo di miglio o di cotone.
Arriviamo a Komin-Yanga ed inizia una serie di incontri e cerimonie fantastici ed emozionanti.
Nell’ordine andiamo a salutare il luogo e la famiglia originale, sede degli spiriti del clan, il capo villaggio, il sindaco, la comunità locale, il centro sanitario.
Nelle prime due cerimonie, molto particolari e molto ancestrali, la procedura è simile.
Le persone presenti (tutti uomini adulti capifamiglia) si accomodano nei pressi del Naba (ed a me eccezionalmente al suo fianco) salutando inginocchiati a mani aperte. Viene poi portata una ciotola con acqua di miglio e noci di Cola. Il Naba officiante versa un poco d’acqua e qualche scheggia di cola per terra invocando le benedizioni degli avi, poi passa a distribuire le stesse cose agli astanti che devono così manifestare la loro condivisione con gli spiriti.


Noci di cola
sharktoubab.blogspot.com

Dal capo villaggio anche io sono invitato a farlo e non posso esimermi senza offendere. Mi bagno le labbra senza bere ma ostentando il gesto: capisco dagli sguardi soddisfatti di aver fatto la cosa giusta.
Negli altri incontri le cose sono più (relativamente !! ….) vicine al nostro modo di intendere il mondo: le autorità ed i rappresentanti locali si danno da fare nel garantirmi una corretta e democratica gestione di quanto potremo inviargli.
I bisogni sono enormi e particolarmente toccante è la visita nelle due (dico due letteralmente) stanzette dell’unico ambulatorio della zona (senza medico of course) dove si affollano malati di tutti i tipi, nella promiscuità e nella quasi totale assenza di medicinali.
Mi viene proposto di chiamare Claude, in mio onore, un bambino appena nato in braccio alla madre appena sgravata … io cerco di declinare imbarazzato.
Non posso tuttavia rifiutare il dono finale che tra mille saluti e facce sorridenti mi viene solennemente offerto: un vivace e bel galletto, selezionato con cura espressamente per me. Per fortuna anche in questo caso Steve, perfetto segretario-Virgilio, allevia le mie difficoltà prendendosene cura direttamente (e non voglio sapere che fine farà !.....).
Durante il lungo e faticoso viaggio di ritorno è tutto un susseguirsi di telefonate di ringraziamento e di auguri e di benedizioni nei miei confronti e di tutti gli amici italiani, che ho cercato di far capire nel mio stentato francese, ho il piacere di rappresentare.
Naba Colom Bondom è visibilmente soddisfatto e felice come tutti quelli che si sono incontrati: mi assicura che la mia sola visita sarà oggetto per almeno un mese di descrizioni e di racconti nell’intera regione !
Ci salutiamo fraternamente, fiduciosi e speranzosi che si possa dare un seguito a questa bella giornata.

8/11 – ARRIVEDERCI – Passo la giornata a riposarmi, a riordinare cose ed idee, a scrivere lettere e progetti.
Ma principalmente a cercare di dare un senso alla catasta di immagini, emozioni, sensazioni che si accavallano vivide ma disordinate, contrastate e contrastanti, nella mia anima.
Prevale su tutto un senso di gratitudine per questa esperienza che ho avuto la fortuna di vivere e non mi ascrivo nessun merito, se non quello di averla affrontata con tanta passione.
Poi il resto vien da se.
Di fronte alla valanga di sensazioni che ti sommergono in fondo non ci sono che due vie di uscita: o ficchi il capo sottoterra e fuggi via spaventato ed inorridito di fronte all’immensità del tema o ti chiedi davvero quale è il significato nascosto in tutto questo e cosa tu possa, anche modestamente, fare per cercare di dare risposte sostenibili.
La mia personale chiave di lettura si rifà al desiderio di interpretare il senso profondo della nostra avventura umana.
Quando si va a visitare altri luoghi, altre persone, altre realtà, si cerca in effetti di immagazzinare degli elementi interpretativi: questi sono di norma già molto ricchi e complicati quando si ha a che fare con Macchu Picchu od il Taj Mahal, tanto per fare degli esempi. Se però ci soffermiamo a fare una analisi un po’ più attenta scopriamo che per quanto grandi e famose siano queste due realtà (e le culture, e la gente che ci stanno dietro) ci parlano “solo” di qualche secolo fa, anzi di pochissimi secoli fa.
Magari qualcosa di più (e per questo ancora più generatori di stupore) se ci misuriamo con l’antico Egitto o l’antica Grecia.
Nulla a che fare però con l’Africa. Qua magari mancano i monumenti ma natura, uomini, ambiente, tutto ti riporta indietro, bruscamente e brutalmente, di un milione di anni, nel nostro passato antichissimo …. e nel nostro futuro prossimo, se perdiamo tutto quel che ci circonda e che è solamente una sottile mano di vernice (per giunta ancora fresca !....).
Qui ogni cosa parla di bisogni primari e con ritmi ancestrali, gli stessi che ci hanno accompagnato per centinaia di migliaia di anni e che abbiamo scritto nel nostro DNA. Quello che vedi ti rendi conto che non è molto diverso e dissimile da quello che han vissuto tutti i nostri antenati, di generazione in generazione … fino a solo (ottimisticamente) un secolo fa.
Le nostre pseudo-sicurezze in cui ci crogioliamo per sentirci onnipotenti … una modestissima e fragile mano di vernice … appunto. E per di più in appannaggio ad una minuscola parte dell’umanità.
Pensate allo sgomento che ci prende quando ci perdiamo in un bosco (a due chilometri dall’autostrada !!) o che ci sovrasta se ci troviamo soli in mezzo al mare (pur sul battello più confortante) …. non è niente rispetto a quello che ci travolge in mezzo a questa Terra immensa e perenne.
Ecco, questo è il memento che mi ha donato, nostra madre Africa.
Ecco, questo invito a provarlo lo vorrei estendere a tutti voi.
Grazie per avermi ascoltato.

Madre Africa
mundofotos.net


9/11 – APPELLO – L’ultima cosa ovviamente vuol essere un appello per raccogliere i fondi per aiutare la gente del villaggio di Komin-Yanga.
So di studenti che ci stanno provando, generose persone della magnifica isola Elba, a me tanto cara (ci son nato davanti, a S. Vincenzo !), tentano di promuovere una raccolta a riguardo. Il Circolo Pertini che molto gentilmente mi ha ospitato può fungere da collettore di fondi. Personalmente mi occuperò con gli amici e la Misericordia di Castelfiorentino di trovare un mezzo adatto e vi garantisco che non un euro andrà sprecato.
Se non ce la facessimo a realizzare il nostro (ed il LORO) sogno, state tranquilli che un aiuto in qualche forma li raggiungerà, siano casse di medicinali od alimenti per bambini o quant’altro possano richiedere.
Voglio ricordare che io opero dentro e per conto di Shalom ed anche se questa è una iniziativa personale il marchio di garanzia del Movimento è tutela di serietà e correttezza.
Non ho altro da dirvi se non che vi terrò informati di ogni sviluppo.
A presto.
Claudio Agostini

una foto da Komin-Yanga : Claudio Agostini con alcuni suoi amici del Burkina

Una foto da Komin-Yanga : Claudio Agostini con alcuni suoi amici del Burkina.


 

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CIRCOLO CULTURALE SANDRO PERTINI dell’isola d’Elba Presidente onoraria Diomira Pertini

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