L'esposizione alla Gran Guardia di Alex Beneforti
da elbareport
PORTOFERRAIO. Prima alla Telemaco Signorini, poi alla Gran Guardia e quindi al Centro De Laugier. Antonella Giuzio ha fatto da capofila nel mini tour tra le mura medicee, con un seguito nutrito di appassionati d'arte. L'assessore alla cultura del Comune retto da Peria, ha così inaugurato una mostra sostenuta dall'Ene Locale, senza dubbio originale e in grado di coinvolgere 11 artisti tra italiani e stranieri. Oltre a mostrare i propri “gioielli” fatti di foto, sculture, quadri, installazioni e simili, l'iniziativa è anche un esempio d'integrazione sociale e culturale. “Identità e alterità” il nome della mostra.
“Un confronto ambizioso- ha detto Giuzio- tra culture diverse, in un percorso itinerante nel cuore di Portoferraio. Ne siamo orgogliosi". Come dire l'arte nell'arte, considerando Portoferraio un capolavoro architettonico, ancora molto da scoprire, rivalutare e restaurare, creato dai Medici nel 1548, quando vollero una città fortificata. La Cosmopoli di un tempo è oggi sempre più intenta a rivendicare un ruolo culturale importante, che nasca tra bastioni e fortezze, imponenti e dominanti il mar Tirreno. Bisognerà volerlo con forza questo "primato" da tempo annunciato.
Una parte della mostra alla Sala San Salvatore del De Laugier
Il progetto generale, “Contaminazioni culturali", parte dall'associazione Hallocinema per lavorare sull'integrazione dei migranti nel concreto, nella vita di tutti i giorni, dialogando anche con tutte le forme d'arte. "E' stata Patrizia Piscitiello di Elbareport a volere questa iniziativa- ha sottolineato l'assessore- a Sabrina Ghiri e Manuela Cavallin dell'associazione, si deve in concreto la realizzazione di questo evento". “Una risorsa la differenza e non un limite alla comunicazione tra i popoli"; parola di Danilo Alessi sindaco di Rio nell'Elba, altro Comune che accoglierà la manifestazione. E i numerosi visitatori hanno potuto apprezzare opere in stili diversi, tutte affascinanti, tutte intente a comunicare il bello, ma anche messaggi forti, voglia di unione e conoscenza. Un esempio le foto di Beneforti che dicono della “Grammatica della fantasia” espressa dai soggetti più autentici: i bambini di varie latitudini; "L'elogio della diversità" di Sabrina con applicazioni su materiali innovativi, o i quadri di Alì che disegna graffiando il colore che fa da sfondo, ed anche i tessuti di Silvia Cibaldi. Un tuffo nella creatività di valore che non vorresti mai abbandonare. Cosa sarebbe l'umanità senza arte: non esiterebbero fughe da una realtà spesso arida e dura, per non dire ingiusta.
La mostra si protrarrà fino al 2 giugno a Portoferraio nelle tre sedi sopradette e dal 24 giugno al 17 luglio sarà anche all'ex museo dei minerali di Rio Nell'Elba.
Questi gli artisti: Alex Beneforti (San Piero, Elba), Marina Chiò (Milano), Silvia Cibaldi (Brescia), Azelio Corni (Sesto Calende, Varese), Sabrina Ghiri (Milano), Salvatore Lovaglio (Troia), Alì Nassereddine (Libano), Antonio Maria Pecchini ( Busto Arsizio, Varese), Luca Polesi (San Piero, Elba), Sima Shafti (Iran), Amir Sharifpour(Iran).
Un dettaglio dell'esposizione alla Telemaco Signorini
A breve qualche approfondimento sull'evento dedicato agli artisti, in particolare ad alcuni stranieri.
NASSEREDDINE, LA RICERCA DELLA SINCERITÀ
DIPINTO DI ALI' AL DE LAIUGIER
Ho incontrato Alì alla mostra di cui è detto più sopra e mi ha colpito la sua pittura semplice, netta, che comunica facilmente. E l'ho voluto conoscere un po' meglio.
“Dopo il mio percorso accademico in Libano a Beirut , - ci ha detto- ho deciso di continuare la mia strada (la pittura) e ho scelto l'Italia. La prima tappa e stata a Firenze ma le spese e il costo della vita non mi hanno dato la possibilità di rimanere. Ho cercato altre vie e ho scelto Milano (BRERA) e da li è iniziato il mio percorso artistico riflessivo nato dalle mie esperienze. Nel mio paese tante le difficoltà per rimanere in piedi, per vivere normalmente. Ecco che in Italia, senza perdere la bussola, ho potuto ritrovarmi e inseguire il mio sogno”.
ALI' AL DE LAUGIER
Ecco qui due quadri di Alì, uno sulla fuga dei suoi connazionali durante al guerra, un'auto con sopra materassi insanguinati, la disperazione della gente riassunta in quell'istantanea (in basso). Un altro esprime la voglia di libertà e semplicità raffigurata con il mare, con il suo stile che lo porta a incidere sul colore di uno sfondo (più sopra).
“La mia pittura nasce da queste esperienze- conclude Alì- reale=figurativo e sogno=astratto. Il segno inciso è l'affermazione della voglia di continuare. Cerco la leggerezza e l'essenza dei significati e delle forme, cioè voglio andare al succo, al cuore delle cose. Il segno inciso è nitido e mi fa esprimere ciò che cerco: la chiarezza e la sincerità. (S.B).
dal sito www.nali.it
Alì Nasseredine, libanese, nasce a El Ain (Baalbek) il 25 giugno 1968. Si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Beirut nel 1994 con una tesi sulla pittura delle icone bizantine. Dal 1995 è membro dell’Albo degli Artisti Libanesi, che gli ha permesso di realizzare diverse mostre con il patrocinio del Ministero della Cultura libanese.
È in Italia dal settembre 1995 per ulteriori studi presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Alì mantiene numerosi contatti con i maggiori centri artistici della realtà italiana, tra Lecce, Napoli, Roma, Milano, Torino; collaborando, in particolare, con la Galleria ArteInvest di Roma dal 2003. Vive e lavora a Milano, in un costante rapporto empatico con la sua terra d’origine, il Libano. (dal sito www.nali.it)
DIPINTO DI ALI', LA FUGA
SIMA, L'ARTE CHE VIENE DALL'IRAN PER COSTRUIRE UN PONTE CULTURALE
Sima, al centro, con il marito Amir e la figlia al De Laugier
davanti a opere di un altro artista
Ecco le notizie che ci ha fornito Sima. Ha dato notizie anche del marito, che vediamo nella foto, insieme alla figlia, pure lui artista Amir Sharifpour, scultore, ed espositore in questo evento culturale alla Telemaco Signorini.
Sima Shafti nasce in Iran il 7 giugno 1966.
Si laurea in comunicazione visiva all’università di Tehran nel 1996. Si diploma in Pittura all’accademia di Belle Arti di Bologna nel 2004. La sua esperienza artistica si svolge essenzialmente nell’ambito della Pittura e della Grafica e nei vari linguaggi di arte contemporanea. Attualmente risiede e lavora e Ferrara. Principali Mostre personali e collettive:
2001 collettiva nella galleria d’arte, Cesena.
2003 collettiva nella galleria del circolo artistico di Bologna (Art for Art).
2007 collettiva nel MLB home galleria, Ferrara.
2008 Personale al palazzo bellini, Comacchio.
2009 Collettiva al palazzo bellini, Comacchio.
2009 Collettiva al associazione culturale C. etra, Castelbolognese.
2009 Collettiva in collaborazione con l’associazione culturale ST.Art.47,
nello studio d’arte Melograno, Ferrara.
2009 Collettiva in collaborazione con la galleria del carbone, Ferrara.
2010 Norooz, Personale alla galleria del Carbone, Ferrara.
un'opera di Sima alla Telemaco Signorini
“Ho studiato l’arte in Iran e poi ho continuato i miei studi in Italia. Non sono tornata a casa perche dove non c’è la libertà muore anche il rispetto per la dignità umana e senza di quella non si può creare! Nel mio percorso artistico cerco di trovare dei linguaggi misti tra due culture :orientale e quella dell’occidente. Più approfondisco in questo argomento più mi rendo conto che ci sono molte somiglianze tra i costumi e le tradizioni che differenze!ma non si sa perche si punta di più sulle diversità (che al loro posto possono anche essere una risorsa.)?!
Dipingo e mi piace anche ogni tanto uscire dal quadro bidimensionale. Usando i vari materiali come la terra, lana, specchio, legno, ceramica, acqua, e elementi anche vivi come i pesci rossi, o con una scadenza a differenza del resto del lavoro come le mele fresche, che però dopo una settimana diventeranno marce, mi piace creare installazioni con profumi, colori, forme e composizioni per far vivere lo spettatore nel fascino di un’opera temporale e cosi aggiungo anche l’elemento del tempo all’opera d’arte.
una scultura di Amir
Nell’opera intitolata”impronti dei ricordi o il tappeto dei ricordi” il tappeto rappresenta il mio paese natale :Iran che è famoso per i suoi bellissimi manufatti. Vivo e creo con tanta nostalgia e malinconia e sento il mio compito, dover raccontare. Raccontare per costruire un ponte, per avvicinare le anime, per contribuire alla conoscenza del mondo. Più ci conosciamo meno paura abbiamo. Penso che la paura sia la sorgente dell’odio che poi ci porta verso la guerra.
La mia speranza come un immigrato è basata su una lotta quotidiana per farmi conoscere e anche conoscere bene le realtà culturali e sociali del paese che mi ospita. Ogni giorno passato in questi undici anni era un passo verso l’altro e un mattone per costruire un ponte culturale”.
Sima Shafti
esposizione alla Telemaco Signorini delle opere di Sima e Amir