POLITICA INTERNAZIONALE




ZARMANDILI ENTRA NEL SITO DEL “PERTINI” PER DIRE DI OBAMA

Onore per il Circolo Pertini dell’Elba. Zarmandili vincitore del Premio letterario Elba nel 2007, con il romanzo"L'estate è crudele" edito da Feltrinelli, mantiene la sua promessa e diventa “collaboratore” del nostro sito, regalandoci i suoi preziosi articoli di politica internazionale.

Bijan Zarmandili e' nato a Teheran e si e' trasferito a Roma nel 1960. Da oltre 20 anni si occupa del Medio Oriente per il gruppo Espresso-Repubblica. E' stato capo redattore esteri della rivista Astrolabio e ha collaborato a lungo con "Politica internazionale". E' il corrispondente per l'Iran della rivista di geopolitica "Limes" e tiene una rubrica di analisi delle vicende iraniane e mediorientali per Rainews24.





Iran: il trionfo di Ahmadinejad e la militarizzazione del regime
di Bijan Zarmandili
Non solo i brogli ma anche il ruolo dei Pasdaran e dei Basiji dietro la vittoria del presidente uscente. La seconda sconfitta dei riformatori e del loro inconsistente progetto politico. Il buon viso a cattivo gioco dell'ayatollah Ali Khamenei, leader supremo della teocrazia iraniana. 




Mahmud Ahmadinejad trionfa con il 63 per cento dei consensi che sostiene di aver ricevuto dall'elettorato della Repubblica islamica e si prepara a governare il paese per altri quattro anni. Il suo rivale, il riformista Mir Hussein Moussavi, lo ha accusato di falsificazione del responso delle urne, i suoi sostenitori sono scesi in piazza e non si può escludere che la tragedia post-elettorale in Iran non abbia altro seguito doloroso, anche perché, secondo alcuni osservatori, il movimento dei contestatori di Ahmadinejad è destinato a crescere.



Si prospetta quindi in Iran uno scenario apocalittico
, un paese lacerato dai conflitti tra le diverse anime del suo regime e dal divario incolmabile tra una minoranza agguerrita nella parte avanzata della società civile e una maggioranza che gode dell'appoggio di vasti settori degli apparati paramilitari (i volontari Basiji e i Pasdaran).

Quali conseguenze riserva agli iraniani questa ingarbugliata situazione?

Innanzitutto va sottolineato che la manipolazione dei voti, i brogli che certamente ci sono stati, non spiegano tuttavia per intero il successo elettorale di Ahmadinejad. La chiave del suo trionfo elettorale è stato il lavoro capillare che il partito invisibile e ufficialmente inesistente dei Pasdaran ha svolto nel corso dell'ultimo anno per garantire a Ahmadinejad un secondo mandato.

Noto in Iran come "Partito Padegani", la vasta organizzazione degli apparati politici dei volontari Basiji e dei Pasdaran, ha svolto un lavoro straordinario per mobilitare la base elettorale di Ahmadinejad. Il presidente uscente ha potuto contare su oltre 15 mila basiji effettivi e sui simpatizzanti che ciascun basiji si è procurato nella cerchia familiare, tra i colleghi di lavoro, nelle moschee e nei quartieri: un esercito di alcuni milioni di persone legato direttamente o indirettamente al corpo dei volontari Basiji e centinaia di corporazioni dei Basiji nelle università, negli uffici, tra diverse categorie professionali, un po' ovunque, che avevano di fatto ipotecato il risultato delle operazioni.

La presenza del virtuale "Partito Padegai" e il lavoro illegale che i suoi militanti svolgevano in Iran erano stati denunciati nei mesi scorsi da Moussavi, da Hashemi Rafsangiani, da Khatami, da Karrubi (gli avversari riformisti e conservatori di Ahmadinejad) senza però fermare la sua lunga e tremenda onda. Erano i militanti Basiji che impedivano agli studenti di manifestare a favore di Moussavi, erano loro che occupavano le sedi del premio Nobel Shirin Ebadi e erano loro che reprimevano qualsiasi attività politica all'interno degli apparati dello Stato e nelle amministrazioni locali a favore di Moussavi.

Ecco una prima conseguenza del trionfo elettorale di Ahmadinejad: la militarizzazione del regime fin qui prevalentemente teocratico e tutto ciò che tale trasformazione comporta all'interno e per la politica estera del paese.

Se a prevalere sul destino futuro del paese è il peso dei militari, dunque, è lecito riflettere su cosa sarà della teocrazia, il padrone assoluto della politica e delle istituzioni della Repubblica islamica sin dal febbraio del 1979, quando l'Ayatollah Ruhollah Khomeini prese il potere e sconfisse la monarchia.

Il potere assoluto della teocrazia sciita, in realtà, risultò già meno esclusivo nell'agosto del 2005, quando Ahmadinejad vinse le presidenziali nel corso di un ballottaggio contro Ali Akbar Hashemi Rafsangiani, uno degli esponenti della vecchia guardia del clero sciita e da sempre considerato l'uomo forte e l'eminenza grigia del regime. E' stato detto allora che Ahmadinejad è l'espressione politica di una nuova casta emergente, quella dei Pasdaran, che pur professando la versione "dura e pura" dell'ideologia khomeinista, non potrà far coincidere tutti i suoi piani e tutta la sua politica  con le volontà del clero sciita. Non a caso, nel corso dei quattro anni della presidenza di Ahmadinejad lo schieramento conservatore vicino al clero tradizionale si è spaccato in almeno tre fazioni, due di loro decisamente critiche nei confronti del presidente della Repubblica.

La schiacciante vittoria (stando alle dichiarazioni ufficiali) di Ahmadinejad alle odierne elezioni è senz'altro il segnale di un rafforzamento ulteriore delle posizione di quella casta emergente (Pasdaran e Basiji) in seno del regime, inevitabilmente a scapito della teocrazia. E ciò potrebbe rappresentare una seconda conseguenza della disavventura elettorale che la Repubblica islamica sta vivendo in queste ore, perché potrà sfociare in una più profonda lacerazione della classe dirigenti del paese.

Una ulteriore conseguenza riguarda poi la seconda e cocente sconfitta politica che i riformisti iraniani subiscono dopo l'uscita di scena del loro ispiratore maggiore, l'ex presidente Mohammad Khatami. Il nuovo insuccesso elettorale dei riformisti mette infatti in rilievo l'inconsistenza del progetto politico, anche se una diversa idea della società islamica, la capacità culturale e sociale e gli stimoli che hanno prodotto nell'Iran contemporaneo hanno radicalmente mutato il volto della Repubblica islamica.

Tutto questo però, fin qui, non si è trasformato in una strategia politica in grado di battere i piani della destra islamica emergente che trova nei militari e nei volontari paramilitari la sua linfa. Le maggiori preoccupazioni per la sorte del movimento di protesta che sfida Ahmaedinejad riguarda infatti la debolezza politica del riformismo, che, dopo Khatami, non ha prodotto alcuna personalità capace di guidare la protesta e individuare degli sbocchi politici realistici.

L'ultima considerazione non può che riguardare la Guida della rivoluzione, l'ayatollah Ali Khamenei. Il leader supremo della Repubblica islamica è comparso a fianco di Ahmadinejad all'annuncio della sua vittoria elettorale per dire che "è una festa", che lui è "il presidente di tutta la nazione iraniana". Forse non poteva fare altrimenti, non avrebbe potuto dire diversamente, mentre Teheran e le altre città principali iraniane in quelle stesse ore bruciavano dell'ira dei dimostranti e dal fuoco delle armi dei Guardiani della rivoluzione.

Da qui, però, a considerare che Khamenei potrà tener testa a lungo alla casta in ascesa dei militari e della nuova destra oltranzista la strada è lunga ed è assai tortuosa. Anche perché, Khamenei, pur godendo dei privilegi che gli derivano dalla sua carica e dall'articolo della costituzione (Velayat-e-Faghih) non può non tener conto dei rapporti di forza all'interno del regime e non può ignorare che la maggioranza del clero sciita, a cui egli stesso appartiene, soffre ed è turbata dello strapotere dei militari e dei Pasdaran..

 

FOTO DEI DISORDINI

DA
http://temi.repubblica.it/limes/disordini-a-teheran-dopo-il-voto-le-foto/5031

CIRCOLO CULTURALE SANDRO PERTINI dell’isola d’Elba Presidente onoraria Diomira Pertini

Questo sito utilizza cookie utili a migliorare la consultazione delle nostre offerte.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su qualunque suo elemento, acconsenti all’uso dei cookie.